Island. New Art from Ireland
Dal 21 Giugno 2013 al 15 Settembre 2013
Modena
Luogo: Galleria civica di Modena
Indirizzo: corso Canalgrande
Orari: dal giovedì alla domenica dalle 19.00 alle 23
Curatori: Fiona Kearney
Enti promotori:
- Culture Ireland
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 059 2032911/ 2032940
E-Mail info: galcivmo@comune.modena.it
Sito ufficiale: http://www.galleriacivicadimodena.it/
Il prossimo 20 giugno inaugurerà alle 21.00 alla Palazzina dei Giardini di Modena la mostra “Island. New Art from Ireland” curata dalla direttrice della Glucksman Gallery University College di Cork Fiona Kearney e finanziata con un contributo di Culture Ireland.
La collettiva – secondo step di una collaborazione internazionale che ha portato in Irlanda 80 fotografie selezionate dalla Raccolta di Fotografia della Galleria civica di Modena ( "The Artist's Eye" esposta fino al 7 luglio alla Glucksman) – presenta, fino al 15 settembre, il lavoro di 5 artisti contemporanei residenti in Irlanda, una ventina di opere fra fotografie, dipinti, disegni, sculture, film, video e installazioni, realizzate a partire dal 2000, in un periodo cruciale per l'irlanda e per l'Europa nel corso del quale l'esuberanza e l'ottimismo per il nuovo millennio sono collassati nella crisi economica globale.
Gli artisti selezionati, Dorothy Cross, Damien Flood, Mark Garry, Martin Healy, Niamh O’Malley, sono stati chiamati ad indagare il tema dell’isola con particolare riferimento all’Irlanda, alla quale hanno guardato cogliendo aspetti diversi della cultura isolana, interrogandosi su come possa tornare a crescere e a fiorire in futuro.
La mostra si apre con "Drift" (2013), film di Mark Garry presentato in questa occasione in anteprima mondiale; l'artista presenta inoltre due sculture "Where oil meets water" e "To say a psalm for now".
Niamh O’Malley è presente con due disegni, il video dal titolo "Island" (2010), e una scultura appositamente realizzata per la mostra.
Martin Healy presenta scatti di archeologia industriale trattata dall'artista come se l'obiettivo fosse puntato su Dolmen e Menhir, "Fata Morgana" (2010), un'opera al neon che cita le coordinate di un'isola che non c'è, a richiamare l'idea del miraggio e "The Last Man", un film del 2011.
Dorothy Cross espone sculture e fotografie, "Udder Chair" una sedia che richiama i valori tradizionali della cultura isolana e "Poll na bPeist (Wormhole)" (2008), l’immagine di una vasca scavata vicino alla costa che si riempie come una piscina naturale con la marea.
Damien Flood indaga il tema dell'isola attraverso alcuni dipinti: "Smoke Ring" (2012), "Dig" (2012) "Glass Mountain" (2013), "Sunflower" (2012), "Bench" (2010) "Cyclical Mountains" (2011), "Dome" (2009). Queste opere dialogheranno con un dipinto di Paul Henry, celebre artista del XX secolo che ritrae dolci colline e cottage dal tetto di paglia tradizionali, una rappresentazione dell'immaginario popolare del paesaggio irlandese e, al contempo, un ritratto della dura realtà della vita quotidiana delle comunità rurali povere.
“L'Irlanda - secondo la curatrice - cattura l'immaginazione dell'artista con i suoi lussureggianti prati verdi, i cieli mutevoli e la bellezza costiera. Ma questa immagine, sullo sfondo, è ricca di sfumature lugubri, di ombre oscure gettate dalle diverse ondate di invasori e dalle epopee di intere generazioni di emigranti. Per molti artisti irlandesi in questi paesaggi vi è un ricco filone di ispirazione che viene affrontato non senza una certa tensione. È attraverso di essa che non è difficile approdare al racconto di una vera e propria cultura dell'isola”.
Il linguaggio visivo è ostinatamente legato al proprio senso di luogo, senza però essere scollegato dall'arte intesa in senso più globale.
