Alexandra Lethbridge. The Archive of Gesture
Dal 08 Settembre 2021 al 15 Ottobre 2021
Milano
Luogo: Other Size Gallery c/o Workness Milano
Indirizzo: Via Andrea Maffei 1
Orari: lunedì – venerdì ore 10 – 18. Chiuso sabato e domenica
Curatori: Claudio Composti
Telefono per informazioni: +39 02.70006800
E-Mail info: othersizegallery@workness.it
Le mani, la gestualità, la comunicazione non verbale. In Italia, più che in altre parti del mondo, sappiamo che il corpo, e le mani in particolare, contribuiscono in modo determinante a rendere più efficace un messaggio.
Ma cosa accade quando il gesto viene negato? Da questo quesito prende le mosse – è il caso di dirlo – il progetto inedito della fotografa inglese Alexandra Lethbridge “The Archive of Gesture”.
La serie – dopo essere stata decretata vincitrice del Belfast Photo Festival da una giuria composta dai curatori del San Francisco Museum of Modern Art, del V&A e della Tate e dai photo editor di The New Yorker e TIME Magazine – è presentata in anteprima assoluta in Italia alla Other Size Gallery di Milano, in una personale a cura di Claudio Composti.
In mostra, dall’8 settembre al 15 ottobre 2021, sono esposti circa dodici scatti in bianco e nero di medie e grandi dimensioni, presentati in un allestimento interattivo e teatrale pensato appositamente per gli spazi della galleria in un’ottica site-specific.
A partire da immagini di sculture classiche, spesso giunte a noi con le braccia mutilate e quindi private della possibilità di veicolare il messaggio di cui erano portatrici, la fotografa compone un nucleo di opere che, nel sovrapporre immagini trovate, still life e interventi digitali, si interroga, non senza ironia, sul ruolo che la gestualità gioca nella costruzione del significato.
Sono i temi dell’inganno, del depistaggio, della disinformazione al centro della riflessione della Lethbridge che spiega: “Il gesto è diventato un po' un'ossessione, in particolare considerando come può essere letto o frainteso”.
Funzionale a questi temi è anche la dimensione installativa della mostra che gioca sul rapporto tra tridimensionalità delle sculture ritratte e bidimensionalità delle immagini fotografiche: stampate su teli trasparenti le fotografie possono essere contemplate a “tutto tondo”, esattamente come una scultura, pur rimanendo indubitabilmente bidimensionali.
A rimarcare poi la contrapposizione tra occultamento e disvelamento, un sistema di quinte scorrevoli consente di celare e svelare le opere in maniera tanto interattiva per il pubblico quanto teatrale.
Un continuo, giocoso inganno che dalle fotografie si sposta alla fruizione stessa della mostra.
“La giovane artista inglese – scrive il curatore Claudio Composti nel suo testo – crea una ingannevole galleria di immagini di sculture classiche rimontate a collage e amputate di mani e braccia, per sottolineare il ruolo fondamentale dei gesti nella comunicazione e quanto, in assenza di quelle, il messaggio e il significato siano interrotti o monchi, appunto”.
La mostra rientra nel programma espositivo di Photofestival, rassegna internazionale di fotografia che si tiene a Milano dal 16 settembre al 31 ottobre 2021.
Opening mercoledì 8 settembre ore 16 – 21
Ma cosa accade quando il gesto viene negato? Da questo quesito prende le mosse – è il caso di dirlo – il progetto inedito della fotografa inglese Alexandra Lethbridge “The Archive of Gesture”.
La serie – dopo essere stata decretata vincitrice del Belfast Photo Festival da una giuria composta dai curatori del San Francisco Museum of Modern Art, del V&A e della Tate e dai photo editor di The New Yorker e TIME Magazine – è presentata in anteprima assoluta in Italia alla Other Size Gallery di Milano, in una personale a cura di Claudio Composti.
In mostra, dall’8 settembre al 15 ottobre 2021, sono esposti circa dodici scatti in bianco e nero di medie e grandi dimensioni, presentati in un allestimento interattivo e teatrale pensato appositamente per gli spazi della galleria in un’ottica site-specific.
A partire da immagini di sculture classiche, spesso giunte a noi con le braccia mutilate e quindi private della possibilità di veicolare il messaggio di cui erano portatrici, la fotografa compone un nucleo di opere che, nel sovrapporre immagini trovate, still life e interventi digitali, si interroga, non senza ironia, sul ruolo che la gestualità gioca nella costruzione del significato.
Sono i temi dell’inganno, del depistaggio, della disinformazione al centro della riflessione della Lethbridge che spiega: “Il gesto è diventato un po' un'ossessione, in particolare considerando come può essere letto o frainteso”.
Funzionale a questi temi è anche la dimensione installativa della mostra che gioca sul rapporto tra tridimensionalità delle sculture ritratte e bidimensionalità delle immagini fotografiche: stampate su teli trasparenti le fotografie possono essere contemplate a “tutto tondo”, esattamente come una scultura, pur rimanendo indubitabilmente bidimensionali.
A rimarcare poi la contrapposizione tra occultamento e disvelamento, un sistema di quinte scorrevoli consente di celare e svelare le opere in maniera tanto interattiva per il pubblico quanto teatrale.
Un continuo, giocoso inganno che dalle fotografie si sposta alla fruizione stessa della mostra.
“La giovane artista inglese – scrive il curatore Claudio Composti nel suo testo – crea una ingannevole galleria di immagini di sculture classiche rimontate a collage e amputate di mani e braccia, per sottolineare il ruolo fondamentale dei gesti nella comunicazione e quanto, in assenza di quelle, il messaggio e il significato siano interrotti o monchi, appunto”.
La mostra rientra nel programma espositivo di Photofestival, rassegna internazionale di fotografia che si tiene a Milano dal 16 settembre al 31 ottobre 2021.
Opening mercoledì 8 settembre ore 16 – 21
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