"L'Orante" (… nel tuo nome alzerò le mie mani…)
Dal 12 Ottobre 2022 al 09 Aprile 2023
Milano
Luogo: Museo di Sant’Eustorgio e Cappella Portinari
Indirizzo: Piazza Sant'Eustorgio 3
Orari: dal Martedì alla Domenica dalle 10 alle 18. Lunedì chiuso
Prolungata: fino al 9 aprile 2023
Sito ufficiale: http://www.museosanteustorgio.it
Verrà inaugurata il 12 ottobre 2022 la mostra dal titolo “L’ORANTE” (… nel tuo nome alzerò le mie mani…) presso il Museo di Sant’Eustorgio e della Cappella Portinari. L’esposizione muove dal frammento di un’epigrafe funeraria paleocristiana, rinvenuta nell’area del cimitero nel Complesso Monumentale di Sant’Eustorgio, raffigurante un defunto, probabilmente un soldato o un funzionario della burocrazia imperiale, con le braccia allargate e innalzate nell’atteggiamento dell’orante.
Proprio da questo reperto e dal versetto del Salmo 63 “Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani” prende spunto l’esposizione, che vuole quindi raccontare il gesto dell’orante nell’atto di alzare le mani verso il cielo, presente nell’iconografia paleocristiana così come oggi nel momento della recita del “Padre Nostro”, in continuità durante i millenni.
La mostra, ospitata negli spazi del Complesso Monumentale pertinenti al Museo di Sant’Eustorgio e della Cappella Portinari, è prevalentemente didattica e si divide in sei sezioni che attraverso le immagini hanno lo scopo di portare all’attenzione del pubblico la tipologia del gesto, analizzandola non solo da un punto di vista storico-archeologico ma anche e soprattutto nel significato profondo del rapporto del devoto con Dio.
Il percorso espositivo inizia con “Milano paleocristiana e tardoantica: la realtà in cui è vissuto l’orante di Sant’Eustorgio”, sezione collocata negli spazi dell’area archeologica della basilica e nella quale il visitatore viene introdotto nella Milano paleocristiana e tardoantica attraverso gli aspetti archeologico e culturale. Emerge anche l’importanza della figura di Sant’Ambrogio presentata ed approfondita negli spazi del Museo Diocesano Carlo Maria Martini dedicati al Santo.
Si prosegue nell’area dell’abside antica verso “La raffigurazione dell’Orante nei primi secoli del Cristianesimo”, la sezione più prettamente dedicata alla figura dell’orante in ambito paleocristiano nella quale viene analizzato più nel dettaglio il motivo iconografico. La terza sezione va ad approfondire invece l’azione in sé: “Il gesto dell’orante che alza le mani in atteggiamento di preghiera nelle culture pre-cristiane” è prevista nello spazio in cui è conservata la bomba caduta durante la Seconda Guerra Mondiale. Il cuore pulsante dell’intera mostra è però costituito dalla sezione “L’orante di Sant’Eustorgio”, nella Cappella Solariana di San Paolo, dedicata al frammento di epigrafe ritrovato durante gli scavi nella basilica oltre che agli altri oranti di Milano. “La figura dell’orante a Palmira”, negli spazi della Cappella Solariana di San Francesco, ripercorre la particolarità delle raffigurazioni di oranti riprodotti sugli altari del “dio senza nome” ritrovate nella città siriana, similari agli oranti paleocristiani.
La mostra si chiude con la sezione “Il gesto dell’orante nel mondo contemporaneo” dedicata al gesto dell’orante durante la celebrazione della santa messa ed al significato della preghiera con le mani rivolte verso l’alto. In quest’ultima parte si inserisce anche un approfondimento relativo alle Catacombe di San Gennaro a Napoli ed all’importante attività di gestione attiva e innovativa portata avanti dai ragazzi del Rione Sanità, guidati da padre
Antonio Loffredo, con la cooperativa “La Paranza”. Un esempio delle opportunità che possono essere offerte ai giovani provenienti da un contesto di forte disagio giovanile come la Napoli dei quartieri spagnoli.
Il contemporaneo è testimoniato anche dalla presenza di un’opera di Vincenzo Agnetti.
Ad affiancare i contenuti del percorso espositivo, un catalogo con saggi di approfondimento riguardo ai temi affrontati in mostra.
Il gruppo di studiosi impegnato in questo progetto è costituito da Elena Maria Menotti (curatore della mostra e direttore del Museo di Sant’Eustorgio e della Cappella Portinari), Fabio Betti (Università degli Studi di Milano), Fabrizio Bisconti (Università Roma 3 - Soprintendente delle Catacombe d’Italia presso la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra), Marina Castoldi ( Università degli Studi di Milano),Massimo Cultraro (CNR- Università degli Studi di Palermo), don Loris Della Pietra ( Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano- Padova),Anna Maria Fedeli ( Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Milano), Carlo Ebanista ( Università del Molise - Membro della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e direttore per le Catacombe della Campania), Emanuele Ettore Intagliata (Aarhus University, Denmark), Francesco Izzo ( Università della Campania Luigi Vanvitelli), Silvia Lusuardi ( Università Cattolica del Sacro Cuore), Roberto Macellari ( Musei Civici di Reggio Emilia), Monsignor Marco Navoni ( Veneranda Biblioteca Ambrosiana), Laura Pau ( Università degli Studi di Padova), Luca Peyronel (Università degli Studi di Milano), Patrizia Piacentini (Università degli Studi di Milano), Raffaella Poggiani Keller ( Responsabile Centro Studi Valcamonica), Marco Sannazaro (Università Cattolica del Sacro Cuore).
