Fabio Rama. Fiuto presenta Finto
Dal 29 Marzo 2014 al 31 Maggio 2014
Milano
Luogo: Circle
Indirizzo: via Stendhal 36
Curatori: Fabrizio Gilardi
Telefono per informazioni: +39 340 5250155
E-Mail info: e20webtv@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.circlemilano.com
Fabio Rama, artista milanese conosciuto per la sua imprevedibile irruenza – naif, girovago tra street art, surrealismo e concettuale – sarà il protagonista della nuova esposizione al Circle, locale in via Stendhal 36, a pochi passi dalla via Tortona.
Sabato 29 marzo, ore 18.30 l’inaugurazione in presenza dell’artista e di Fabrizio Gilardi, curatore dell’evento.
“In questa mostra personale Fabio Rama riutilizza, come suo solito, superfici e materiali di recupero sui quali interviene graficamente e in modo accumulativo, strato su strato, usando varie tecniche quali collage, pittura e cancellazione.
Con queste opere l’artista propone un riassunto e un’interazione tra alcuni cicli ai quali aveva lavorato in precedenza.
All’interno del locale presenterà anche una piccola installazione di foto manipolate che ha preso dai social network, e una sorta di percorso facciale.
La ricerca di questo artista non segue le linee di qualche movimento o scuola di pensiero, egli se ne discosta e le rifiuta. Nei suoi ultimi lavori interviene su foto e altre opere già esistenti e talvolta ne crea di nuove, sfrutta qualche oggetto banale per stravolgerlo con alcuni piccoli inserimenti, facendo sì che ci dica qualcosa di importante. Dipinge utilizzando molti materiali e tecniche, dallo smalto tipografico all’aerosol, dalle polveri agli acidi; compone sculture con l’arte del riciclo, scrive frasi che rende in parte invisibili con modalità simili a quelle della poesia visuale e, se vi capiterà di incontrarlo in giro, vi accorgerete che fa di se stesso una performance artistica.
Almeno due fattori identificativi sono tuttavia ben evidenti nell’arte di Fabio Rama: il primo è l’utilizzo quale simbolo onnipresente, di una faccina dal naso lungo e appuntito, che può essere anche vista come una maschera; il secondo è costituito dalle identità molteplici che egli si crea attraverso l’uso di pseudonimi che periodicamente rinnova.
In quest’occasione con il nick-name “Finto”, ci viene proposta una nuova identità che mette maggiormente l’accento sugli elementi di trasformazione e camuffamento, mentre Fiuto, usato da tempo, si abbina più facilmente al naso della faccina, e può richiamarci diverse cose, per esempio il fiutare l’inganno salvandosi così dal credere a ciò che vediamo, o forse ci fa pensare che il naso appartiene a persone e cose ritratte nelle immagini, identificate in tal modo come bugiarde, o ancora che il naso sia esso stesso un elemento di mascheramento. Del resto, un’arte valida che non susciti dubbi e dibattito non è ancora stata inventata e, vien da dire, per fortuna!”
(Testo a cura di Fabrizio Gilardi – Action Art)
Fiuto (Milano 1975) Artista autodidatta, vive e lavora a Milano. Ha realizzato diversi cicli pittorici e installazioni ispirandosi all’iconografia della pop art americana e ai temi di grandi pittori del passato. Recentemente si è avvicinato alla video-arte e alle nuove sperimentazioni linguistiche sull’arte globalizzata. Attualmente il suo lavoro mira a distruggere tutta l’arte concettuale di maniera.
“Le mie sono visioni di un risveglio,
come incubi infantili che si intromettono
tra miti che non ho scelto,
tra simboli che non ho disegnato.” (©L_12)
Sabato 29 marzo, ore 18.30 l’inaugurazione in presenza dell’artista e di Fabrizio Gilardi, curatore dell’evento.
“In questa mostra personale Fabio Rama riutilizza, come suo solito, superfici e materiali di recupero sui quali interviene graficamente e in modo accumulativo, strato su strato, usando varie tecniche quali collage, pittura e cancellazione.
Con queste opere l’artista propone un riassunto e un’interazione tra alcuni cicli ai quali aveva lavorato in precedenza.
All’interno del locale presenterà anche una piccola installazione di foto manipolate che ha preso dai social network, e una sorta di percorso facciale.
La ricerca di questo artista non segue le linee di qualche movimento o scuola di pensiero, egli se ne discosta e le rifiuta. Nei suoi ultimi lavori interviene su foto e altre opere già esistenti e talvolta ne crea di nuove, sfrutta qualche oggetto banale per stravolgerlo con alcuni piccoli inserimenti, facendo sì che ci dica qualcosa di importante. Dipinge utilizzando molti materiali e tecniche, dallo smalto tipografico all’aerosol, dalle polveri agli acidi; compone sculture con l’arte del riciclo, scrive frasi che rende in parte invisibili con modalità simili a quelle della poesia visuale e, se vi capiterà di incontrarlo in giro, vi accorgerete che fa di se stesso una performance artistica.
Almeno due fattori identificativi sono tuttavia ben evidenti nell’arte di Fabio Rama: il primo è l’utilizzo quale simbolo onnipresente, di una faccina dal naso lungo e appuntito, che può essere anche vista come una maschera; il secondo è costituito dalle identità molteplici che egli si crea attraverso l’uso di pseudonimi che periodicamente rinnova.
In quest’occasione con il nick-name “Finto”, ci viene proposta una nuova identità che mette maggiormente l’accento sugli elementi di trasformazione e camuffamento, mentre Fiuto, usato da tempo, si abbina più facilmente al naso della faccina, e può richiamarci diverse cose, per esempio il fiutare l’inganno salvandosi così dal credere a ciò che vediamo, o forse ci fa pensare che il naso appartiene a persone e cose ritratte nelle immagini, identificate in tal modo come bugiarde, o ancora che il naso sia esso stesso un elemento di mascheramento. Del resto, un’arte valida che non susciti dubbi e dibattito non è ancora stata inventata e, vien da dire, per fortuna!”
(Testo a cura di Fabrizio Gilardi – Action Art)
Fiuto (Milano 1975) Artista autodidatta, vive e lavora a Milano. Ha realizzato diversi cicli pittorici e installazioni ispirandosi all’iconografia della pop art americana e ai temi di grandi pittori del passato. Recentemente si è avvicinato alla video-arte e alle nuove sperimentazioni linguistiche sull’arte globalizzata. Attualmente il suo lavoro mira a distruggere tutta l’arte concettuale di maniera.
“Le mie sono visioni di un risveglio,
come incubi infantili che si intromettono
tra miti che non ho scelto,
tra simboli che non ho disegnato.” (©L_12)
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