Generazioni a colloquio
Dal 27 Novembre 2015 al 08 Dicembre 2015
Milano
Luogo: Museo della Permanente
Indirizzo: via Filippo Turati 34
Orari: da lunedì a sabato 10-13 / 14.30-18.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 6551445
E-Mail info: info@lapermanente-milano.it
Sito ufficiale: http://www.lapermanente.it
La Permanente di Milano, nell’ambito della sua programmazione, è particolarmente lieta di inaugurare un nuovo progetto espositivo destinato a valorizzare l’importante contributo dato dagli artisti italiani delle ultime generazioni.
Generazioni a colloquio, il titolo scelto per questa rassegna, attraverso il dialogo tra maestri e giovani artisti, vuole dare voce alle espressioni della contemporaneità e far conoscere gli artisti emergenti.
Partecipano al progetto i maestri: Gabriella Benedini, Giovanni Campus, Alex Corno, Sandro Martini, Claudio Olivieri, Mario Raciti, Grazia Varisco e Franco Zazzeri.
Ognuno di loro ha individuato un artista emergente, giovane o comunque non ancora affermato sulla scena artistica nazionale, con il quale intende costruire un percorso espositivo di confronto e dialogo artistico e culturale.
L’iniziativa si articola in una serie di esposizioni, ciascuna della durata di circa dieci giorni, che culmineranno in momenti di dibattito aperti al pubblico.
Venerdì 27 novembre 2015, alle ore 18, si inizia con una doppia mostra: Gabriella Benedini dialoga con Marco La Rosa e Giovanni Campus dialoga con Daniele Nitti Sotres.
Gabriella Benedini (Cremona, 1932) si diploma all’Istituto d’Arte di Parma e frequenta l’Accademia di Brera. Dal 1958 al 1960 vive a Parigi, dove tiene mostre personali e partecipa a collettive. Rientrata in Italia, ha la sua prima mostra milanese nel 1962 alla Galleria Bergamini, presso la quale esporrà fino al 1980; in seguito gallerie di riferimento a Milano sono Spaziotemporaneo, Studio Cavenaghi e Arte 92. Viaggia moltissimo. Attenta all’uso dei materiali, produce nel 1973-75 due film, Diutop e Doprenoi (perduto), e, superando il vincolo della bidimensionalità, la scultura entra gradualmente nella sua ricerca.
Tra le numerose mostre in spazi pubblici, sono da ricordare quelle a Ferrara, Palazzo Diamanti (1972), Como, Pinacoteca (1993), Aosta, Torre del Lebbroso (1994), Spoleto, Palazzo Racani Arroni (1997), Siena, Palazzo Patrizi (1999), Sarzana, Fortezza Firmafede (2004), Reggio Emilia, Palazzo Magnani (2006), Cremona, Museo Ala Ponzone (2007), Milano, Spazio Oberdan / Saluzzo, Castiglia (2012), Milano, Museo Diocesano (2014).
Importanti le presenze alla Biennale di San Paolo del Brasile (1982) e alla Biennale di Venezia (1986 e 2009).
Marco La Rosa nasce a Brescia nel 1978. Si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Brescia nel 2005. Si diploma all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia nel 2011. Sempre nel 2011 tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria AplusB; da allora espone in numerosi spazi pubblici e privati, sia in Italia sia all’estero. È vincitore di alcuni premi, tra i quali ricordiamo il Premio Arti Visive San Fedele nel 2012.
Coesistono nei suoi lavori elementi ricorrenti che ogni volta riemergono in tempi e modi differenti: il doppio, il confine, il passaggio, il limite, il pieno e il vuoto. Sono alcuni dei concetti fondamentali che alimentano, giorno dopo giorno, la sua ricerca artistica. Le sue opere vogliono essere il mezzo, non il fine; mezzo attraverso il quale si offrono nuove possibilità di senso, si aprono spiragli per altre dimensioni, si indicano percorsi nuovi o, forse, semplicemente dimenticati.
Giovanni Campus nasce a Olbia nel 1929.
Studi classici a Genova, d’arte a Livorno. Nel 1968 lascia il lavoro per dedicarsi alla pittura.
Negli anni 1968-1974 partecipa a rassegne d’avanguardia con “Numero” e “Technè” di Firenze e “Sincron” di Brescia. Frequenta i critici Appella, Apollonio, Argan, Masini, A. Passoni, Beringheli, Inga Pin.