Proprio da questo reperto e dal versetto del Salmo 63 “Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani” prende spunto l’esposizione, che vuole quindi raccontare il gesto dell’orante nell’atto di alzare le mani verso il cielo, presente nell’iconografia paleocristiana così come oggi nel momento della recita del “Padre Nostro”, in continuità durante i millenni.
La mostra, ospitata negli spazi del Complesso Monumentale pertinenti al Museo di Sant’Eustorgio e della Cappella Portinari, è prevalentemente didattica e si divide in sei sezioni che attraverso le immagini hanno lo scopo di portare all’attenzione del pubblico la tipologia del gesto, analizzandola non solo da un punto di vista storico-archeologico ma anche e soprattutto nel significato profondo del rapporto del devoto con Dio.
Il percorso espositivo inizia con “Milano paleocristiana e tardoantica: la realtà in cui è vissuto l’orante di Sant’Eustorgio”, sezione collocata negli spazi dell’area archeologica della basilica e nella quale il visitatore viene introdotto nella Milano paleocristiana e tardoantica attraverso gli aspetti archeologico e culturale. Emerge anche l’importanza della figura di Sant’Ambrogio presentata ed approfondita negli spazi del Museo Diocesano Carlo Maria Martini dedicati al Santo.
Si prosegue nell’area dell’abside antica verso “La raffigurazione dell’Orante nei primi secoli del Cristianesimo”, la sezione più prettamente dedicata alla figura dell’orante in ambito paleocristiano nella quale viene analizzato più nel dettaglio il motivo iconografico. La terza sezione va ad approfondire invece l’azione in sé: “Il gesto dell’orante che alza le mani in atteggiamento di preghiera nelle culture pre-cristiane” è prevista nello spazio in cui è conservata la bomba caduta durante la Seconda Guerra Mondiale. Il cuore pulsante dell’intera mostra è però costituito dalla sezione “L’orante di Sant’Eustorgio”, nella Cappella Solariana di San Paolo, dedicata al frammento di epigrafe ritrovato durante gli scavi nella basilica oltre che agli altri oranti di Milano. “La figura dell’orante a Palmira”, negli spazi della Cappella Solariana di San Francesco, ripercorre la particolarità delle raffigurazioni di oranti riprodotti sugli altari del “dio senza nome” ritrovate nella città siriana, similari agli oranti paleocristiani.
La mostra si chiude con la sezione “Il gesto dell’orante nel mondo contemporaneo” dedicata al gesto dell’orante durante la celebrazione della santa messa ed al significato della preghiera con le mani rivolte verso l’alto. In quest’ultima parte si inserisce anche un approfondimento relativo alle Catacombe di San Gennaro a Napoli ed all’importante attività di gestione attiva e innovativa portata avanti dai ragazzi del Rione Sanità, guidati da padre
Antonio Loffredo, con la cooperativa “La Paranza”. Un esempio delle opportunità che possono essere offerte ai giovani provenienti da un contesto di forte disagio giovanile come la Napoli dei quartieri spagnoli.
Il contemporaneo è testimoniato anche dalla presenza di un’opera di Vincenzo Agnetti.
Ad affiancare i contenuti del percorso espositivo, un catalogo con saggi di approfondimento riguardo ai temi affrontati in mostra.
Il gruppo di studiosi impegnato in questo progetto è costituito da Elena Maria Menotti (curatore della mostra e direttore del Museo di Sant’Eustorgio e della Cappella Portinari), Fabio Betti (Università degli Studi di Milano), Fabrizio Bisconti (Università Roma 3 - Soprintendente delle Catacombe d’Italia presso la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra), Marina Castoldi ( Università degli Studi di Milano),Massimo Cultraro (CNR- Università degli Studi di Palermo), don Loris Della Pietra ( Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano- Padova),Anna Maria Fedeli ( Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Milano), Carlo Ebanista ( Università del Molise - Membro della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e direttore per le Catacombe della Campania), Emanuele Ettore Intagliata (Aarhus University, Denmark), Francesco Izzo ( Università della Campania Luigi Vanvitelli), Silvia Lusuardi ( Università Cattolica del Sacro Cuore), Roberto Macellari ( Musei Civici di Reggio Emilia), Monsignor Marco Navoni ( Veneranda Biblioteca Ambrosiana), Laura Pau ( Università degli Studi di Padova), Luca Peyronel (Università degli Studi di Milano), Patrizia Piacentini (Università degli Studi di Milano), Raffaella Poggiani Keller ( Responsabile Centro Studi Valcamonica), Marco Sannazaro (Università Cattolica del Sacro Cuore).
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