Amy Feldman. Moon Decorum
Dal 19 Novembre 2015 al 23 Dicembre 2015
Milano
Luogo: Brand New Gallery
Indirizzo: via Farini 32
Orari: da martedì a sabato 11-13 / 14.30-19
Telefono per informazioni: +39.02.89.05.30.8
E-Mail info: info@brandnew-gallery.com
Sito ufficiale: http://www.brandnew-gallery.com
Gli ultimi lavori di Amy Feldman presentati in Moon Decorum incarnano un sentimento che è al contempo pacato e ricco di pathos. Amy Feldman, attraverso le incontaminate superfici perlescenti delle sue opere, evidenzia il gesto sulla tela.
Moon Decorum, l’opera da cui la mostra prende il titolo, mette in luce entrambi gli aspetti. Da una parte ci sono le forme fluide e ondulate che si dipanano verso l’esterno mettendo in risalto le gocce di colore ai bordi del dipinto, come accade nei dipinti in bianco e nero di Willem de Kooning. Dall’altra parte, il tratto utilizzato dall’artista evidenzia una serialità ridotta che si manifesta quasi fosse una nota a piè di un’espressione o un’affermazione dell’ironia del gesto pittorico, ricordando così i lavori di Jasper Johns. È in quest’ambivalenza che risiede quello che nelle opere dell’artista viene denominato attrito: la luna si dimostra precisa e regolare nella sua rotazione ed al tempo stesso il suo potere trasformativo (basti pensare al mito del lupo mannaro) incarna le nostre paure primordiali. L’oscurità di questi dipinti è analoga all’immensità fredda e vuota dello spazio e alla paura che ci assale nel buio della notte. Come suggerito dalla teoria di Heidegger, sia l’angoscia che la fuga, sono sentimenti astratti e concreti al tempo stesso.
È interessante notare come Amy Feldman abbia intitolato la sua mostra tenendo in considerazione la luna e le sue molteplici connotazioni. Quando pensiamo all’influenza delle fasi lunari in termini scientifici o poetici è dato tutto già per assodato. Siamo altresì abituati a fare una netta distinzione tra l’astronomia e la pittura: la visione scientifica dei pianeti si oppone all’immagine romantica del rückenfigurs, dove le figure sostano dando le spalle all’osservatore mentre osservano una sfera luminosa nel cielo; proprio come avviene nei dipinti di Friedrich. Per i nostri antenati questa divisione non sussisteva. Platone studiò la rivoluzione della luna con precisione matematica ed al tempo stesso capì che essa era anche un mezzo divino per punire gli essere umani. È questa dualità che Amy Feldman rappresenta nei suoi lavori più recenti.
Un dipinto come Swollen Omen allude proprio alle preoccupazioni primarie appena accennate ricordando le forme di un corpo con le sue cavità e le sue sporgenze che simulano le viscere. È il corpo dell’artista? Un’abbreviazione del movimento del pennello sulla tela? È un ginocchio oppure una coscia? Le linee tracciate dall’artista sono allusive, ma non è questo che le interessa. Ciò che merita di essere considerato è come queste forme attivino i ricordi e le associazioni mentali. Le forme di Amy Feldman ci ricordano un corpo scientifico e il poetico, in sospeso tra l’anatomia e la seduzione. L’artista diventa strumento attivo nella creazione delle fini superfici bianche dei suoi dipinti dove si nota la natura selvaggia ed al contempo moderata della sua azione attraverso l’utilizzo dell’acrilico grigio che viene steso sulla tela.
Utilizza varie sfumature di grigio; dal color peltro al calcestruzzo. Le tonalità di Amy Feldman sono legate insieme dal gesto pittorico. Sono simili a nuvole che gettano l’ombra sul paesaggio, intangibili ed astratte che al contempo conferiscono un senso di movimento alla tela. Talvolta appena accennate, talaltra rese evidenti, rivelano il gesto personale dell’artista.
