Giovanni Guadagnoli. Mimesis: declinazione
![Giovanni Guadagnoli. Mimesis: declinazione, Glenda Cinquegrana: the Studio, Milano Giovanni Guadagnoli. Mimesis: declinazione, Glenda Cinquegrana: the Studio, Milano](http://www.arte.it/foto/600x450/38/21220-GGguadagnoli_Mimesis-decli.jpg)
Giovanni Guadagnoli. Mimesis: declinazione, Glenda Cinquegrana: the Studio, Milano
Dal 30 Aprile 2014 al 22 Maggio 2014
Milano
Luogo: Glenda Cinquegrana: the Studio
Indirizzo: via Francesco Sforza 49
Orari: da martedì a sabato 15-19
Telefono per informazioni: +39 02 89695586
E-Mail info: info@glendacinquegrana.com
Sito ufficiale: http://www.glendacinquegrana.com
Nell’ambito di Milano Photofestival 2014, la galleria Glenda Cinquegrana: the Studio di Milano presenta dal 30 aprile al 22 maggio 2014 la mostra personale del fotografo Giovanni Guadagnoli, intitolataMimesis: declinazione, che attraverso un percorso fatto di 12 lavorirecenti racchiude la sua ricerca più recente dedicata al tema dei paesaggio.
Le opere in esposizione, che giocano con le prospettive più classiche della tradizionale fotografia di paesaggio, si confrontano con il tentativo di mimesis, svelandone tutta la fallacia e l’intrinseca contraddittorietà.
I paesaggi di Guadagnoli, appaiono come scenari affascinanti emisteriosi, nei quali la presenza dell’uomo è vista come fuggevole passaggio, pura visione destinata a perdersi. L’unico punto di riferimento per decifrare il mistero delle immagini sono notazioni scritte a mano, frammenti ditesti che il fotografo ha inciso. Queste sono tracce di diari e di memorie di uomini del passato, quasi a mostrare che se l’uomo è di passaggio qualche frammento di memoria è destinato a sopravvivere. Il fascino della fotografia di Guadagnoli, è tutto in questa visione, che libera dal riferimento alla realtà, altro non è che dilatazione di un’immensa dimensione interiore.
Le opere in esposizione, che giocano con le prospettive più classiche della tradizionale fotografia di paesaggio, si confrontano con il tentativo di mimesis, svelandone tutta la fallacia e l’intrinseca contraddittorietà.
I paesaggi di Guadagnoli, appaiono come scenari affascinanti emisteriosi, nei quali la presenza dell’uomo è vista come fuggevole passaggio, pura visione destinata a perdersi. L’unico punto di riferimento per decifrare il mistero delle immagini sono notazioni scritte a mano, frammenti ditesti che il fotografo ha inciso. Queste sono tracce di diari e di memorie di uomini del passato, quasi a mostrare che se l’uomo è di passaggio qualche frammento di memoria è destinato a sopravvivere. Il fascino della fotografia di Guadagnoli, è tutto in questa visione, che libera dal riferimento alla realtà, altro non è che dilatazione di un’immensa dimensione interiore.
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