Marco Cornini. Amore sacro amore profano

Marco Cornini, Ragazza in poltrona
Dal 10 December 2016 al 8 January 2017
Massa | Massa-Carrara
Luogo: Palazzo Ducale
Indirizzo: piazza Aranci 35
Orari: dal giovedì alla domenica dalle ore 16.30 alle 19.30
Curatori: Mauro Daniele Lucchesi
Enti promotori:
- Associazione Quattro Coronati
- Comune di Massa
Telefono per informazioni: +39 328 8375423
E-Mail info: mdlucc57@gmail.com
Si apre sabato 10 dicembre nel Palazzo Ducale di Massa (Ms) – inaugurazione ore 17 –, la mostra dello scultore Marco Cornini dal titolo “Amore sacro amore profano”che rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2017. Si tratta della terza mostra del ciclo “Oltre l’immagine” organizzato dall’Associazione Quattro Coronati in collaborazione con il Comune di Massa e curato da Mauro Daniele Lucchesi.
Cornini scultore milanese doc, con uno studio bohémien in una vecchia fornace alla periferia della città, ha esordito giovanissimo nel mondo dell’arte, appena ventiduenne e, in un periodo in cui imperavano “sperimentazioni” concettuali e videoarte, ha scelto di utilizzare, come materiale privilegiato se non esclusivo, la terracotta, mostrando una straordinaria coerenza e fedeltà a un mezzo espressivo spesso considerato “minore”. Al suo attivo numerose mostre sia personali che collettive nei principali musei e gallerie d’arte italiane, e apprezzato da critici importanti come Luca Beatrice (curatore del Padiglione Italia alla 53^ Biennale di Venezia del 2009) e dallo scrittore e critico d’arte Mario De Micheli, che alla sua mostra d’esordio lo segnala come giovanissimo scultore di grande talento. Le sue rappresentazioni riguardano la bellezza del corpo, prevalentemente femminile. Bellezza che nelle opere, allontana invece che avvicinare. I bellissimi corpi adagiati su morbide poltrone o in piedi, donne nude o abbigliate di minigonne e abiti succinti, canottiere e slip, mai eccessive nel loro essere svestite o vestite, giustamente calibrate in quello sguardo penetrante e assente e per niente compiaciuto della propria bellezza.
Una forma che solleva interrogativi inquietanti sul futuro di una generazione sempre più chiusa in se stessa, sempre più propensa ad autocompiacersi e sempre meno a socializzare. “Marco Cornini propone modelli femminili perdenti perché straordinariamente vincenti – spiega Mauro Daniele Lucchesi - i volti “duri” delle protagoniste non promettono un futuro aldilà della durata del loro aspetto. Le modelle sono bellissime ma questo non basta. Ansiose e insicure giungono all’ultima vibrazione della terracotta che quasi rimettono alla prova la forma compiuta che le ha modellate; sono figure che giungono da una matrice classica ma arrivano all’essenza dopo aver attraversato tutti i dubbi della contemporaneità, quelli della giovinezza di tutti i tempi , quelli dell’amore (sacro o profano). Prendono forma lentamente fra le sue dita e si aggiustano in composti di terre restituendoci una versione della scultura rinnovata, dunque contemporanea. Perché a quel profilo etrusco, si sommano, in pose tutt’altro che arcaiche, abiti, dettagli e cromie che non svincolano mai dal presente, dall’oggi.
Seppur confinate in un tempo incompiuto, nell’attimo in cui sembrano essere custodite, le modelle di Cornini si inseriscono a pieno titolo nella contemporaneità. E non solo per quei dettagli concreti che le fanno prelevare direttamente da qualche periferia cittadina, ma anche e soprattutto per quello sguardo svogliato e seduttore da “vergini suicide”.
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