È il gesto pittorico che movimenta e da un senso di cambiamento nel lavoro di Amy Feldman. Le pennellate mostrano l’influenza di movimenti come il Futurismo o la Pop Art di Warhol e Lichtenstein. Le opere proposte per Moon Decorum fanno riferimento anche a momenti della storia dell’arte che sono stati meno famosi: come ad esempio il lavoro di Nicholas Krushkenick. Diversamente da Krushkenick, Amy Feldman limita l’influenza di tutti questi artisti inventando qualcosa di completamente nuovo. Non siamo più nell’era dell’iper-mercificazione, dell’arte ragionata. Oggi consumiamo velocemente le immagini, i prodotti e le idee ma sentiamo continuamente la malinconia dei tempi passati. Le opere di Amy Feldman permettono l’individuazione di un’astrazione contemporanea che va oltre l’ironia servendosi di arguta sincerità.
(Testo di Andrianna Campbell)
Amy Feldman
(1981, New Windsor, NY) vive e lavora a Brooklyn, New York.
Amy Feldman si è diplomata presso la Rhode Island School of Design nel 2003 e ha conseguito il master in belle arti presso la Rutgers University nel 2008. Ha avuto numerose mostre personali presso Blackston, New York; Sorry We’re Closed, Brussels, Belgio; ANNAELLEGALLERY, Stoccolma, Svezia. Le sue opere sono state incluse in mostre collettive tra le quali ricordiamo quelle presso Kunstmuseum Bonn, Germania; Museo Britanico Americano, Città del Messico; Musée d’art Moderne, Saint-Etienne, Francia; New Britain Museum of American Art, CT; The American Academy of Arts and Letters, New York, NY. Nel 2016 esporrà presso Ratio 3, San Francisco e nel 2017 al Nerman Museum, Overland Park. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti ed ha partecipato a diverse residencies tra cui il Joan Mitchell Foundation Grant, il Marie Walsh Sharpe Residency Fellowship, il Robert Motherwell Fellowship at the MacDowell Colony, la Yaddo Residency Fellowship, il VCUarts Fountainhead Fellowship, il Henry Street Settlement/Abrons Art Center Residency e Skowhegan School of Painting and Sculpture Fellowship (2009).
Opening 19 novembre 2015 ore 19-21.
Moon Decorum, l’opera da cui la mostra prende il titolo, mette in luce entrambi gli aspetti. Da una parte ci sono le forme fluide e ondulate che si dipanano verso l’esterno mettendo in risalto le gocce di colore ai bordi del dipinto, come accade nei dipinti in bianco e nero di Willem de Kooning. Dall’altra parte, il tratto utilizzato dall’artista evidenzia una serialità ridotta che si manifesta quasi fosse una nota a piè di un’espressione o un’affermazione dell’ironia del gesto pittorico, ricordando così i lavori di Jasper Johns. È in quest’ambivalenza che risiede quello che nelle opere dell’artista viene denominato attrito: la luna si dimostra precisa e regolare nella sua rotazione ed al tempo stesso il suo potere trasformativo (basti pensare al mito del lupo mannaro) incarna le nostre paure primordiali. L’oscurità di questi dipinti è analoga all’immensità fredda e vuota dello spazio e alla paura che ci assale nel buio della notte. Come suggerito dalla teoria di Heidegger, sia l’angoscia che la fuga, sono sentimenti astratti e concreti al tempo stesso.
È interessante notare come Amy Feldman abbia intitolato la sua mostra tenendo in considerazione la luna e le sue molteplici connotazioni. Quando pensiamo all’influenza delle fasi lunari in termini scientifici o poetici è dato tutto già per assodato. Siamo altresì abituati a fare una netta distinzione tra l’astronomia e la pittura: la visione scientifica dei pianeti si oppone all’immagine romantica del rückenfigurs, dove le figure sostano dando le spalle all’osservatore mentre osservano una sfera luminosa nel cielo; proprio come avviene nei dipinti di Friedrich. Per i nostri antenati questa divisione non sussisteva. Platone studiò la rivoluzione della luna con precisione matematica ed al tempo stesso capì che essa era anche un mezzo divino per punire gli essere umani. È questa dualità che Amy Feldman rappresenta nei suoi lavori più recenti.
