Il collasso dell'entropia

Il collasso dell'entropia, MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone

 

Dal 01 Febbraio 2014 al 09 Marzo 2014

Lissone | Milano

Luogo: MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone

Indirizzo: viale Padania 6

Orari: martedì, mercoledì e venerdì 15-19; giovedì 15-23; sabato e domenica 10-12/ 15-19

Curatori: Alberto Zanchetta

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 039 2145174

E-Mail info: museo@comune.lissone.mb.it

Sito ufficiale: http://www.comune.lissone.mb.it


Il collasso dell’entropia è stato concepito come una “collezione espansa ed effimera” che si affianca alle collezioni permanenti del MAC. L’obiettivo è quello di trasformare tutto il museo in superficie espositiva, ossia in uno spazio in cui i fruitori possano fare esperienza dell’intero complesso architettonico. Corridoi, scalinate, bookshop, terrazzo, colonne e ve- trate diventeranno parti integranti di questo progetto diffuso, che si inserisce all’interno della normale programmazione artistica. Una ricca e variegata proposta di opere, installazioni e interventi collaterali trasformeranno il museo in un grande contenitore, che d’ora in poi non sarà vincolato soltanto alle esposizioni temporanee. All’iniziativa hanno aderito oltre una ventina di autori, i quali hanno concesso in comodato le loro opere per tutto il 2014. Luigi Carboni [Pesaro, 1957] e Gabriele Arruzzo [Roma, 1976] sono presenti con dei quadri particolarmente rappresentativi del loro linguaggio tecno-poetico. Jack Sal [Waterbury, 1954], Fausto Gilberti [Brescia, 1970] e Giuliano Dal Molin [Schio, 1960] hanno deciso di realizzare degli interventi pittorici che si relazionano con l’architettura stessa del MAC; il wall-painting di Dal Molin intende ridefinire lo spazio e la percezione visiva del bookshop mentre quello di Sal rimarrà a testimonianza della mostra Ring/Rings/Ring ospitata al secondo piano del museo; Gilberti ha viceversa disseminato i suoi interventi tra le nicchie, gli interstizi e le colonne dell’edificio, obbligando gli spettatori a “stanare” le sue figure filiformi. Tra gli interventi site-specific si segnalano quelli di Giovanni Termini [Assoro, 1972], che ha manipolato le colonne delle scale con dei tiranti, e di Stefano Serusi [Alghero, 1980], che ha smaterializzato la fisicità di uno scaffale applicando i dorsi di alcuni faldoni direttamente alle pareti del pianterreno. Svariate sono anche le installazioni: Before it is too late di Jacopo Mazzonelli [Trento, 1983] si interroga sui cimiteri tecnologici proponendo l’ultimo “respiro” di un tubo catodico; l’installazione sonora di Michele Spanghero [Gorizia, 1979] cerca e crea una sintesi tra l’arte visiva e quella acustica; di Ivana Spinelli [Ascoli Piceno, 1972] viene presentato un estratto di Baustelle, progetto recentemente esposto a Belgrado che indaga la progettazione e la costruzione di una casa; la videoinstallazione di Fabrizio Prevedello [Padova, 1972] è incentrata sui sei “innesti” che l’artista ha realizzato dal 2010 a oggi all’interno di cave in disuso; Adriano Persiani [Bologna, 1972] ha cucito assieme dei pannolini per ricreare l’abito di un “incontinente” Gilles, celebre personaggio della commedia francese, nonché protagonista del noto dipinto di Watteau. Nell’ambito della scultura troviamo una piccola ma preziosa fusione in bronzo galvanizzato di Arnold Mario Dall’O [Lana, 1960], effigiante una ieratica figura antropomorfa, e i Travasi con cui Paolo Grassino [Torino, 1967] crea un incontro/scontro tra l’anatomia umana e utensili d’uso comune. Sono invece stati dislocati in vari punti del museo i nani da giardino che Luca Coser [Trento, 1965] ha ricoperto con del cemento per occultarne l’identità. Nella collezione espansa rientrano anche le vetrofanie del ciclo “In Vitro”, che si arricchiscono di due nuove opere, firmate da Robert Gligorov [Kriva Palanka, Macedonia, 1960] e Diango Hernández [Sancti Spiritus, Cuba, 1970], che si affiancano a quelle commissionate lo scorso anno a Anton Kehrer [Linz, 1968], Igor Eškinja [Rijeka, 1975] e Michelangelo Consani [Livorno, 1971]. Nel corso dell’anno, la collezione espansa verrà mplementata con altre opere e nuovi interventi installativi, studiati appositamente per il MAC di Lissone.

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