Monumento Privato
Dal 10 Aprile 2024 al 20 Aprile 2024
Milano
Luogo: HUB/ART
Indirizzo: Via Privata Passo Pordoi 7/3
Orari: dal lunedì al venerdì 9-18, sabato su appuntamento
Curatori: Guido Musante con Cecilia Cefis Zuliani
Costo del biglietto: ingresso gratuito previa registrazione
E-Mail info: info@isorropiahomegallery.org
Hub/Art ospita dall’10 al 20 aprile 2024 la mostra MONUMENTO PRIVATO, organizzata dall’associazione culturale Isorropia Homegallery. Il progetto espositivo, all’interno del palinsesto della Milano Art Week e a cura di Guido Musante, con Cecilia Cefis Zuliani riunisce opere di Roberta Busato e l’installazione performativa di Hannes Egger.
Monumento Privato è il progetto di un monumento alla transizione.
Si compone di tre parti: “2019/20”, “2020/21” e “2021/22”, che corrispondono ai periodi di transizione fra tre anni solari durante i quali la privazione totale o parziale di spazio pubblico è stata la misura al centro delle preoccupazioni mondiali.
Il monumento ha una funzione, ma non ha un uso all’interno della città.
Quando ci troviamo di fronte a un monumento ne riconosciamo la funzione evocativa, cioè il motivo per cui è stato realizzato. Ma all’interno della città non è altro che uno spazio che è stato sottratto, cioè privato all’utilizzo. Il progetto di Monumento Privato vuole indagare questo e mettere in evidenza che cosa è un monumento rispetto alla città. Il lavoro di sottrazione della materia vuole indagare lo spazio che viene sottratto alla città per diventare monumentale.
I monumenti per loro stessa definizione sono eterni, ma in realtà perdono di valore e non sono eterni. Un monumento ha valore per la società che lo crea in senso commemorativo, ma nel passare del tempo se ne perde il significato intrinseco, per dare spazio a una nuova narrazione. Il lavoro sulla materia vuole indagare il monumento anticipando, o meglio accorciando, questo tempo. Il suo corpo pian piano si dilaverà, anticipando il processo di reintroduzione dello spazio del monumento alla città stessa.
Roberta Busato, Verona 1976. Vive e lavora tra Mantova e Pietrasanta.
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove si diploma nel 2004 in Pittura con Omar Galliani. Parallelamente avvia la collaborazione con la compagnia teatrale Socìetas Raffaello Sanzio. Sono anni di studio e ricerca, durante i quali l’artista porta avanti un approccio multidisciplinare, integrando disegno e pittura, scultura e teatro. Un siffatto imprinting alla concezione e sviluppo dell’opera artistica, attraverso il ricorso ad un’eterogeneità di mezzi espressivi, condurrà verso la realizzazione di lavori pittorici, fotografici e video per sfociare poi, nell’ultimo periodo, all’indagine sulla materia plastica. All’origine del più recente ciclo di opere vi è la scoperta della terra cruda, materia primordiale. La scelta di questo elemento, povero ma gravido di storia e altamente simbolico, e il perfezionamento di un iter procedurale tecnico e creativo – di scomposizione e ricomposizione della forma, rappresentano i due momenti fondamentali di una ricerca non esclusivamente plastica e materica, ma estremamente personale e profondamente poetica. Dal 2000 prende parte a progetti espositivi, agli esordi mediante installazione e performance, a seguire con opere fotografiche, fino a che non sceglie esclusivamente la scultura.
Alcuni dei suoi lavori sono stati selezionati da AJAC e presentati in un group show al Tokyo Metropolitan Art Museum. Nel 2018 le sue opere vengono inserite all’interno dello Studio di Oliver Gustav, Copenaghen. Nello stesso anno i suoi lavori si trovano nella galleria di Susanna Orlando, Pietrasanta. Dal 2019 realizza opere in collaborazione con la Fondazione Henraux. Dal 2020 è presente all’interno dello spazio “kalpa art living” di Olga Niescer, Volterra.
Hannes Egger, Bolzano 1981, vive e lavora a Merano.
La pratica artistica di Hannes Egger è legata a un approccio essenzialmente concettuale, volto al coinvolgimento e all’interazione con il pubblico. Le performance, le installazioni e i progetti partecipativi dell’artista, invitano le persone ad assumere un atteggiamento o un punto di vista inconsueto, a riflettere sulla realtà e sul modo in cui condividiamo lo spazio in cui viviamo. L’opera d’arte non consta quindi in un prodotto artistico inteso nella sua accezione più tradizionale, ma nelle situazioni che una piattaforma aperta e in progress riesce a suscitare nel momento in cui, dopo esser stata progettata con cura dall’artista, viene partecipata dal pubblico. Egger mette spesso a disposizione alcune coordinate o istruzioni secondo le quali agire, rendendo in questo modo protagonista dell’opera l’azione stessa dei partecipanti. Hannes Egger lavora spesso con le cosiddette performance audio. Di solito, le istruzioni vengono date al pubblico tramite le cuffie. I pezzi sono di solito arricchiti da elementi di narrazione.
