Fabio Imperiale. Marginalia
Dal 17 Novembre 2023 al 01 Dicembre 2023
Milano
Luogo: Fondazione Luciana Matalon
Indirizzo: Foro Buonaparte 67
Orari: da martedì a sabato 10.00-13.00 / 14.00-19.00
Curatori: Sandra Sanson
Enti promotori:
- Cris Contini Contemporary
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 878781
E-Mail info: fineart@fondazionematalon.org
Sito ufficiale: http://www.fondazionematalon.org
La resilienza, la determinazione e la solidarietà femminile protagoniste del nuovo progetto artistico di Fabio Imperiale.
In occasione del mese dedicato alle donne, la Fondazione Luciana Matalon di Milano ospita, dal 17 novembre al 1 dicembre 2023, Marginalia, mostra dell’artista Fabio Imperiale, curata da Sandra Sansoncon un testo critico di Vera Agosti.
L’esposizione, promossa da Cris Contini Contemporary di Cristian Contini e Fulvio Granocchia, è realizzata con la collaborazione di Circle Dynamic Luxury Magazine e la partecipazione di Scarpetta Rossa APS.
Venti donne, una per ogni regione italiana, affidano la propria testimonianza all’artista, nell’ambito di altrettante residenze artistiche.
Venti ritratti femminili per un inedito affresco del nostro paese che tocca ambiti diversi, dalla natura alla famiglia, dal lavoro al sociale, sino alla sensibilizzazione del pubblico su tematiche come l’autodeterminazione della donna, la parità di genere e l’empowerment femminile, strumenti fondamentali per promuovere il cambiamento.
Artiste, sportive, imprenditrici, pastore, portuali, attiviste, single, fidanzate, mogli, madri, donne portatrici di una straordinaria normalità. Un racconto che attraversa l’Italia varcandone i confini con il ritratto di Princess, una donna nigeriana vittima della tratta, che ha saputo riscattarsi e aiutare altre ragazze.
Convinto che l’arte debba leggere la realtà circostante e restituirne una visione capace di stimolare emozioni e riflessioni, Fabio Imperiale ha trascorso alcuni giorni nelle case delle protagoniste, parlando con loro e approfondendo la loro storia. Da ogni residenza è nato un ritratto, dipinto con caffè, inchiostro e bitume su un collage di cartoline antiche composto dall’artista insieme alla sua ospite e successivamente montato su tavola. Ad accompagnare il dipinto, anche le parole dell’artista, raccolte in un diario di viaggio.
Il corpo della donna, da sempre centrale nella ricerca dell’artista, viene restituito attraverso una figurazione intima, delicata ma estremamente potente. Ogni opera racchiude, infatti, un intreccio di vite: il mondo della protagonista, il sentire dell’artista, i frammenti di memoria che affiorano dalle cartoline antiche, favorendo una riflessione più ampia sulla società, sull’arte e sulla connessione umana.
Il titolo della mostra – Marginalia – fa riferimento all’insieme delle annotazioni che, prima dell’invenzione della stampa, venivano riportate ai margini del manoscritto. Una scelta che sottolinea il desiderio di Fabio Imperiale di muoversi con garbo nelle vite delle persone, sfogliandole con cura e annotando le sue riflessioni a margine, per scrivere la sua storia della storia
«Tante donne – scrive Vera Agosti – sono colte di spalle o di tre quarti con il volto nascosto, ritratti non ritratti, immagini meditative e contemplative. Sono figure che ci appaiono misteriose: il loro segreto lo svela l’artista attraverso il suo scritto. I colori sono quelli della terra e della polvere, la tinta per eccellenza della memoria».
«L’uso del caffè e del bitume va oltre la mera scelta di pigmenti», prosegue Sandra Sanson. «Il caffè, con il suo tono caldo e le sue sfumature terrose, può essere visto come un richiamo alla terra e alla natura. Il bitume, una sostanza che emerge dal sottosuolo, rappresenta una sorta di connessione tra la superficie e le profondità, un simbolo dell’essenza stessa della vita. Tutto questo riflette una tendenza più ampia nell’arte contemporanea, in cui gli artisti stanno sempre più cercando di rompere gli schemi, superando i confini delle forme tradizionali e abbracciando materiali e temi che riflettono i dilemmi e valori del nostro tempo».