Un dipinto come Swollen Omen allude proprio alle preoccupazioni primarie appena accennate ricordando le forme di un corpo con le sue cavità e le sue sporgenze che simulano le viscere. È il corpo dell’artista? Un’abbreviazione del movimento del pennello sulla tela? È un ginocchio oppure una coscia? Le linee tracciate dall’artista sono allusive, ma non è questo che le interessa. Ciò che merita di essere considerato è come queste forme attivino i ricordi e le associazioni mentali. Le forme di Amy Feldman ci ricordano un corpo scientifico e il poetico, in sospeso tra l’anatomia e la seduzione. L’artista diventa strumento attivo nella creazione delle fini superfici bianche dei suoi dipinti dove si nota la natura selvaggia ed al contempo moderata della sua azione attraverso l’utilizzo dell’acrilico grigio che viene steso sulla tela.
Utilizza varie sfumature di grigio; dal color peltro al calcestruzzo. Le tonalità di Amy Feldman sono legate insieme dal gesto pittorico. Sono simili a nuvole che gettano l’ombra sul paesaggio, intangibili ed astratte che al contempo conferiscono un senso di movimento alla tela. Talvolta appena accennate, talaltra rese evidenti, rivelano il gesto personale dell’artista.
È il gesto pittorico che movimenta e da un senso di cambiamento nel lavoro di Amy Feldman. Le pennellate mostrano l’influenza di movimenti come il Futurismo o la Pop Art di Warhol e Lichtenstein. Le opere proposte per Moon Decorum fanno riferimento anche a momenti della storia dell’arte che sono stati meno famosi: come ad esempio il lavoro di Nicholas Krushkenick. Diversamente da Krushkenick, Amy Feldman limita l’influenza di tutti questi artisti inventando qualcosa di completamente nuovo. Non siamo più nell’era dell’iper-mercificazione, dell’arte ragionata. Oggi consumiamo velocemente le immagini, i prodotti e le idee ma sentiamo continuamente la malinconia dei tempi passati. Le opere di Amy Feldman permettono l’individuazione di un’astrazione contemporanea che va oltre l’ironia servendosi di arguta sincerità.
(Testo di Andrianna Campbell)
Amy Feldman
(1981, New Windsor, NY) vive e lavora a Brooklyn, New York.
Amy Feldman si è diplomata presso la Rhode Island School of Design nel 2003 e ha conseguito il master in belle arti presso la Rutgers University nel 2008. Ha avuto numerose mostre personali presso Blackston, New York; Sorry We’re Closed, Brussels, Belgio; ANNAELLEGALLERY, Stoccolma, Svezia. Le sue opere sono state incluse in mostre collettive tra le quali ricordiamo quelle presso Kunstmuseum Bonn, Germania; Museo Britanico Americano, Città del Messico; Musée d’art Moderne, Saint-Etienne, Francia; New Britain Museum of American Art, CT; The American Academy of Arts and Letters, New York, NY. Nel 2016 esporrà presso Ratio 3, San Francisco e nel 2017 al Nerman Museum, Overland Park. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti ed ha partecipato a diverse residencies tra cui il Joan Mitchell Foundation Grant, il Marie Walsh Sharpe Residency Fellowship, il Robert Motherwell Fellowship at the MacDowell Colony, la Yaddo Residency Fellowship, il VCUarts Fountainhead Fellowship, il Henry Street Settlement/Abrons Art Center Residency e Skowhegan School of Painting and Sculpture Fellowship (2009).
Opening 19 novembre 2015 ore 19-21.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
-
Dal 19 novembre 2024 al 09 febbraio 2025
Roma | Galleria Borghese
Poesia e Pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la meravigliosa passione
-
Dal 16 novembre 2024 al 11 maggio 2025
Asti | Palazzo Mazzetti
Escher
-
Dal 16 novembre 2024 al 08 dicembre 2024
Venezia | Arsenale Nord
ARTE LAGUNA PRIZE. Mostra dei finalisti della 18ᵃ e 19ᵃ edizione
-
Dal 16 novembre 2024 al 09 febbraio 2025
Milano | Museo Diocesano Carlo Maria Martini
Giovanni Chiaramonte. Realismo infinito
-
Dal 16 novembre 2024 al 16 dicembre 2024
Bologna | Collezioni Comunali d'Arte Palazzo d'Accursio
Alex Trusty. Contemporary Museum Watching
-
Dal 31 ottobre 2024 al 24 febbraio 2025
Milano | Fondazione Prada
Meriem Bennani. For My Best Family