BERNARDINO RAMAZZINI (1633-1714). PRIMO MEDICO DEL LAVORO
Dal 18 Settembre 2020 al 06 Gennaio 2021
Carpi | Modena
Luogo: Musei di Palazzo dei Pio
Indirizzo: piazza dei Martiri 68
Orari: venerdì, sabato, domenica e festivi, dalle 10.00 alle 13 e dalle 15.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì; da martedì a giovedì su prenotazione
Curatori: Manuela Rossi e Tania Previdi
Costo del biglietto: intero 8 euro, ridotto 5 euro. Ingresso contingentato con prenotazione obbligatoria: https://prenotailmuseo.palazzodeipio.it/prenotailmuseo/ Durante la visita è obbligatorio l’uso della mascherina e il distanziamento di 2 metri (congiunti esclusi)
Telefono per informazioni: +39 059 649955
Prevenire è meglio che curare
Prestantius est praeservare quam curare
Bernardino Ramazzini
Carpi capitale della medicina.
Solo due secoli separano due tra le menti più lucide e rivoluzionarie della storia e della pratica medica italiana ed europea: Berengario da Carpi (1460ca.-1530) e Bernardino Ramazzini (1633-1714), cui la città emiliana ha dato i natali.
Dopo la mostra su Berengario e lo sviluppo degli studi anatomici nel Rinascimento, tenutasi nel 2018, i Musei di Palazzo dei Pio a Carpi (MO) ospitano un’esposizione che ripercorre la vicenda umana e professionale di Bernardino Ramazzini, autore del De Morbis Artificum Diatriba che ha portato alla nascita della moderna medicina del lavoro.
La rassegna, curata da Manuela Rossi e Tania Previdi, ideata e prodotta dal Comune di Carpi – Musei di Palazzo dei Pio in collaborazione con Archivio storico comunale e Biblioteca multimediale Loria di Carpi, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Modena, dell’Università degli Studi di Padova, col contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Assicoop Modena, presenta una serie di documenti originali, prime edizioni dei libri di Ramazzini, volumi a stampa coevi, dipinti di autori quali Guercino, Antonio Cifrondi, Giuseppe Graziosi che contestualizzano l’ambiente in cui il medico carpigiano si è trovato a operare.
L’iniziativa è parte del programma del festivalfilosofia 2020 Macchine, che si terrà a Modena, Carpi e Sassuolo dal 18 al 20 settembre 2020.
Il percorso espositivo si muove dalla prima metà del Seicento e si spinge fino alla contemporaneità, analizzando temi estremamente attuali, come la sicurezza dei luoghi di lavoro e la prevenzione dei rischi professionali e ambientali.
Il visitatore viene accolto dalla figura virtuale di Bernardino Ramazzini che introdurrà i temi della mostra. La prima sezione è dedicata al medico carpigiano e al suo tempo, nella quale si ricostruisce il personaggio e il contesto storico, sociale e culturale della sua epoca attraverso documenti d’archivio, il ritratto dipinto da Luigi Bianchini Ciarlini nella seconda metà del XVIII secolo, i primi trattati medici e quelli di fisica, come il De constitutione anni 1690 de rurali epidemia o l’Ephemerides barometricae mutinensis anno 1694, oltre a stampe e opere d’arte secentesche.
Per la prima volta, verrà inoltre presentato un ritratto inedito appartenuto allo stesso Ramazzini, di proprietà degli eredi.
Il cuore della mostra si sviluppa nelle logge nord e ovest del palazzo, che ospitano una indagine sulla sua opera più importante e celebrata il De Morbis Artificum Diatriba, qui presente nella prima edizione del 1700 (Biblioteca Loria di Carpi), ma anche nelle numerose riedizioni e traduzioni, accompagnate da approfondimenti multimediali e da una serie di esemplari moderni che si potranno sfogliare.
Con un metodo empirico e assolutamente innovativo per la sua epoca, il De Morbis parte dall’osservazione di una categoria specifica di lavoratori, gli svuotatori di pozzi neri, e analizza 55 mestieri del suo tempo, studiandone i rischi per la salute, determinati dalle materie prime utilizzate e dal contesto lavorativo; il volume si concentra poi sulle malattie che possono svilupparsi nelle singole professioni, sulle soluzioni preventive di carattere ambientale e su quelli che oggi vengono chiamati i ‘dispositivi di protezione individuale per i lavoratori’ che possono evitare eventuali rischi per la salute, oltre che per l’ambiente e per quello che attualmente viene identificato come il sistema economico e sanitario, che rischia di essere inadeguato ad affrontare numerosi casi di malattie anche mortali.
Il rivoluzionario saggio del padre della Medicina del lavoro risulta ancor oggi di straordinaria attualità e ha lasciato ai posteri un’eredità che richiama l’applicazione di metodi e strumenti che consentano, come ha scritto Ramazzini, “di prevenire, di vigilare sui mestieri e sulle fabbriche, di fare smettere il mestiere a chi è impari ad esso, di studiare la morbilità degli abitanti che vivono nelle vicinanze dei luoghi di lavoro”.
I contesti professionali studiati da Bernardino Ramazzini nella sua opera, sono poi esaminati attraverso stampe, dipinti, materie prime e strumenti di lavoro, tra cui un dipinto del Guercino con l’Estrazione della canapa sul macero (prima metà XVII secolo) del Museo di Cento, le incisioni dei Mestieri dell’uomo del bolognese Giuseppe Maria Mitelli (1634) provenienti da una collezione privata modenese, le grandi tavole sui mestieri dei dodici volumi della prima edizione dell’Encyclopedie di Diderot e D’Alembert della metà del Settecento, fino al dipinto del Ciabattino di Antonio Cifrondi (Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia) e della Tessitrice di Giuseppe Graziosi.
Oggi l’idea di fondo dell’opera di Ramazzini viene sviluppata nell’azione di ricerca e di intervento del Collegium Ramazzini di Bologna, che in oltre 40 anni si è occupato di medicina del lavoro, ma anche, sempre più negli ultimi anni, di casi di inquinamento ambientale determinato da eventi catastrofici come l’incidente alla centrale di Chernobyl.
La mostra si conclude quindi con la sezione, realizzata proprio in collaborazione col Collegium Ramazzini, sull’attualità dei temi della medicina del lavoro, ovvero delle problematiche ambientali e professionali, dello sviluppo delle ricerche e degli studi oggi, sulla base della relazione tra rischio e danno, individuata per la prima volta proprio da Ramazzini.
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