Riceve premi nazionali di pittura: “Follonica” 1966, “Arcola” 1972, “Carate Brianza” 1977 e La Spezia” 2011. Soggiorna per lavoro negli anni ’60 – ’70 a Parigi e negli anni ’80-’90 a New York. Numerosi sono gli interventi, installazioni, percorsi urbani e sulla natura: dalla Piazzetta di Palazzo Reale a Milano nel 1977, alla Galleria Comunale di Bologna nel 1978, dalle Coste della Gallura nel 1983 al Parco Geominerario Carbonia nel 2014. Personali ad indicazione antologica dal Palazzo dei Diamanti a Ferrara nel 1987 al Museo Fattori di Livorno nel 2015.
Tra le rassegne si segnalano: itinerante “3 → ∞” New Multiple Art, Whitechapel Art Gallery, London, 1970; “II Triennale India”, Padiglione Italia, New Delhy, 1971; “Six British International Print Biennale” sezione italiana, Bradford 1979; “Experimental Art” 6th int. exibition, Yamanashi Museum of Art, Kofu 1986; “Viaggio in Italia. Arte italiana dal 1960 al 1990”, Neu Galerie Am Landesmuseum Joanneum, Graz 2008; “Percorsi dell’Arte Italiana”, Vaf Stiftung, MART, Rovereto, 2011.
Daniele Nitti Sotres, nasce nel 1977 a Milano, dove vive.
Si è diplomato in Scenografia e in Scultura, ha conseguito il Master in Landscape Design.
Ha realizzato mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, tra i quali: Accademie di Belle Arti di Bologna, Milano e Torino, Accademia di San Luca di Roma, Basilica di San Lorenzo di Milano, Castello di Pavia, Galleria Grossetti Arte Contemporanea di Milano, Galleria Il Milione di Milano, Galleria Mies di Modena, Galleria San Fedele di Milano, Fondazione Bipielle di Lodi, Lido di Venezia, Kunstart di Bolzano, Museo Archeologico e di Santa Maria Novella di Firenze, Museo della Permanente di Milano, Palazzo Monferrato di Alessandria, Politecnico di Milano, Spaziotemporaneo di Milano, Universitatea Nationala din Bucaresti (Romania), University of Fine Arts of Brno (Repubblica Ceca) e Ioannina (Grecia). Ha ottenuto premi di scultura tra i quali il Premio Nazionale delle Arti. Tra le opere pubbliche si segnala Mellow Steady Flow in collaborazione con Politecnico di Milano. Del suo lavoro hanno scritto G. M. Accame, A. Beltrami, C. Carolei, C. Cerritelli, A. Comino, M. Galbiati, G. Menzani, M. Nardini, A. Pellegatta, F. Poli, C. Rizzi, L. Taini, M. Tavola e U. Zampini.
Generazioni a colloquio, il titolo scelto per questa rassegna, attraverso il dialogo tra maestri e giovani artisti, vuole dare voce alle espressioni della contemporaneità e far conoscere gli artisti emergenti.
Partecipano al progetto i maestri: Gabriella Benedini, Giovanni Campus, Alex Corno, Sandro Martini, Claudio Olivieri, Mario Raciti, Grazia Varisco e Franco Zazzeri.
Ognuno di loro ha individuato un artista emergente, giovane o comunque non ancora affermato sulla scena artistica nazionale, con il quale intende costruire un percorso espositivo di confronto e dialogo artistico e culturale.
L’iniziativa si articola in una serie di esposizioni, ciascuna della durata di circa dieci giorni, che culmineranno in momenti di dibattito aperti al pubblico.
Venerdì 27 novembre 2015, alle ore 18, si inizia con una doppia mostra: Gabriella Benedini dialoga con Marco La Rosa e Giovanni Campus dialoga con Daniele Nitti Sotres.
Gabriella Benedini (Cremona, 1932) si diploma all’Istituto d’Arte di Parma e frequenta l’Accademia di Brera. Dal 1958 al 1960 vive a Parigi, dove tiene mostre personali e partecipa a collettive. Rientrata in Italia, ha la sua prima mostra milanese nel 1962 alla Galleria Bergamini, presso la quale esporrà fino al 1980; in seguito gallerie di riferimento a Milano sono Spaziotemporaneo, Studio Cavenaghi e Arte 92. Viaggia moltissimo. Attenta all’uso dei materiali, produce nel 1973-75 due film, Diutop e Doprenoi (perduto), e, superando il vincolo della bidimensionalità, la scultura entra gradualmente nella sua ricerca.
