Franco Bemporad. Punti nient'altro che punti

Franco Bemporad, Superficie sensoriale, 1961, olio su tela, 70x100cm
Dal 28 January 2014 al 28 March 2014
Milano
Luogo: Montrasio Arte
Indirizzo: via Portatenaglia 1
Orari: da martedì a venerdì 11-18
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 878448
E-Mail info: milano@montrasioarte.com
Sito ufficiale: http://www.montrasioarte.com
Martedì 28 gennaio alle ore 18.30 nella sede milanese della galleria Montrasio Arte si inaugura la mostra Punti nient’altro che punti. A distanza di otto anni dalla triplice personale milanese Montrasio Arte ha il piacere di riproporre un omaggio alla parabola artistica di Franco Bemporad.Il colore organizzato in infinite sequenze di punti sviluppa la ricerca visiva di Franco Bemporad ( 1926 1989). All'artista fiorentino, che negli anni cinquanta abbandonò gli studi di medicina e di psicologia per rivolgersi dapprima al cinema e in seguito alla pittura, è dedicata la mostra personale che ripercorre la stagione delle Superficie sensoriali. Bemporad ritorna quindi da Montrasio Arte, con quindici tele e una decina di carte realizzate tra il 1959 al 1979. L'artista aderì nel 1957 al «Movimento Nucleare» firmando il manifesto «Contro lo Stile», e successivamente, dal 1961 al gruppo «Continuità», con Lucio Fontana, Piero Dorazio, Gastone Novelli, Achille Perilli, Arnaldo e Giò Pomodoro, Giulio Turcato
Un percorso originale che si avvia in ambito informale materico, con i «catrami» e le composizioni «polimateriche» degli anni Cinquanta, nei quali Bemporad realizza opere prevalentemente nere con la rara presenza del rosso e dell'argento, sovrapponendo spessi strati di catrame a diverse superfici preparate con materiali di recupero, come stracci, ferri, legni o gesso. Sul finire degli anni Cinquanta l'artista introduce un alfabeto di segni, composto da sequenze di pennellate che si susseguono ritmicamente in file sovrapposte. Racconti visivi, come in una scrittura pittorica, nei quali si alternano interventi di colore «tono su tono» o in contrasto. Colori applicati anche direttamente dal tubetto, sfruttando la forma circolare dell' imboccatura in modo da ottenere textures di punti materici, in rilievo e perfettamente allineati. Nella ripetizione metodica si annulla ogni componente emotiva o personale. I segni elementari, pennellate o punti, strutturano la superficie creando sottili vibrazioni di luce. «Strutture metodologiche che contrappongono al segno personale il segno, per quanto possibile, impersonale che si elimina poi in un insieme unificato» dichiarava l' artista nel ' 71. «La sensazione non è soltanto visiva ma anche tattile, vi è quindi una vibrazione della materia, una sua trasformazione in materia colore» .
Un percorso originale che si avvia in ambito informale materico, con i «catrami» e le composizioni «polimateriche» degli anni Cinquanta, nei quali Bemporad realizza opere prevalentemente nere con la rara presenza del rosso e dell'argento, sovrapponendo spessi strati di catrame a diverse superfici preparate con materiali di recupero, come stracci, ferri, legni o gesso. Sul finire degli anni Cinquanta l'artista introduce un alfabeto di segni, composto da sequenze di pennellate che si susseguono ritmicamente in file sovrapposte. Racconti visivi, come in una scrittura pittorica, nei quali si alternano interventi di colore «tono su tono» o in contrasto. Colori applicati anche direttamente dal tubetto, sfruttando la forma circolare dell' imboccatura in modo da ottenere textures di punti materici, in rilievo e perfettamente allineati. Nella ripetizione metodica si annulla ogni componente emotiva o personale. I segni elementari, pennellate o punti, strutturano la superficie creando sottili vibrazioni di luce. «Strutture metodologiche che contrappongono al segno personale il segno, per quanto possibile, impersonale che si elimina poi in un insieme unificato» dichiarava l' artista nel ' 71. «La sensazione non è soltanto visiva ma anche tattile, vi è quindi una vibrazione della materia, una sua trasformazione in materia colore» .
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