Fabrizio Dusi. Golden Age
Dal 02 Luglio 2021 al 31 Ottobre 2021
Ascona | Mondo
Luogo: Fondazione Monte Verità
Indirizzo: Strada Collina 84
Curatori: Chiara Gatti
Telefono per informazioni: +41 91 785 40 40
E-Mail info: info@monteverita.org
Sito ufficiale: http://www.monteverita.org
L’estate di Monte Verità ad Ascona si apre venerdì 2 luglio alle ore 18.30 con l’inaugurazione di un ampio progetto di Fabrizio Dusi, a cura di Chiara Gatti.
L’artista, che spazia dal linguaggio della scultura a quello del neon, è autore per l'occasione di un nucleo importante di lavori site-specific ispirati ai temi iconici dell'ideale monteveritano del paradiso anarchico. Neon, ceramiche e forme in alluminio punteggeranno alcuni spazi interni ed esterni con parole-simbolo – “LIBERI”, “ANARCHY”, “UTOPIA” – e immagini evocative di un ritorno allo stato di natura.
La mostra coinvolge sia gli ambienti comuni dell’Hotel in stile Bauhaus che il giardino antistante l’edificio, in un percorso artistico studiato ad hoc per Monte Verità.
Le opere rendono omaggio alla celebre comunità di inizio Novecento che abitò la collina dell'utopia, sognando di superare la tensione storica fra capitalismo e comunismo per un ritorno alle origini dell’umanità e a un rapporto primigenio con la natura.
Luogo di incontro di artisti, scrittori, filosofi, teosofi, poeti, danzatori votati a un unico connubio tra arte e cosmo, Monte Verità rappresenta un esperimento sociale che ha fatto la storia della contro-cultura europea del secolo scorso. Ai temi che caratterizzano questa straordinaria epopea di libertà e anarchia, a questo cenacolo multidisciplinare amato e indagato anche dal grande critico d'arte Harald Szeemann, Fabrizio Dusi dedica un omaggio, rievocandone motti, icone, immagini scolpite nell'immaginario comune.
Filo conduttore del percorso è il colore azzurro come rappresentazione visiva della natura cielo/acqua.
Nel cuore del parco, la coppia Eva e Adamo, opera in acciaio di 2 metri di altezza, verniciata a fuoco azzurro, cita il mood della vita all’aperto degli abitanti del luogo, la pratica del nudismo e i bagni di sole. La scultura é in dialogo con l'ampio ciclo pittorico, dalle dimensioni di un affresco, Giardino dell’Eden, posto all’interno dell’Hotel nella sala Balint, una lunga narrazione di circa 7 metri che vedrà dipanarsi, sullo sfondo di un paesaggio vergine, scene tipiche della vita della colonia, fra girotondi, danze e con un rimando visivo al Chiaro mondo dei beati, storico dipinto panoramico da poco restaurato e riallestito nel nuovo Padiglione Elisarion. Gli stessi soggetti decoreranno poi un grande vaso di ceramica con decori d'oro al terzo fuoco anch'esso ispirato al Giardino Ideale della sua Golden Age.
All'ingresso dell'albergo la scritta “LIBERI” in neon blu evocherà l'utopia del ritorno allo stato di natura dei coloni giunti sul Monte Monescia (antico nome del Monte Verità) e nell’atrio al primo piano un altro grande neon di luce azzurra a forma di sole splendente, emblema di energia e di rinascita secondo l'iconografia anarchica del disco solare, accoglierà i visitatori. Celebrato nelle danze al sole, praticate dalla prima colonia vegetariana approdata sul Monte, il simbolo del globo radiante si colloca al centro della mostra personale di Dusi.
La scritta “ANARCHY” in vetrofonia sarà posta sulla vetrata aperta verso la parete di roccia su cui si innesta l'edificio di Emil Fahrenkamp, mentre lungo la galleria von der Heydt scorrerà la parola “UTOPIA” in ceramica dorata al terzo fuoco accanto a personaggi stilizzati nello stile essenziale e insieme pop dell'artista.
Al termine della mostra due installazioni, donate dall'artista, rimarranno patrimonio della Fondazione Monte Verità.
Nato a Sondrio, classe 1974, attivo a Milano, Fabrizio Dusi è un autore contemporaneo riconosciuto nel panorama internazionale, che ha negli anni lavorato su tematiche legate alla storia collettiva e alla contingenza, dalla Shoah ai migranti, toccando sfumature esistenziali affidate ai versi di grandi scrittori del Novecento, come Vittorio Sereni, Antonia Pozzi, Primo Levi, e anche ai racconti di Liliana Segre. Sue installazioni permanenti compaiono alla Casa della Memoria di Milano, sulla facciata del Comune di Bagnacavallo (Ravenna), all'Università Bocconi di Milano, all'Università degli Studi di Padova e al memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme.
