D17. Fotografie Da Re dall'archivio della Fondazione Dalmine
Dal 13 Settembre 2013 al 24 Novembre 2013
Milano
Luogo: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
Indirizzo: via San Vittore 21
Orari: da martedì a venerdì 9.30-17; sabato e festivi 9.30-18.30
Curatori: Giacinto Di Pietrantonio, M. Cristina Rodeschini
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 7
Telefono per informazioni: +39 02 485551
E-Mail info: museo@museoscienza.org
Sito ufficiale: http://www.museoscienza.org
Dal 13 settembre al 24 novembre 2013 il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano ospita la mostra D17. Fotografie Da Re dall’archivio della Fondazione Dalmine. L’esposizione nasce dalla collaborazione fra la Fondazione Dalmine, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci.
La Fondazione Dalmine, impegnata dal 1999 nella valorizzazione dell’archivio storico di TenarisDalmine e nella promozione della memoria e della cultura industriale, ha coinvolto due curatori di arte contemporanea in un percorso di interpretazione del proprio ricco patrimonio fotografico, che include migliaia di immagini relative a macchinari, processi, persone prodotti, attività, spazi industriali, dal 1906 ai giorni nostri.
Per i prestigiosi spazi del chiostro del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Giacinto Di Pietrantonio e M. Cristina Rodeschini, direttori della GAMeC, hanno selezionato 140 immagini fra le numerose realizzate tra gli anni Venti e gli anni Ottanta dallo storico studio bergamasco dei fotografi Da Re. Gli scatti mostrano uno spaccato singolare della ricchezza e della forza delle immagini d’industria, grazie alla capacità di Sandro e del padre Umberto Da Re di seguire le esigenze della committenza senza rinunciare allo stile e alla qualità formale.
D17 è la sigla con cui lo studio ha identificato, per oltre mezzo secolo, le fotografie realizzate per conto dell’azienda, oggi TenarisDalmine. Le immagini presentate in mostra sono proposte al pubblico in un gioco di rimandi e letture inedite, che vanno al di là del contenuto storico e informativo. Lo sguardo dell’arte contemporanea da un lato, e una sede espositiva quanto mai appropriata come quella del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, conferiscono alle immagini una nuova vita.
In occasione della mostra D17 il Museo apre i suoi spazi per raccontare il patrimonio materiale e immateriale di una grande industria. L’esposizione segna una nuova tappa nella collaborazione tra il Museo e TenarisDalmine, collaborazione nata negli anni Cinquanta quando il fondatore del Museo Guido Ucelli coinvolse le più grandi aziende italiane nello sviluppo delle collezioni. Uno tra gli oggetti più significativi ancora oggi esposti è il laminatoio Mannesmann, donato da Dalmine nel 1958. La relazione fra le due realtà ha permesso anche negli anni recenti la realizzazione di diverse attività e l’acquisizione di nuovi oggetti tecnologici, come il modello di colonna di rivestimento per pozzo petrolifero nel 2010.
Con la mostra D17, presentata lo scorso anno a Bergamo, la Fondazione Dalmine prosegue un filone di attività e studio, con particolare attenzione alla fotografia e al rapporto di committenza che, nel corso degli oltre cento anni di vita, ha legato l’azienda a importanti fotografi. Il progetto, che ha già condotto alla pubblicazione nella collana dei Quaderni di un volume dedicato allo studio Da Re, prevede la realizzazione di pubblicazioni, mostre e iniziative dedicate ad altri autori presenti nell’archivio Fondazione.
Per approfondire questi temi, mercoledì 30 ottobre la Fondazione Dalmine, la Fondazione ISEC e il Museo, con il patrocinio di Museimpresa - Associazione italiana dei musei e degli archivi d'impresa e dell’ANAI Lombardia - Associazione nazionale archivistica italiana, presentano il workshop “Fotografi in Archivio: patrimonio dell’industria e del lavoro” durante il quale responsabili di archivi, istituzioni culturali e museali, fotografi si confrontano su come l’industria ha rappresentato il proprio mondo attraverso lo sguardo di grandi professionisti dell’immagine.
