Marina Alessi. Legàmi

© Marina Alessi | Marina Alessi, Legàmi 01

 

Dal 06 Febbraio 2019 al 22 Febbraio 2019

Milano

Luogo: Spazio Kryptos

Indirizzo: via Panfilo Castaldi 26

Orari: da lunedì a venerdì 16-19.30

Curatori: Filippo Rebuzzini

Telefono per informazioni: +39 02 91705085

E-Mail info: spazio@kryptosmateria.it

Sito ufficiale: http://www.kryptosmateria.it



L’Associazione culturale Obiettivo CameraSpazio Kryptos presentano Marina Alessi che, con il passo proprio e caratteristico del linguaggio fotografico, sottolineano il significato dei legami nella Vita e per la Vita.

Passo indietro, per poi proseguire in avanti, in attualità di intenti. Il corrente allestimento espositivo di Legàmi, scandito su una coerente cadenza di ritratti della talentuosa Marina Alessi, eccelsa fotografa della scena teatrale italiana (altro discorso che non questo attuale), continua un progetto originario -stesso titolo-, esposto a fine Duemilaquindici al Teatro Carcano di Milano, uno dei palcoscenici storici del capoluogo lombardo. In quella occasione, a cura di Elisa Greco e la pubblicazione del testo dello spettacolo da parte di Mattia Visani, il Centro d’arte contemporanea Teatro Carcano si sintonizzò con la messa in scena dello spettacolo Due donne che ballano, del catalano Josep Maria Benet i Jornet, per la regia di Veronica Cruciani, con Maria Paiato e Arianna Scommegna che disegnano due solitudini generazionali, dando vita a un complicato rapporto di antitetiche figure femminili.
Per l’appunto, e in accordo intimo, con il passo proprio e caratteristico del linguaggio fotografico, quegli originari Legàmi, di Marina Alessi, cadenzarono ritratti di dodici figure femminili che, a propria volta, sottolineano il significato dei legami nella Vita e per la Vita... in doppia maiuscola, volontaria oltre che consapevole.
In un certo modo, in un certo bel modo (la qualità non è acqua), Marina Alessi replicò con Legàmiuna delle cadenze proprie e caratteristiche dei suoi ritratti, sempre impeccabili nel contenuto, oltre la forma a tutti visibile. Tanto che va ricordata anche la serie presentata come Modello Unico/1, allestita ed esposta un anno prima: famiglie, amicizie e persone. Però, a ben considerare, è proprio la filosofia di Legàmi che stabilisce una cifra stilistica che va ben oltre l’apparenza manifesta della sua fotografia: per l’appunto confermata e ribadita nell’allestimento scenico dell’attuale mostra personale, in presentazione della quale qui e ora commentiamo.
Marina Alessi è una fotografa che ama la propria professione, che è tale soltanto nelle istanze obbligatoriamente burocratiche del mestiere: altrimenti, è una passione intima che non si esaurisce nel solo svolgimento di incarichi assegnati. Così che, e in comunità di considerazione, andiamo in metafora: se volete essere felici per un anno, vincete alla lotteria. Se volete essere felici per tutta la vita, amate quello che fate. Questo è il senso della fotografia di Marina Alessi.
Il suo amore e la sua passione per e della fotografia le consente di vivere felicemente la propria vita, concedendo anche a noi osservatori una consistente quantità e qualità di motivi per essere felici a nostra volta. Solo l’amore si accorda con quella situazione di verità che restituisce alla vita la bellezza che le è propria.
Tra le tante condizioni possibili dell’essere fotografo / fotografa, una è trasversale a tutte: missione di ciascuno è portare a buon fine la bellezza e la fraternità. Nell’animo di un buon fotografo / una buona fotografa (come di qualsiasi Uomo / Donna) alberga un poeta; infatti, solo i poeti sanno veramente parlare della libertà, dolcissima e inebriante. Marina Alessi è un poetessa, che detiene il coraggio di ciò che veramente sa ed è. Il fascino estraniante e stregato della sua fotografia rimanda alla parola mai detta, all’infelicità mascherata, alla violenza esasperante della quotidianità mai affrontata.
Noi, ora, osservatori di questa sua efficace azione, veniamo coinvolti in prima persona, fino a diventarne complici. Domanda d’obbligo: può la fotografia, nella semplicità della propria veste e complessità del proprio linguaggio, arrivare a tanto? Certamente! Soprattutto in questo caso, nel quale l’amore si manifesta in tutta la propria avvolgente ricchezza. Amore della mente, amore del cuore, amore fisico che trasuda da un omaggio visivo che scorre su un binario perlomeno e quantomeno doppio. A un tempo, i ritratti di Marina Alessi sono pretesto e fine. A un tempo, il soggetto conta e non conta. A un tempo, la fotografia svolge il proprio meraviglioso compito: quello di sollecitare il cuore che batte nel petto di ciascuno di noi.
Nel momento in cui questo avviene, la Fotografia (anche qui in maiuscola consapevole e volontaria) raggiunge il proprio scopo. Non la natura che si fa di sé medesima pittrice, verso la quale ambivano i pionieri, ma la Vita che si rivela tra le pieghe della propria raffigurazione.
Raccogliamo questo invito di Marina Alessi, la cui fotografia fa del nostro tempo un tempo migliore nel quale vivere e amare.

Maurizio Rebuzzini

 
Marina Alessi ha colto, attraverso il suo obiettivo, i protagonisti del mondo del teatro, del cinema, della televisione e della cultura, seguendoli sui set e nella vita come ritrattista e fotografa di scena.
Da alcuni anni collabora con le scuole di Fondazione Milano, in particolare con la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, raccontando attraverso la sua narrazione fotografica sia l’azione didattica sia i lavori teatrali organizzati durante l’anno accademico.
Realizza progetti artistici e culturali con Polaroid Giant Camera: macchina fotografica costruita in 5 esemplari in tutto il mondo che permette di realizzare ritratti fotografici in formato 50x60, veri e propri pezzi unici. Tra i progetti seguiti figura, insieme alla rivista VanityFair, “Facce da Leggere”, lavoro fotografico durato 6 anni che ha ritratto i protagonisti più importanti delle diverse edizioni del Festivalletteratura di Mantova. 
Nasce così il libro omonimo, edito da Rizzoli, che raccoglie 282 ritratti con Giant Camera di autori di best seller, giallisti, premi Nobel, poeti, giornalisti accompagnati dai testi inediti di alcuni degli scrittori fotografati.
Sul fronte della commistione arte - fotografia ha iniziato un percorso a doppia mano con 44 street artist italiani culminato con la mostra all'Auditorium del Parco della Musica di Roma e il libro, edito da Vallecchi , “44+1 AutoRitratti”. 
La sua ultima ricerca è un lavoro di contaminazione dove i ritratti fotografici in bianco e nero si incontrano con l’arte di illustratori e pittori. 
Questa “Partita Doppia” prende vita su fondo bianco perché su questa neutralità nasce l’incontro, il gioco, l’interpretazione di sé stessi. Gioco di specchi tra immagine e coscienza, omaggio all’arte e alla capacità degli uomini di raffrontarsi e trovare un equilibrio. Ma soprattutto alla capacità di comunicare ed ascoltare.  

Vernissage mercoledì 6 febbraio, dalle 18.30


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