Dorothy Cross, Damien Flood, Mark Garry, Martin Healy, Niamh O’Malley sono artisti che celebrano la bellezza d'Irlanda, rifiutando però di essere inquadrati in una cornice espressiva romantica. Sul loro lavoro è come se incombesse un'ombra.
Ad essa si accompagna una pubblicazione bilingue inglese-italiano che documenterà le opere in mostra e che presenterà testi della curatrice Fiona Kearney.
La collettiva – secondo step di una collaborazione internazionale che ha portato in Irlanda 80 fotografie selezionate dalla Raccolta di Fotografia della Galleria civica di Modena ( "The Artist's Eye" esposta fino al 7 luglio alla Glucksman) – presenta, fino al 15 settembre, il lavoro di 5 artisti contemporanei residenti in Irlanda, una ventina di opere fra fotografie, dipinti, disegni, sculture, film, video e installazioni, realizzate a partire dal 2000, in un periodo cruciale per l'irlanda e per l'Europa nel corso del quale l'esuberanza e l'ottimismo per il nuovo millennio sono collassati nella crisi economica globale.
Gli artisti selezionati, Dorothy Cross, Damien Flood, Mark Garry, Martin Healy, Niamh O’Malley, sono stati chiamati ad indagare il tema dell’isola con particolare riferimento all’Irlanda, alla quale hanno guardato cogliendo aspetti diversi della cultura isolana, interrogandosi su come possa tornare a crescere e a fiorire in futuro.
La mostra si apre con "Drift" (2013), film di Mark Garry presentato in questa occasione in anteprima mondiale; l'artista presenta inoltre due sculture "Where oil meets water" e "To say a psalm for now".
Niamh O’Malley è presente con due disegni, il video dal titolo "Island" (2010), e una scultura appositamente realizzata per la mostra.
Martin Healy presenta scatti di archeologia industriale trattata dall'artista come se l'obiettivo fosse puntato su Dolmen e Menhir, "Fata Morgana" (2010), un'opera al neon che cita le coordinate di un'isola che non c'è, a richiamare l'idea del miraggio e "The Last Man", un film del 2011.
Dorothy Cross espone sculture e fotografie, "Udder Chair" una sedia che richiama i valori tradizionali della cultura isolana e "Poll na bPeist (Wormhole)" (2008), l’immagine di una vasca scavata vicino alla costa che si riempie come una piscina naturale con la marea.
Damien Flood indaga il tema dell'isola attraverso alcuni dipinti: "Smoke Ring" (2012), "Dig" (2012) "Glass Mountain" (2013), "Sunflower" (2012), "Bench" (2010) "Cyclical Mountains" (2011), "Dome" (2009). Queste opere dialogheranno con un dipinto di Paul Henry, celebre artista del XX secolo che ritrae dolci colline e cottage dal tetto di paglia tradizionali, una rappresentazione dell'immaginario popolare del paesaggio irlandese e, al contempo, un ritratto della dura realtà della vita quotidiana delle comunità rurali povere.
“L'Irlanda - secondo la curatrice - cattura l'immaginazione dell'artista con i suoi lussureggianti prati verdi, i cieli mutevoli e la bellezza costiera. Ma questa immagine, sullo sfondo, è ricca di sfumature lugubri, di ombre oscure gettate dalle diverse ondate di invasori e dalle epopee di intere generazioni di emigranti. Per molti artisti irlandesi in questi paesaggi vi è un ricco filone di ispirazione che viene affrontato non senza una certa tensione. È attraverso di essa che non è difficile approdare al racconto di una vera e propria cultura dell'isola”.
Il linguaggio visivo è ostinatamente legato al proprio senso di luogo, senza però essere scollegato dall'arte intesa in senso più globale.
Dorothy Cross, Damien Flood, Mark Garry, Martin Healy, Niamh O’Malley sono artisti che celebrano la bellezza d'Irlanda, rifiutando però di essere inquadrati in una cornice espressiva romantica. Sul loro lavoro è come se incombesse un'ombra.
Ad essa si accompagna una pubblicazione bilingue inglese-italiano che documenterà le opere in mostra e che presenterà testi della curatrice Fiona Kearney.
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