Magali Reus | Off Script
Magali Reus, Clementine (Bandid), 2023 I Ph. Eva Herzog
Dal 10 April 2024 al 30 June 2024
Milano
Luogo: Museo del Novecento
Indirizzo: Piazza Duomo 8
Orari: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.30. Giovedì dalle 10.00 alle 22.30
Curatori: Federico Giani
Costo del biglietto: Intero € 5, Ridotto € 3
Telefono per informazioni: +39 02 884 440 61
E-Mail info: C.museo900@comune.milano.it
Sito ufficiale: http://www.museodelnovecento.org
Dal 10 aprile 2024, Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta negli spazi del Museo del Novecento di Milano Off Script, la mostra personale dell’artista olandese Magali Reus (L'Aia, 1981) vincitrice della VII edizione del Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura.
Realizzata in collaborazione con il Museo del Novecento, la mostra, a cura di Federico Giani, espone una selezione delle più recenti sculture dell’artista, le Clementine, una serie che prende il suo spunto visivo dai barattoli di marmellata e di conserve della tradizione familiare. In questi lavori un sentimento nostalgico per la produzione alimentare casalinga si intreccia alla realtà della produzione e della distribuzione di massa delle multinazionali, così come alla successiva riappropriazione e rifunzionalizzazione di questi prodotti nel contesto domestico, capace di trasformarli in oggetti contraddittori, contenitori di memorie intime e personali. La serie delle Clementine, sovradimensionate rispetto agli oggetti cui si ispirano, e realizzate con resine e metalli, sono oggetti scultorei intenzionalmente artificiali e destabilizzanti. Rappresentano, secondo la poetica di Reus, una riconfigurazione di oggetti familiari e abituali che costituiscono il nostro mondo.
Durante il periodo della mostra, Fondazione Arnaldo Pomodoro presenterà inoltre al Museo del Novecento un nuovo libro d’artista realizzato da Magali Reus, pubblicato in collaborazione con Lenz Press: un originale type specimen book costruito attorno al font KOOL (“cavolo” in olandese). Questa font, a metà strada tra alfabeto vegetale e poesia concreta, è il risultato di una ricerca che Reus porta avanti da tre anni, incentrata sul rapporto visivo e calligrafico tra gli scarti di cavolo rosso e le lettere dell’alfabeto latino.
Già vincitrice del Prix de Rome (2015), nonché inclusa nella short list dell’Hepworth Prize for Sculpture (2018), Magali Reus ha saputo costruire negli ultimi anni un solido curriculum lavorativo ed espositivo. Il Comitato di Selezione del Premio – composto da Julia Draganović, Bassam El Baroni, Krist Gruijthuijsen, Gianfranco Maraniello, Lorenzo Respi, Andrea Viliani e presieduto da Arnaldo Pomodoro – le ha assegnato il Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura in riconoscimento e a sostegno della sua pratica, che “nasce dall’accumulo di oggetti e immagini che costellano la nostra vita quotidiana, fisica e digitale, rielaborati anzitutto attraverso scarti dimensionali e decostruzioni. Abbracciando – in un certo senso – lo sguardo della Pop Art su oggetti e prodotti banali di tutti i giorni, Reus apre nuove prospettive di approccio al mondo che ci circonda, creando una distanza rispetto a realtà che a prima vista sembrano familiari e riconoscibili. Sebbene sia un’acuta osservatrice del mondo fisico, Reus non utilizza la soluzione del ready made: le sue opere sono puzzle scultorei meticolosamente fabbricati a mano, attraverso una miscela di pratiche sia artigianali che tecnologiche, capaci di testimoniare la sua raffinata sensibilità per la materialità, la composizione e il colore della scultura. Magali Reus è una scultrice nel senso più alto del termine, con un approccio originale alla forma e allo spazio, nonché alla nozione e alla pratica della scultura, interessata a spingere il potenziale dell’oggetto scultoreo verso nuove direzioni”.
Per la terza edizione consecutiva la mostra del Premio – che gode della Media Partnership di IGP Decaux – è realizzata con la collaborazione dell’Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Milano.
