DAW® di Canestra di frutta di Michelangelo Merisi da Caravaggio
Dal 03 Aprile 2019 al 14 Luglio 2019
Milano
Luogo: Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Indirizzo: piazza Pio XI, 2
Enti promotori:
- Save the Artistic Heritage
Telefono per informazioni: +39 02 806921
E-Mail info: contatti@ambrosiana.it
Sito ufficiale: http://www.ambrosiana.eu
L’associazione Save the Artistic Heritage – organizzazione non profit per la promozione e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico italiano – è lieta di esporre per la prima volta all’interno della Collezione Permanente della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, il DAW® (edizione digitale limitata) del capolavoro di Michelangelo Merisi da Caravaggio, la Canestra di frutta, in prestito a Palazzo Reale (Milano) fino al 14 luglio 2019 in occasione della mostra Il meraviglioso mondo della natura. Una favola tra arte, mito e scienza a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, organizzata in occasione delle celebrazioni per i 500 anni della morte di Leonardo da Vinci.
La Canestra di frutta è uno dei dipinti di Caravaggio più conosciuti in assoluto, un’opera d’arte iconica tra le più celebri della storia dell’arte di tutti i tempi, entrata nell’immaginario collettivo come perfetta rappresentazione del genere della natura morta. Il dipinto è probabilmente anche l’opera più celebre presente nella collezione del cardinale Federico Borromeo, nucleo originario della Pinacoteca Ambrosiana: rappresenta un canestro di vimini da cui traboccano frutti e foglie, il tutto eseguito con grande realismo e attenzione al dettaglio, quasi in contrasto col fondo neutro e astratto del quadro e la linea di colore su cui il canestro stesso è appoggiato. La Canestra è entrata nella collezione del ASSOCIAZIONE CULTURALE Via Finetti, 15, Piacenza fondatore dell’Ambrosiana nel 1607, come documenta lo stesso cardinale in un codicillo del 17 di settembre di quell'anno: "Un quadro di lunghezza di un braccio, et di tre quarti all'incirca di altezza, dove in campo bianco è dipinto un Canestro di frutti parte ne rami con lor foglie, et parte spiccati da essi/fra questi vi sono due grappoli di uva, uno di bianca, et / l'altro di nera, fichi, mele, et altri di mano di Michele/ Agnolo da Caravaggio". Più volte Federico Borromeo parla di questo dipinto straordinario nei suoi scritti e afferma di aver cercato invano un’opera che potesse starle a confronto, ma esso “per la sua incomparabile bellezza ed eccellenza, rimase solo”. Indagini radiografiche hanno confermato che il dipinto è stato realizzato su una tela di recupero, secondo una consuetudine del periodo romano – quando il Caravaggio dipingeva direttamente su precedenti stesure pittoriche – e hanno dato modo a Roberto Longhi di poter dire che il dipinto non era in alcun modo il ritaglio di uno più grande e con un soggetto di figura come si riteneva fino alla metà del Novecento. All’epoca di Caravaggio non era infatti comune vedere un soggetto simile, e in questo l’artista milanese è stato iniziatore e innovatore del concetto stesso di natura morta, preso nella sua unicità e naturalezza ed elevato al rango della grande pittura. Della Canestra di frutta sono state date molte interpretazioni, anche di carattere religioso: indubbiamente l’estremo realismo con cui sono accostati i frutti freschi e quelli ormai bacati, e le foglie che progressivamente seccano accartocciandosi, rendono percepibile lo scorrere inesorabile del tempo.
Attualmente in prestito, l’opera è sostituita per la prima volta in assoluto (fino al 14 luglio 2019) da un DAW® – Digital ArtWork, un’edizione digitale su monitor riprodotta in serie limitata, numerata e certificata, in scala 1:1 in tutto e per tutto fedele all’originale, realizzata dall’azienda Cinello in accordo con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana utilizzando un’innovativa tecnologia brevettata.
L’iniziativa è promossa da Save the Artistic Heritage – associazione non profit nata con l’obiettivo di valorizzare in ambito nazionale e internazionale il patrimonio storico e artistico, italiano in primis, attraverso azioni e strumenti di divulgazione e condivisione, in combinazione con le nuove tecnologie digitali, e di innescare nuove modalità di sostegno – e si inserisce in un più ampio quadro di valorizzazione del patrimonio della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, grazie al quale già dall’estate scorsa sono stati esposti dei DAW® (riproduzioni digitali) in sostituzione di opere originali in prestito (nello specifico il Cristo risorto di Marco Basaiti). In particolare, grazie all’accordo di collaborazione stipulato da Cinello con alcuni dei più importanti musei italiani – tra cui la Veneranda Biblioteca Ambrosiana – con il benestare del MiBACT, Ministero dei beni e delle attività culturali, Save the Artistic Heritage si impegna a far circolare ed esporre in formato digitale, con finalità educative e divulgative, quei capolavori “inamovibili” del nostro patrimonio. La metà dei ricavi netti provenienti dalla circolazione o dalla vendita dei DAW® andrà ai musei possessori dei diritti degli originali – in questo caso alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana – aiutando i musei e gli istituti partner a conservare nel miglior modo possibile e a valorizzare l’inestimabile patrimonio di cui sono custodi.
La presentazione è realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center. Si ringrazia l’azienda Frescobaldi in qualità di partner tecnico.
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