Monumento Privato è il progetto di un monumento alla transizione.
Si compone di tre parti: “2019/20”, “2020/21” e “2021/22”, che corrispondono ai periodi di transizione fra tre anni solari durante i quali la privazione totale o parziale di spazio pubblico è stata la misura al centro delle preoccupazioni mondiali.
Il monumento ha una funzione, ma non ha un uso all’interno della città.
Quando ci troviamo di fronte a un monumento ne riconosciamo la funzione evocativa, cioè il motivo per cui è stato realizzato. Ma all’interno della città non è altro che uno spazio che è stato sottratto, cioè privato all’utilizzo. Il progetto di Monumento Privato vuole indagare questo e mettere in evidenza che cosa è un monumento rispetto alla città. Il lavoro di sottrazione della materia vuole indagare lo spazio che viene sottratto alla città per diventare monumentale.
I monumenti per loro stessa definizione sono eterni, ma in realtà perdono di valore e non sono eterni. Un monumento ha valore per la società che lo crea in senso commemorativo, ma nel passare del tempo se ne perde il significato intrinseco, per dare spazio a una nuova narrazione. Il lavoro sulla materia vuole indagare il monumento anticipando, o meglio accorciando, questo tempo. Il suo corpo pian piano si dilaverà, anticipando il processo di reintroduzione dello spazio del monumento alla città stessa.
Roberta Busato, Verona 1976. Vive e lavora tra Mantova e Pietrasanta.
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove si diploma nel 2004 in Pittura con Omar Galliani. Parallelamente avvia la collaborazione con la compagnia teatrale Socìetas Raffaello Sanzio. Sono anni di studio e ricerca, durante i quali l’artista porta avanti un approccio multidisciplinare, integrando disegno e pittura, scultura e teatro. Un siffatto imprinting alla concezione e sviluppo dell’opera artistica, attraverso il ricorso ad un’eterogeneità di mezzi espressivi, condurrà verso la realizzazione di lavori pittorici, fotografici e video per sfociare poi, nell’ultimo periodo, all’indagine sulla materia plastica. All’origine del più recente ciclo di opere vi è la scoperta della terra cruda, materia primordiale. La scelta di questo elemento, povero ma gravido di storia e altamente simbolico, e il perfezionamento di un iter procedurale tecnico e creativo – di scomposizione e ricomposizione della forma, rappresentano i due momenti fondamentali di una ricerca non esclusivamente plastica e materica, ma estremamente personale e profondamente poetica. Dal 2000 prende parte a progetti espositivi, agli esordi mediante installazione e performance, a seguire con opere fotografiche, fino a che non sceglie esclusivamente la scultura.
Alcuni dei suoi lavori sono stati selezionati da AJAC e presentati in un group show al Tokyo Metropolitan Art Museum. Nel 2018 le sue opere vengono inserite all’interno dello Studio di Oliver Gustav, Copenaghen. Nello stesso anno i suoi lavori si trovano nella galleria di Susanna Orlando, Pietrasanta. Dal 2019 realizza opere in collaborazione con la Fondazione Henraux. Dal 2020 è presente all’interno dello spazio “kalpa art living” di Olga Niescer, Volterra.
Hannes Egger, Bolzano 1981, vive e lavora a Merano.
La pratica artistica di Hannes Egger è legata a un approccio essenzialmente concettuale, volto al coinvolgimento e all’interazione con il pubblico. Le performance, le installazioni e i progetti partecipativi dell’artista, invitano le persone ad assumere un atteggiamento o un punto di vista inconsueto, a riflettere sulla realtà e sul modo in cui condividiamo lo spazio in cui viviamo. L’opera d’arte non consta quindi in un prodotto artistico inteso nella sua accezione più tradizionale, ma nelle situazioni che una piattaforma aperta e in progress riesce a suscitare nel momento in cui, dopo esser stata progettata con cura dall’artista, viene partecipata dal pubblico. Egger mette spesso a disposizione alcune coordinate o istruzioni secondo le quali agire, rendendo in questo modo protagonista dell’opera l’azione stessa dei partecipanti. Hannes Egger lavora spesso con le cosiddette performance audio. Di solito, le istruzioni vengono date al pubblico tramite le cuffie. I pezzi sono di solito arricchiti da elementi di narrazione.
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