«Gli spazi espositivi della Fondazione – dichiara Nello Taietti, Presidente della Fondazione Luciana Matalon – sono stati fortemente voluti dall’artista Luciana Matalon per accogliere le sue opere; gli interventi diretti dell’autrice nell’architettura sono essi stessi frutto di un desiderio espressivo, che invita i visitatori ad avvicinarsi al processo artistico e al percorso di una donna e autrice, testimone dello scorrere del tempo per più di cinquant’anni di attività nel mondo dell’arte. Siamo lieti che possano ospitare le opere di Fabio Imperiale e intrecciarsi alla narrazione del suo operato».
Parte fondamentale del progetto sono anche i testi di Fabio Imperiale: brevi racconti che compongono il suo diario di viaggio. Ogni testo è diventato, inoltre, un podcast, con la voce dell’artista: https://podcasters.spotify.com/pod/show/cris-contini-contem. Il volume, disponibile in mostra, contiene i testi critici di Sandra Sanson e Vera Agosti, le opere e la loro contestualizzazione.
Fabio Imperiale si avvicina alla pittura a partire dal 2004, dopo essersi diplomato all’accademia grafica di Roma. A partire dal 2010, si dedica alle folle anonime immerse in un paesaggio urbano dinamico, che successivamente diventeranno individui-ombre e donne “sospese”, con valigie ed ombrelli, in attesa di un treno o di un aereo in luoghi non collocabili nello spazio e nel tempo. Dal 2014, si concentra su figure solitarie e monocrome collocate in spazi non identificabili, fino a ritornare, qualche anno dopo, al femminile come soggetto esclusivo. Nonostante la costante dell’assenza di vestiti, il ritratto viene ribaltato e l’esplorazione si fa da esteriore a interiore. Sono gli anni di Istinto di separazione, Sineddoche e della personale Nottetempo. Imperiale, inoltre, si avvicina in questo periodo al materiale postale privato: buste da lettera, cartoline, mappe, lettere e manoscritti diventano i tasselli, combinati in ritmi e numeri variabili, per le sue nuove tele. Un capitolo a parte va dedicato alla serie realizzata su buste da lettera, idea nata dalla lettura di Buste di Poesia di Emily Dickinson. Collabora con Cris Contini Contemporary a livello italiano e internazionale e partecipa a fiere di settore.
In occasione del mese dedicato alle donne, la Fondazione Luciana Matalon di Milano ospita, dal 17 novembre al 1 dicembre 2023, Marginalia, mostra dell’artista Fabio Imperiale, curata da Sandra Sansoncon un testo critico di Vera Agosti.
L’esposizione, promossa da Cris Contini Contemporary di Cristian Contini e Fulvio Granocchia, è realizzata con la collaborazione di Circle Dynamic Luxury Magazine e la partecipazione di Scarpetta Rossa APS.
Venti donne, una per ogni regione italiana, affidano la propria testimonianza all’artista, nell’ambito di altrettante residenze artistiche.
Venti ritratti femminili per un inedito affresco del nostro paese che tocca ambiti diversi, dalla natura alla famiglia, dal lavoro al sociale, sino alla sensibilizzazione del pubblico su tematiche come l’autodeterminazione della donna, la parità di genere e l’empowerment femminile, strumenti fondamentali per promuovere il cambiamento.
Artiste, sportive, imprenditrici, pastore, portuali, attiviste, single, fidanzate, mogli, madri, donne portatrici di una straordinaria normalità. Un racconto che attraversa l’Italia varcandone i confini con il ritratto di Princess, una donna nigeriana vittima della tratta, che ha saputo riscattarsi e aiutare altre ragazze.
Convinto che l’arte debba leggere la realtà circostante e restituirne una visione capace di stimolare emozioni e riflessioni, Fabio Imperiale ha trascorso alcuni giorni nelle case delle protagoniste, parlando con loro e approfondendo la loro storia. Da ogni residenza è nato un ritratto, dipinto con caffè, inchiostro e bitume su un collage di cartoline antiche composto dall’artista insieme alla sua ospite e successivamente montato su tavola. Ad accompagnare il dipinto, anche le parole dell’artista, raccolte in un diario di viaggio.
