Sergio Cerini. Pensiero Nomade
Dal 21 Novembre 2014 al 22 Febbraio 2015
San Donato Milanese | Milano
Luogo: Galleria d’Arte Moderna Virgilio Guidi
Indirizzo: piazza delle Arti 7
Orari: da lunedì a sabato 9.30-12.30 / 14.30-18.30; domenica 10-12.30 / 16.30-19
Curatori: Laura Pariani
Enti promotori:
- Comune di San Donato Milanese
Telefono per informazioni: +39 02 52772409
La Galleria d’Arte Moderna Virgilio Guidi rende omaggio all’arte di Sergio Cerini con la mostra dal titolo “Pensiero Nomade” a cura di Laura Pariani.
“Mi piacerebbe pensare che la mia pittura colpisca nell’immediatezza e non per quello che significa, quindi cerco sempre di non mettere il messaggio in primo piano, ma la qualità visiva dell’opera. Il vestito per il corpo, il quadro e la scultura per il luogo”.
Con queste parole l’artista mette a nudo la propria dichiarazione poetica e sintetizza il bisogno che la propria pittura sia fulminea, e che nel contempo si possa percepire come la facoltà immaginativa dell’artista non sia mai intrappolata, finita, risolta.
Le 21 opere esposte, di cui 3 sculture e 18 fra tele e carte, fanno capire da subito che la creatività artigianale di Cerini, classe 1958 da Suno in provincia di Novara - è profondamente radicata in un luogo del proprio sentire ove arte e natura si incontrano e si intrecciano intimamente e costantemente. Scrive Laura Pariani: “Guardando le prime opere di Sergio Cerini, da lontano si ha l’impressione di trovarsi di fronte a manufatti tessili - arazzi e tappeti - densamente decorati con motivi e colori presi dalla tradizione orientale o sudamericana. Però, quando ci si avvicina, ci si rende conto con sorpresa che il materiale usato dall’artista non è affatto tessuto, ma un gioco di strisce di carta sovrapposte con colla, in eleganti composizioni di forme e colori. Il gioco degli inganni e degli spiazzamenti non finisce però qui. Da questi primi lavori, infatti, Sergio Cerini passa successivamente a invenzioni più sottili: i falsi arazzi di cartapesta si sfilacciano, come sbocconcellati o addirittura divorati dalle tarme di un tempo implacabile.
Nei lavori più recenti, il livello del gioco si alza: l’evidente affiorare della trama e degli orditi dei fili di gesso colorato pare voler alludere al lavoro nascosto del tessitore, facendoci venire in mente antiche favole”
Intrecciati come fossero a loro volta tappeti, accanto alle opere collocate su parete, compaiono una serie di vasi maestosi, di media e grande dimensione, capolavori di arte applicata eseguiti in resina, cartapesta e silicone che dall'ampio ventre vanno su su verso il cielo con lunghi colli, come lacrimatoi celesti per unguenti e profumi divini.
Sergio Cerini dipinge su basi di cartapesta con colori liquidi tipo acquerello, acrilico diluito con vinavil, tinture per tessuti e fa interventi a collage. Cerinicrea un personalissimo ordito, mai cromaticamente definito, se non in un intrico completamente bianco, a comporre la frammentarietà del ricordo.
“Mi piacerebbe pensare che la mia pittura colpisca nell’immediatezza e non per quello che significa, quindi cerco sempre di non mettere il messaggio in primo piano, ma la qualità visiva dell’opera. Il vestito per il corpo, il quadro e la scultura per il luogo”.
Con queste parole l’artista mette a nudo la propria dichiarazione poetica e sintetizza il bisogno che la propria pittura sia fulminea, e che nel contempo si possa percepire come la facoltà immaginativa dell’artista non sia mai intrappolata, finita, risolta.
Le 21 opere esposte, di cui 3 sculture e 18 fra tele e carte, fanno capire da subito che la creatività artigianale di Cerini, classe 1958 da Suno in provincia di Novara - è profondamente radicata in un luogo del proprio sentire ove arte e natura si incontrano e si intrecciano intimamente e costantemente. Scrive Laura Pariani: “Guardando le prime opere di Sergio Cerini, da lontano si ha l’impressione di trovarsi di fronte a manufatti tessili - arazzi e tappeti - densamente decorati con motivi e colori presi dalla tradizione orientale o sudamericana. Però, quando ci si avvicina, ci si rende conto con sorpresa che il materiale usato dall’artista non è affatto tessuto, ma un gioco di strisce di carta sovrapposte con colla, in eleganti composizioni di forme e colori. Il gioco degli inganni e degli spiazzamenti non finisce però qui. Da questi primi lavori, infatti, Sergio Cerini passa successivamente a invenzioni più sottili: i falsi arazzi di cartapesta si sfilacciano, come sbocconcellati o addirittura divorati dalle tarme di un tempo implacabile.
Nei lavori più recenti, il livello del gioco si alza: l’evidente affiorare della trama e degli orditi dei fili di gesso colorato pare voler alludere al lavoro nascosto del tessitore, facendoci venire in mente antiche favole”
Intrecciati come fossero a loro volta tappeti, accanto alle opere collocate su parete, compaiono una serie di vasi maestosi, di media e grande dimensione, capolavori di arte applicata eseguiti in resina, cartapesta e silicone che dall'ampio ventre vanno su su verso il cielo con lunghi colli, come lacrimatoi celesti per unguenti e profumi divini.
Sergio Cerini dipinge su basi di cartapesta con colori liquidi tipo acquerello, acrilico diluito con vinavil, tinture per tessuti e fa interventi a collage. Cerinicrea un personalissimo ordito, mai cromaticamente definito, se non in un intrico completamente bianco, a comporre la frammentarietà del ricordo.
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