Tra le numerose mostre in spazi pubblici, sono da ricordare quelle a Ferrara, Palazzo Diamanti (1972), Como, Pinacoteca (1993), Aosta, Torre del Lebbroso (1994), Spoleto, Palazzo Racani Arroni (1997), Siena, Palazzo Patrizi (1999), Sarzana, Fortezza Firmafede (2004), Reggio Emilia, Palazzo Magnani (2006), Cremona, Museo Ala Ponzone (2007), Milano, Spazio Oberdan / Saluzzo, Castiglia (2012), Milano, Museo Diocesano (2014).
Importanti le presenze alla Biennale di San Paolo del Brasile (1982) e alla Biennale di Venezia (1986 e 2009).
Marco La Rosa nasce a Brescia nel 1978. Si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Brescia nel 2005. Si diploma all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia nel 2011. Sempre nel 2011 tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria AplusB; da allora espone in numerosi spazi pubblici e privati, sia in Italia sia all’estero. È vincitore di alcuni premi, tra i quali ricordiamo il Premio Arti Visive San Fedele nel 2012.
Coesistono nei suoi lavori elementi ricorrenti che ogni volta riemergono in tempi e modi differenti: il doppio, il confine, il passaggio, il limite, il pieno e il vuoto. Sono alcuni dei concetti fondamentali che alimentano, giorno dopo giorno, la sua ricerca artistica. Le sue opere vogliono essere il mezzo, non il fine; mezzo attraverso il quale si offrono nuove possibilità di senso, si aprono spiragli per altre dimensioni, si indicano percorsi nuovi o, forse, semplicemente dimenticati.
Giovanni Campus nasce a Olbia nel 1929.
Studi classici a Genova, d’arte a Livorno. Nel 1968 lascia il lavoro per dedicarsi alla pittura.
Negli anni 1968-1974 partecipa a rassegne d’avanguardia con “Numero” e “Technè” di Firenze e “Sincron” di Brescia. Frequenta i critici Appella, Apollonio, Argan, Masini, A. Passoni, Beringheli, Inga Pin.
Riceve premi nazionali di pittura: “Follonica” 1966, “Arcola” 1972, “Carate Brianza” 1977 e La Spezia” 2011. Soggiorna per lavoro negli anni ’60 – ’70 a Parigi e negli anni ’80-’90 a New York. Numerosi sono gli interventi, installazioni, percorsi urbani e sulla natura: dalla Piazzetta di Palazzo Reale a Milano nel 1977, alla Galleria Comunale di Bologna nel 1978, dalle Coste della Gallura nel 1983 al Parco Geominerario Carbonia nel 2014. Personali ad indicazione antologica dal Palazzo dei Diamanti a Ferrara nel 1987 al Museo Fattori di Livorno nel 2015.
Tra le rassegne si segnalano: itinerante “3 → ∞” New Multiple Art, Whitechapel Art Gallery, London, 1970; “II Triennale India”, Padiglione Italia, New Delhy, 1971; “Six British International Print Biennale” sezione italiana, Bradford 1979; “Experimental Art” 6th int. exibition, Yamanashi Museum of Art, Kofu 1986; “Viaggio in Italia. Arte italiana dal 1960 al 1990”, Neu Galerie Am Landesmuseum Joanneum, Graz 2008; “Percorsi dell’Arte Italiana”, Vaf Stiftung, MART, Rovereto, 2011.
Daniele Nitti Sotres, nasce nel 1977 a Milano, dove vive.
Si è diplomato in Scenografia e in Scultura, ha conseguito il Master in Landscape Design.
Ha realizzato mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, tra i quali: Accademie di Belle Arti di Bologna, Milano e Torino, Accademia di San Luca di Roma, Basilica di San Lorenzo di Milano, Castello di Pavia, Galleria Grossetti Arte Contemporanea di Milano, Galleria Il Milione di Milano, Galleria Mies di Modena, Galleria San Fedele di Milano, Fondazione Bipielle di Lodi, Lido di Venezia, Kunstart di Bolzano, Museo Archeologico e di Santa Maria Novella di Firenze, Museo della Permanente di Milano, Palazzo Monferrato di Alessandria, Politecnico di Milano, Spaziotemporaneo di Milano, Universitatea Nationala din Bucaresti (Romania), University of Fine Arts of Brno (Repubblica Ceca) e Ioannina (Grecia). Ha ottenuto premi di scultura tra i quali il Premio Nazionale delle Arti. Tra le opere pubbliche si segnala Mellow Steady Flow in collaborazione con Politecnico di Milano. Del suo lavoro hanno scritto G. M. Accame, A. Beltrami, C. Carolei, C. Cerritelli, A. Comino, M. Galbiati, G. Menzani, M. Nardini, A. Pellegatta, F. Poli, C. Rizzi, L. Taini, M. Tavola e U. Zampini.
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