Con queste iniziative la Fondazione Dalmine conferma il proprio impegno nella promozione della cultura industriale non solo attraverso la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico aziendale, ma anche attraverso la proficua collaborazione con importanti istituzioni culturali sui temi della storia come elemento per comprendere la contemporaneità.
La Fondazione Dalmine, impegnata dal 1999 nella valorizzazione dell’archivio storico di TenarisDalmine e nella promozione della memoria e della cultura industriale, ha coinvolto due curatori di arte contemporanea in un percorso di interpretazione del proprio ricco patrimonio fotografico, che include migliaia di immagini relative a macchinari, processi, persone prodotti, attività, spazi industriali, dal 1906 ai giorni nostri.
Per i prestigiosi spazi del chiostro del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Giacinto Di Pietrantonio e M. Cristina Rodeschini, direttori della GAMeC, hanno selezionato 140 immagini fra le numerose realizzate tra gli anni Venti e gli anni Ottanta dallo storico studio bergamasco dei fotografi Da Re. Gli scatti mostrano uno spaccato singolare della ricchezza e della forza delle immagini d’industria, grazie alla capacità di Sandro e del padre Umberto Da Re di seguire le esigenze della committenza senza rinunciare allo stile e alla qualità formale.
D17 è la sigla con cui lo studio ha identificato, per oltre mezzo secolo, le fotografie realizzate per conto dell’azienda, oggi TenarisDalmine. Le immagini presentate in mostra sono proposte al pubblico in un gioco di rimandi e letture inedite, che vanno al di là del contenuto storico e informativo. Lo sguardo dell’arte contemporanea da un lato, e una sede espositiva quanto mai appropriata come quella del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, conferiscono alle immagini una nuova vita.
In occasione della mostra D17 il Museo apre i suoi spazi per raccontare il patrimonio materiale e immateriale di una grande industria. L’esposizione segna una nuova tappa nella collaborazione tra il Museo e TenarisDalmine, collaborazione nata negli anni Cinquanta quando il fondatore del Museo Guido Ucelli coinvolse le più grandi aziende italiane nello sviluppo delle collezioni. Uno tra gli oggetti più significativi ancora oggi esposti è il laminatoio Mannesmann, donato da Dalmine nel 1958. La relazione fra le due realtà ha permesso anche negli anni recenti la realizzazione di diverse attività e l’acquisizione di nuovi oggetti tecnologici, come il modello di colonna di rivestimento per pozzo petrolifero nel 2010.
Con la mostra D17, presentata lo scorso anno a Bergamo, la Fondazione Dalmine prosegue un filone di attività e studio, con particolare attenzione alla fotografia e al rapporto di committenza che, nel corso degli oltre cento anni di vita, ha legato l’azienda a importanti fotografi. Il progetto, che ha già condotto alla pubblicazione nella collana dei Quaderni di un volume dedicato allo studio Da Re, prevede la realizzazione di pubblicazioni, mostre e iniziative dedicate ad altri autori presenti nell’archivio Fondazione.
Per approfondire questi temi, mercoledì 30 ottobre la Fondazione Dalmine, la Fondazione ISEC e il Museo, con il patrocinio di Museimpresa - Associazione italiana dei musei e degli archivi d'impresa e dell’ANAI Lombardia - Associazione nazionale archivistica italiana, presentano il workshop “Fotografi in Archivio: patrimonio dell’industria e del lavoro” durante il quale responsabili di archivi, istituzioni culturali e museali, fotografi si confrontano su come l’industria ha rappresentato il proprio mondo attraverso lo sguardo di grandi professionisti dell’immagine.
Con queste iniziative la Fondazione Dalmine conferma il proprio impegno nella promozione della cultura industriale non solo attraverso la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico aziendale, ma anche attraverso la proficua collaborazione con importanti istituzioni culturali sui temi della storia come elemento per comprendere la contemporaneità.
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