Roberto Ghezzi. subLimen
Dal 29 Maggio 2014 al 28 Giugno 2014
Milano
Luogo: Museo Fondazione Matalon
Indirizzo: Foro Buonaparte 67
Orari: dal martedì al sabato 10-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 347 5489038
E-Mail info: ufficistampa.egv@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.robertoghezzi.it
subLimen – dal latino sub “sotto” e limen “soglia” – è il titolo scelto dal pittore cortonese per ognuna delle opere che compongono il nuovo ciclo. Protagonisti sono suadenti paesaggi sospesi nel sogno, pervasi da un’aurea intrigante, che si susseguono al pari di algidi orizzonti marini, ebbri di essenze imperscrutabili e spiriti invisibili.
Ghezzi si spinge laddove le trame del creato si fanno più arcane, tra il crepuscolo e l’aurora, tra la stasi e il prodigio, per oltrepassare l’ermetico confine di un “altrove”, rimasto ignoto per chissà quale incanto, e assaporare umori che erano stati fecondi per i maestri romantici che egli continua a guardare come modelli prediletti.
Come difatti spiega il curatore della mostra Giovanni Faccenda, l’artista è un raffinato interprete di quella tradizione volta a indagare i misteri ancestrali che sussistono nel rapporto tra uomo e natura: un connubio denso di enigmi, ove collimano l’armoniosa bellezza e il senso – sempre incombente – di oscure calamità sul punto di manifestarsi.
Nel percorso artistico di Ghezzi c’è un’attenzione alla pittura – intesa come impianto cromatico e non quale esito descrittivo – che invita a immaginare ulteriori accadimenti, sulla scia dell’incessante sollecitazione data da quella interiore urgenza di dipingere la natura nei suoi più reconditi segreti.
Emblematica, così, diventa la meditata rarità cromatica della sua tavolozza, a significare il valore dell’assenza e della sensazione, quando diventano evocative di remote percezioni.
Roberto Ghezzi è nato a Cortona (Ar) nel 1978, dove attualmente vive e lavora.
Inizia a dipingere molto precocemente, frequentando lo studio di scultura e pittura di famiglia. Negli anni approfondisce la tecnica del suo linguaggio artistico presso la Scuola della maestra Alivojvodic all’Istituto d’Arte “Piero della Francesca” di Arezzo e successivamente frequentando i corsi di nudo, incisione e storia dell’arte presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze.
Dagli anni Novanta espone con regolarità in personali e collettive, in Italia e all’Estero. Attivo in premi e concorsi, ha ottenuto positivo e crescente riscontro di pubblico e critica, nonché di galleristi e collezionisti.
È stato indicato dal professor Giovanni Faccenda tra gli artisti meritevoli di una segnalazione nell’edizione n. 50 del CAM (Catalogo dell’Arte Moderna, Editoriale Giorgio Mondadori).
Ghezzi si spinge laddove le trame del creato si fanno più arcane, tra il crepuscolo e l’aurora, tra la stasi e il prodigio, per oltrepassare l’ermetico confine di un “altrove”, rimasto ignoto per chissà quale incanto, e assaporare umori che erano stati fecondi per i maestri romantici che egli continua a guardare come modelli prediletti.
Come difatti spiega il curatore della mostra Giovanni Faccenda, l’artista è un raffinato interprete di quella tradizione volta a indagare i misteri ancestrali che sussistono nel rapporto tra uomo e natura: un connubio denso di enigmi, ove collimano l’armoniosa bellezza e il senso – sempre incombente – di oscure calamità sul punto di manifestarsi.
Nel percorso artistico di Ghezzi c’è un’attenzione alla pittura – intesa come impianto cromatico e non quale esito descrittivo – che invita a immaginare ulteriori accadimenti, sulla scia dell’incessante sollecitazione data da quella interiore urgenza di dipingere la natura nei suoi più reconditi segreti.
Emblematica, così, diventa la meditata rarità cromatica della sua tavolozza, a significare il valore dell’assenza e della sensazione, quando diventano evocative di remote percezioni.
Roberto Ghezzi è nato a Cortona (Ar) nel 1978, dove attualmente vive e lavora.
Inizia a dipingere molto precocemente, frequentando lo studio di scultura e pittura di famiglia. Negli anni approfondisce la tecnica del suo linguaggio artistico presso la Scuola della maestra Alivojvodic all’Istituto d’Arte “Piero della Francesca” di Arezzo e successivamente frequentando i corsi di nudo, incisione e storia dell’arte presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze.
Dagli anni Novanta espone con regolarità in personali e collettive, in Italia e all’Estero. Attivo in premi e concorsi, ha ottenuto positivo e crescente riscontro di pubblico e critica, nonché di galleristi e collezionisti.
È stato indicato dal professor Giovanni Faccenda tra gli artisti meritevoli di una segnalazione nell’edizione n. 50 del CAM (Catalogo dell’Arte Moderna, Editoriale Giorgio Mondadori).
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