I disegni dei bambini di Terezín
Dal 26 Gennaio 2022 al 06 Febbraio 2022
Milano
Luogo: Aeroporto di Milano Linate
Indirizzo: Spazio Espositivo presso la Porta 4
Curatori: Associazione Figli della Shoah
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 232323
Tra i numerosi appuntamenti della settimana della Memoria, di particolare interesse è la mostra che si è inaugurata oggi all’aeroporto di Milano Linate “I disegni dei bambini di Terezín” voluta da SEA in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah.
La mostra presenta una selezione della raccolta dei 4.387 disegni e 66 poesie dei bambini ebrei deportati nel ghetto di Terezín, conservata presso il Museo Ebraico di Praga, eccezionalmente esposta all’aeroporto di Linate, piano partenze vicino alla porta 4. La stessa selezione verrà proposta all’aeroporto di Milano Malpensa il Giorno della Memoria, 27 gennaio, nel circuito digitale IGP Decaux del Terminal 1.
Nel periodo 1941-1945, Terezín funse da stazione di transito per i campi di concentramento e di sterminio a Est. Tutte le opere furono realizzate nel biennio 1942-1944 nell’ambito dei corsi d’arte tenuti clandestinamente da Friedl Dicker-Brandeis (1898-1944) pittrice, designer di interni, costumista e scenografa, diplomata alla scuola artistica d’avanguardia del Bauhaus e allieva di Franz Čížek, Johann Itten, Lyonel Feininger, Oskar Schlemmer, Paul Klee deportata a Terezín il 17 dicembre 1942 da Hronov in Cecoslovacchia.
“È con molta soddisfazione che anche quest’anno prosegue la collaborazione tra la società SEA e l’Associazione Figli della Shoah in occasione del Giorno della Memoria – dichiara Daniela Dana Tedeschi, Presidente dell’Associazione Figli della Shoah - Dedicata ai disegni e alle poesie dei bambini del Ghetto di Terezín, la mostra rappresenta un toccante ricordo del tragico destino degli ebrei boemi e moravi durante la Shoah. Solo pochi dei bambini di Terezín sopravvissero. La gran parte fu deportata ad Auschwitz-Birkenau dove si trovò ad affrontare la morte certa. Queste immagini sono spesso tutto ciò che resta per commemorare la vita dei bambini. Senza di esse i loro nomi rimarrebbero dimenticati.”
“Questi pannelli rendono una testimonianza eccezionale - afferma Armando Brunini, Amministratore Delegato di SEA Aeroporti di Milano - un racconto della difficile vita nel ghetto di Terezín, attraverso gli occhi dei bambini che, grazie al coraggio della loro insegnante, ci consegnano oggi i loro disegni e le loro poesie, regalandoci emozioni che solo i più piccoli sanno dare, per non dimenticare.”
“Milano attraverso le tante iniziative della Settimana della Memoria vuole consentire a tutti di non dimenticare le vittime della Shaoh e dell’odio nazifascista. È giusto ricordare l’impegno delle molte persone, come Friedl Dicker-Brandeis, che nonostante le condizioni detentive terribili ed inumane seppero continuare ad operare con coraggio e a non perdere la speranza” afferma Pierfrancesco Maran, Assessore alla Casa e al Piano Quartieri del Comune di Milano.”
Come parte di quello che era principalmente un programma di educazione per bambini organizzato in maniera clandestina a Terezín, le lezioni d’arte riflettevano le idee pedagogiche progressiste che Dicker-Brandeis aveva appreso durante i suoi studi al Bauhaus. Il disegno era visto come una chiave di comprensione e un modo per sviluppare i principi di base della comunicazione, nonché un mezzo di espressione di sé e una modalità per incanalare l’immaginazione e le emozioni. In tal senso, i corsi d’arte svolsero anche la funzione di una sorta di terapia, aiutando i bambini a sopportare il brutale sradicamento dalle loro case, famiglie, comunità e routine, l’agghiacciante realtà della vita del ghetto caratterizzata da fame, malattia e violenza, e in ultimo il nefasto epilogo della deportazione ad Auschwitz-Birkenau.