La mostra è tra gli eventi di Milano Art Week (8–14 aprile 2024), la manifestazione diffusa coordinata dal Comune di Milano in collaborazione con miart, la fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano, che mette in rete le principali istituzioni pubbliche e private, con un programma denso di attività e progetti, arricchendo il panorama culturale della città con eventi collaterali che riconfermano Milano come luogo privilegiato per l’esplorazione e l’indagine dei linguaggi contemporanei.
Realizzata in collaborazione con il Museo del Novecento, la mostra, a cura di Federico Giani, espone una selezione delle più recenti sculture dell’artista, le Clementine, una serie che prende il suo spunto visivo dai barattoli di marmellata e di conserve della tradizione familiare. In questi lavori un sentimento nostalgico per la produzione alimentare casalinga si intreccia alla realtà della produzione e della distribuzione di massa delle multinazionali, così come alla successiva riappropriazione e rifunzionalizzazione di questi prodotti nel contesto domestico, capace di trasformarli in oggetti contraddittori, contenitori di memorie intime e personali. La serie delle Clementine, sovradimensionate rispetto agli oggetti cui si ispirano, e realizzate con resine e metalli, sono oggetti scultorei intenzionalmente artificiali e destabilizzanti. Rappresentano, secondo la poetica di Reus, una riconfigurazione di oggetti familiari e abituali che costituiscono il nostro mondo.
Durante il periodo della mostra, Fondazione Arnaldo Pomodoro presenterà inoltre al Museo del Novecento un nuovo libro d’artista realizzato da Magali Reus, pubblicato in collaborazione con Lenz Press: un originale type specimen book costruito attorno al font KOOL (“cavolo” in olandese). Questa font, a metà strada tra alfabeto vegetale e poesia concreta, è il risultato di una ricerca che Reus porta avanti da tre anni, incentrata sul rapporto visivo e calligrafico tra gli scarti di cavolo rosso e le lettere dell’alfabeto latino.
Già vincitrice del Prix de Rome (2015), nonché inclusa nella short list dell’Hepworth Prize for Sculpture (2018), Magali Reus ha saputo costruire negli ultimi anni un solido curriculum lavorativo ed espositivo. Il Comitato di Selezione del Premio – composto da Julia Draganović, Bassam El Baroni, Krist Gruijthuijsen, Gianfranco Maraniello, Lorenzo Respi, Andrea Viliani e presieduto da Arnaldo Pomodoro – le ha assegnato il Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura in riconoscimento e a sostegno della sua pratica, che “nasce dall’accumulo di oggetti e immagini che costellano la nostra vita quotidiana, fisica e digitale, rielaborati anzitutto attraverso scarti dimensionali e decostruzioni. Abbracciando – in un certo senso – lo sguardo della Pop Art su oggetti e prodotti banali di tutti i giorni, Reus apre nuove prospettive di approccio al mondo che ci circonda, creando una distanza rispetto a realtà che a prima vista sembrano familiari e riconoscibili. Sebbene sia un’acuta osservatrice del mondo fisico, Reus non utilizza la soluzione del ready made: le sue opere sono puzzle scultorei meticolosamente fabbricati a mano, attraverso una miscela di pratiche sia artigianali che tecnologiche, capaci di testimoniare la sua raffinata sensibilità per la materialità, la composizione e il colore della scultura. Magali Reus è una scultrice nel senso più alto del termine, con un approccio originale alla forma e allo spazio, nonché alla nozione e alla pratica della scultura, interessata a spingere il potenziale dell’oggetto scultoreo verso nuove direzioni”.
Per la terza edizione consecutiva la mostra del Premio – che gode della Media Partnership di IGP Decaux – è realizzata con la collaborazione dell’Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Milano.
La mostra è tra gli eventi di Milano Art Week (8–14 aprile 2024), la manifestazione diffusa coordinata dal Comune di Milano in collaborazione con miart, la fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano, che mette in rete le principali istituzioni pubbliche e private, con un programma denso di attività e progetti, arricchendo il panorama culturale della città con eventi collaterali che riconfermano Milano come luogo privilegiato per l’esplorazione e l’indagine dei linguaggi contemporanei.
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