L’artista, che spazia dal linguaggio della scultura a quello del neon, è autore per l'occasione di un nucleo importante di lavori site-specific ispirati ai temi iconici dell'ideale monteveritano del paradiso anarchico. Neon, ceramiche e forme in alluminio punteggeranno alcuni spazi interni ed esterni con parole-simbolo – “LIBERI”, “ANARCHY”, “UTOPIA” – e immagini evocative di un ritorno allo stato di natura.
La mostra coinvolge sia gli ambienti comuni dell’Hotel in stile Bauhaus che il giardino antistante l’edificio, in un percorso artistico studiato ad hoc per Monte Verità.
Le opere rendono omaggio alla celebre comunità di inizio Novecento che abitò la collina dell'utopia, sognando di superare la tensione storica fra capitalismo e comunismo per un ritorno alle origini dell’umanità e a un rapporto primigenio con la natura.
Luogo di incontro di artisti, scrittori, filosofi, teosofi, poeti, danzatori votati a un unico connubio tra arte e cosmo, Monte Verità rappresenta un esperimento sociale che ha fatto la storia della contro-cultura europea del secolo scorso. Ai temi che caratterizzano questa straordinaria epopea di libertà e anarchia, a questo cenacolo multidisciplinare amato e indagato anche dal grande critico d'arte Harald Szeemann, Fabrizio Dusi dedica un omaggio, rievocandone motti, icone, immagini scolpite nell'immaginario comune.
Filo conduttore del percorso è il colore azzurro come rappresentazione visiva della natura cielo/acqua.
Nel cuore del parco, la coppia Eva e Adamo, opera in acciaio di 2 metri di altezza, verniciata a fuoco azzurro, cita il mood della vita all’aperto degli abitanti del luogo, la pratica del nudismo e i bagni di sole. La scultura é in dialogo con l'ampio ciclo pittorico, dalle dimensioni di un affresco, Giardino dell’Eden, posto all’interno dell’Hotel nella sala Balint, una lunga narrazione di circa 7 metri che vedrà dipanarsi, sullo sfondo di un paesaggio vergine, scene tipiche della vita della colonia, fra girotondi, danze e con un rimando visivo al Chiaro mondo dei beati, storico dipinto panoramico da poco restaurato e riallestito nel nuovo Padiglione Elisarion. Gli stessi soggetti decoreranno poi un grande vaso di ceramica con decori d'oro al terzo fuoco anch'esso ispirato al Giardino Ideale della sua Golden Age.
All'ingresso dell'albergo la scritta “LIBERI” in neon blu evocherà l'utopia del ritorno allo stato di natura dei coloni giunti sul Monte Monescia (antico nome del Monte Verità) e nell’atrio al primo piano un altro grande neon di luce azzurra a forma di sole splendente, emblema di energia e di rinascita secondo l'iconografia anarchica del disco solare, accoglierà i visitatori. Celebrato nelle danze al sole, praticate dalla prima colonia vegetariana approdata sul Monte, il simbolo del globo radiante si colloca al centro della mostra personale di Dusi.
La scritta “ANARCHY” in vetrofonia sarà posta sulla vetrata aperta verso la parete di roccia su cui si innesta l'edificio di Emil Fahrenkamp, mentre lungo la galleria von der Heydt scorrerà la parola “UTOPIA” in ceramica dorata al terzo fuoco accanto a personaggi stilizzati nello stile essenziale e insieme pop dell'artista.
Al termine della mostra due installazioni, donate dall'artista, rimarranno patrimonio della Fondazione Monte Verità.
Nato a Sondrio, classe 1974, attivo a Milano, Fabrizio Dusi è un autore contemporaneo riconosciuto nel panorama internazionale, che ha negli anni lavorato su tematiche legate alla storia collettiva e alla contingenza, dalla Shoah ai migranti, toccando sfumature esistenziali affidate ai versi di grandi scrittori del Novecento, come Vittorio Sereni, Antonia Pozzi, Primo Levi, e anche ai racconti di Liliana Segre. Sue installazioni permanenti compaiono alla Casa della Memoria di Milano, sulla facciata del Comune di Bagnacavallo (Ravenna), all'Università Bocconi di Milano, all'Università degli Studi di Padova e al memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme.
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