Il corpo della donna, da sempre centrale nella ricerca dell’artista, viene restituito attraverso una figurazione intima, delicata ma estremamente potente. Ogni opera racchiude, infatti, un intreccio di vite: il mondo della protagonista, il sentire dell’artista, i frammenti di memoria che affiorano dalle cartoline antiche, favorendo una riflessione più ampia sulla società, sull’arte e sulla connessione umana.
Il titolo della mostra – Marginalia – fa riferimento all’insieme delle annotazioni che, prima dell’invenzione della stampa, venivano riportate ai margini del manoscritto. Una scelta che sottolinea il desiderio di Fabio Imperiale di muoversi con garbo nelle vite delle persone, sfogliandole con cura e annotando le sue riflessioni a margine, per scrivere la sua storia della storia
«Tante donne – scrive Vera Agosti – sono colte di spalle o di tre quarti con il volto nascosto, ritratti non ritratti, immagini meditative e contemplative. Sono figure che ci appaiono misteriose: il loro segreto lo svela l’artista attraverso il suo scritto. I colori sono quelli della terra e della polvere, la tinta per eccellenza della memoria».
«L’uso del caffè e del bitume va oltre la mera scelta di pigmenti», prosegue Sandra Sanson. «Il caffè, con il suo tono caldo e le sue sfumature terrose, può essere visto come un richiamo alla terra e alla natura. Il bitume, una sostanza che emerge dal sottosuolo, rappresenta una sorta di connessione tra la superficie e le profondità, un simbolo dell’essenza stessa della vita. Tutto questo riflette una tendenza più ampia nell’arte contemporanea, in cui gli artisti stanno sempre più cercando di rompere gli schemi, superando i confini delle forme tradizionali e abbracciando materiali e temi che riflettono i dilemmi e valori del nostro tempo».
«Gli spazi espositivi della Fondazione – dichiara Nello Taietti, Presidente della Fondazione Luciana Matalon – sono stati fortemente voluti dall’artista Luciana Matalon per accogliere le sue opere; gli interventi diretti dell’autrice nell’architettura sono essi stessi frutto di un desiderio espressivo, che invita i visitatori ad avvicinarsi al processo artistico e al percorso di una donna e autrice, testimone dello scorrere del tempo per più di cinquant’anni di attività nel mondo dell’arte. Siamo lieti che possano ospitare le opere di Fabio Imperiale e intrecciarsi alla narrazione del suo operato».
Parte fondamentale del progetto sono anche i testi di Fabio Imperiale: brevi racconti che compongono il suo diario di viaggio. Ogni testo è diventato, inoltre, un podcast, con la voce dell’artista: https://podcasters.spotify.com/pod/show/cris-contini-contem. Il volume, disponibile in mostra, contiene i testi critici di Sandra Sanson e Vera Agosti, le opere e la loro contestualizzazione.
Fabio Imperiale si avvicina alla pittura a partire dal 2004, dopo essersi diplomato all’accademia grafica di Roma. A partire dal 2010, si dedica alle folle anonime immerse in un paesaggio urbano dinamico, che successivamente diventeranno individui-ombre e donne “sospese”, con valigie ed ombrelli, in attesa di un treno o di un aereo in luoghi non collocabili nello spazio e nel tempo. Dal 2014, si concentra su figure solitarie e monocrome collocate in spazi non identificabili, fino a ritornare, qualche anno dopo, al femminile come soggetto esclusivo. Nonostante la costante dell’assenza di vestiti, il ritratto viene ribaltato e l’esplorazione si fa da esteriore a interiore. Sono gli anni di Istinto di separazione, Sineddoche e della personale Nottetempo. Imperiale, inoltre, si avvicina in questo periodo al materiale postale privato: buste da lettera, cartoline, mappe, lettere e manoscritti diventano i tasselli, combinati in ritmi e numeri variabili, per le sue nuove tele. Un capitolo a parte va dedicato alla serie realizzata su buste da lettera, idea nata dalla lettura di Buste di Poesia di Emily Dickinson. Collabora con Cris Contini Contemporary a livello italiano e internazionale e partecipa a fiere di settore.
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