Nelle condizioni estreme in cui si trovavano a vivere, quelle classi divennero un pilastro del programma educativo clandestino. L’obiettivo di Friedl Dicker-Brandeis non era di formare i bambini come artisti, ma di sbloccarne e preservarne lo spirito creativo come fonte di energia per stimolare la fantasia e l’immaginazione, per rafforzare la loro capacità di osservazione e resilienza facilitandoli a scegliere ed elaborare le proprie forme, sostenendo lo sviluppo del loro intelletto creativo, emotivo e sociale.
Mediante l’applicazione di un metodo d’insegnamento preciso, Dicker-Brandeis si impegnò a rispettare l’individualità di ogni bambino e permise loro di esprimere liberamente le proprie fantasie ed emozioni, e tale libertà ebbe l’effetto di consentire ai suoi studenti di spaziare al di fuori degli angusti confini della loro prigione, dell’orrore e dell’oppressione che costituivano la realtà quotidiana. Utilizzando i limitati materiali che aveva portato con sé nel ghetto, richiese ai suoi oltre 600 allievi di esplorare varie tecniche come collage, pittura ad acquerello, tessitura con la carta e disegno, assicurandosi che tali opere venissero firmate con nome ed età degli autori a testimonianza della loro identità e a documento della loro esistenza. A parte l’età e il nome, la maggioranza dei bambini resterà per sempre sconosciuta, assassinata nelle camere a gas di Auschwitz-Birkenau, morta di stenti a Terezín o uccisa dalle condizioni disumane di altri campi.
Il 6 ottobre 1944, Friedl Dicker-Brandeis e 60 dei suoi studenti vennero deportati con il trasporto numero EO167 nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Prima di essere deportata, Dicker-Brandeis stipò i disegni e le poesie dei bambini in due valigie e li nascose in uno dei dormitori nel ghetto; subito dopo la guerra furono recuperati e consegnati al Museo Ebraico di Praga. Questi disegni sono un toccante ricordo del tragico destino degli ebrei boemi e moravi durante la Shoah.
La mostra presenta una selezione della raccolta dei 4.387 disegni e 66 poesie dei bambini ebrei deportati nel ghetto di Terezín, conservata presso il Museo Ebraico di Praga, eccezionalmente esposta all’aeroporto di Linate, piano partenze vicino alla porta 4. La stessa selezione verrà proposta all’aeroporto di Milano Malpensa il Giorno della Memoria, 27 gennaio, nel circuito digitale IGP Decaux del Terminal 1.
Nel periodo 1941-1945, Terezín funse da stazione di transito per i campi di concentramento e di sterminio a Est. Tutte le opere furono realizzate nel biennio 1942-1944 nell’ambito dei corsi d’arte tenuti clandestinamente da Friedl Dicker-Brandeis (1898-1944) pittrice, designer di interni, costumista e scenografa, diplomata alla scuola artistica d’avanguardia del Bauhaus e allieva di Franz Čížek, Johann Itten, Lyonel Feininger, Oskar Schlemmer, Paul Klee deportata a Terezín il 17 dicembre 1942 da Hronov in Cecoslovacchia.
“È con molta soddisfazione che anche quest’anno prosegue la collaborazione tra la società SEA e l’Associazione Figli della Shoah in occasione del Giorno della Memoria – dichiara Daniela Dana Tedeschi, Presidente dell’Associazione Figli della Shoah - Dedicata ai disegni e alle poesie dei bambini del Ghetto di Terezín, la mostra rappresenta un toccante ricordo del tragico destino degli ebrei boemi e moravi durante la Shoah. Solo pochi dei bambini di Terezín sopravvissero. La gran parte fu deportata ad Auschwitz-Birkenau dove si trovò ad affrontare la morte certa. Queste immagini sono spesso tutto ciò che resta per commemorare la vita dei bambini. Senza di esse i loro nomi rimarrebbero dimenticati.”
“Questi pannelli rendono una testimonianza eccezionale - afferma Armando Brunini, Amministratore Delegato di SEA Aeroporti di Milano - un racconto della difficile vita nel ghetto di Terezín, attraverso gli occhi dei bambini che, grazie al coraggio della loro insegnante, ci consegnano oggi i loro disegni e le loro poesie, regalandoci emozioni che solo i più piccoli sanno dare, per non dimenticare.”
“Milano attraverso le tante iniziative della Settimana della Memoria vuole consentire a tutti di non dimenticare le vittime della Shaoh e dell’odio nazifascista. È giusto ricordare l’impegno delle molte persone, come Friedl Dicker-Brandeis, che nonostante le condizioni detentive terribili ed inumane seppero continuare ad operare con coraggio e a non perdere la speranza” afferma Pierfrancesco Maran, Assessore alla Casa e al Piano Quartieri del Comune di Milano.”
Come parte di quello che era principalmente un programma di educazione per bambini organizzato in maniera clandestina a Terezín, le lezioni d’arte riflettevano le idee pedagogiche progressiste che Dicker-Brandeis aveva appreso durante i suoi studi al Bauhaus. Il disegno era visto come una chiave di comprensione e un modo per sviluppare i principi di base della comunicazione, nonché un mezzo di espressione di sé e una modalità per incanalare l’immaginazione e le emozioni. In tal senso, i corsi d’arte svolsero anche la funzione di una sorta di terapia, aiutando i bambini a sopportare il brutale sradicamento dalle loro case, famiglie, comunità e routine, l’agghiacciante realtà della vita del ghetto caratterizzata da fame, malattia e violenza, e in ultimo il nefasto epilogo della deportazione ad Auschwitz-Birkenau.
Nelle condizioni estreme in cui si trovavano a vivere, quelle classi divennero un pilastro del programma educativo clandestino. L’obiettivo di Friedl Dicker-Brandeis non era di formare i bambini come artisti, ma di sbloccarne e preservarne lo spirito creativo come fonte di energia per stimolare la fantasia e l’immaginazione, per rafforzare la loro capacità di osservazione e resilienza facilitandoli a scegliere ed elaborare le proprie forme, sostenendo lo sviluppo del loro intelletto creativo, emotivo e sociale.
Mediante l’applicazione di un metodo d’insegnamento preciso, Dicker-Brandeis si impegnò a rispettare l’individualità di ogni bambino e permise loro di esprimere liberamente le proprie fantasie ed emozioni, e tale libertà ebbe l’effetto di consentire ai suoi studenti di spaziare al di fuori degli angusti confini della loro prigione, dell’orrore e dell’oppressione che costituivano la realtà quotidiana. Utilizzando i limitati materiali che aveva portato con sé nel ghetto, richiese ai suoi oltre 600 allievi di esplorare varie tecniche come collage, pittura ad acquerello, tessitura con la carta e disegno, assicurandosi che tali opere venissero firmate con nome ed età degli autori a testimonianza della loro identità e a documento della loro esistenza. A parte l’età e il nome, la maggioranza dei bambini resterà per sempre sconosciuta, assassinata nelle camere a gas di Auschwitz-Birkenau, morta di stenti a Terezín o uccisa dalle condizioni disumane di altri campi.
Il 6 ottobre 1944, Friedl Dicker-Brandeis e 60 dei suoi studenti vennero deportati con il trasporto numero EO167 nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Prima di essere deportata, Dicker-Brandeis stipò i disegni e le poesie dei bambini in due valigie e li nascose in uno dei dormitori nel ghetto; subito dopo la guerra furono recuperati e consegnati al Museo Ebraico di Praga. Questi disegni sono un toccante ricordo del tragico destino degli ebrei boemi e moravi durante la Shoah.
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