Giovanni Frangi. Lotteria Farnese

Giovanni Frangi. Lotteria Farnese, Museo Archeologico Nazionale, Napoli
Dal 14 Novembre 2014 al 11 Gennaio 2015
Napoli
Luogo: Museo Archeologico Nazionale
Indirizzo: piazza Museo Nazionale 19
Orari: 9-19.30; chiuso martedì
Enti promotori:
- Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli
Telefono per informazioni: +39 081 4422149
E-Mail info: ssba-na@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://cir.campania.beniculturali.it
Lotteria Farnese è il titolo della nuova mostra di Giovanni Frangi (Milano, 1959) che si inaugura il 14 novembre alle 18,30 presso la prestigiosa sede del Museo Nazionale Archeologico di Napoli. La mostra sarà ospitata al primo piano del Museo nella Sala della Meridiana - particolare anche per le sue grandi dimensioni - dove è esposto il famoso Atlante Farnese.
In passato alle pareti della sala era appeso il famoso ciclo degli arazzi D'Avalos che ora si trova al Museo di Capodimonte. La battaglia di Pavia (1525), a cui il ciclo è dedicato, costituì il momento decisivo delle guerre che videro fronteggiarsi per il dominio sulla penisola italiana Francesco I di Valois, re di Francia, e l'Imperatore Carlo I d'Asburgo. La serie di arazzi è stata eseguita probabilmente tra il 1528 e il 1531 da Bernard Van Orley, celebre pittore e cartonista di arazzi e vetrate del primo Cinquecento. Nel 1862 Alfonso d'Avalos donò l'intera raccolta allo Stato italiano.
Giovanni Frangi, pur non essendo a conoscenza di questo passaggio, per uno strano segno del destino ha realizzato per questa sala un ciclo di lavori come se fossero appunto arazzi. Venti grandi teleri dai colori diversi, alti tre metri e lunghi sei, che invece di essere cuciti sono disegnati su stoffa.
Appesi su strutture di ferro autoportanti, i teleri sono disposti nella Sala della Meridiana in maniera disarticolata. Questo rappresenta per Frangi una scommessa. Non esiste un punto di osservazione che comandi sugli altri. I colori dei tessuti cuciti e il segno aspro ci portano in una dimensione artificiale in cui le immagini sembrano riflettersi tra loro. La casualità della posizione di questi stendardi nell'ambiente crea un gioco imprevedibile di sguardi. Mille possibilità di risultati diversi proprio come in una lotteria.
Questo inedito lavoro ha avuto una prima prova generale presso il Maxxi di Roma in occasione della mostra personale Mollate le vele del maggio scorso. Per la Sala Corner Frangi aveva realizzato un'installazione in cui, con alcune sculture, erano esposti due grandi teleri appesi alle colonne della sala. Massimo Recalcati aveva scritto: "La natura fatta a pezzi, sdoppiata, sbriciolata come piccoli scogli catramosi sparsi sul pavimento? Strappata come le vele appese? Ridotta alla linea del disegno che segue i contorni del paesaggio? E' quello di Frangi un gesto nichilistico? No, certamente. Non è questo che si tratta. Qui ritroviamo la linea poetica più decisiva della sua opera che è quella di un corpo a corpo con la natura e con l'infinito che in essa abita misteriosamente." In occasione della mostra sarà pubblicato un volume con le immagini dell'installazione e testi di Michele Bonuomo e Aurelio Picca.
In passato alle pareti della sala era appeso il famoso ciclo degli arazzi D'Avalos che ora si trova al Museo di Capodimonte. La battaglia di Pavia (1525), a cui il ciclo è dedicato, costituì il momento decisivo delle guerre che videro fronteggiarsi per il dominio sulla penisola italiana Francesco I di Valois, re di Francia, e l'Imperatore Carlo I d'Asburgo. La serie di arazzi è stata eseguita probabilmente tra il 1528 e il 1531 da Bernard Van Orley, celebre pittore e cartonista di arazzi e vetrate del primo Cinquecento. Nel 1862 Alfonso d'Avalos donò l'intera raccolta allo Stato italiano.
Giovanni Frangi, pur non essendo a conoscenza di questo passaggio, per uno strano segno del destino ha realizzato per questa sala un ciclo di lavori come se fossero appunto arazzi. Venti grandi teleri dai colori diversi, alti tre metri e lunghi sei, che invece di essere cuciti sono disegnati su stoffa.
Appesi su strutture di ferro autoportanti, i teleri sono disposti nella Sala della Meridiana in maniera disarticolata. Questo rappresenta per Frangi una scommessa. Non esiste un punto di osservazione che comandi sugli altri. I colori dei tessuti cuciti e il segno aspro ci portano in una dimensione artificiale in cui le immagini sembrano riflettersi tra loro. La casualità della posizione di questi stendardi nell'ambiente crea un gioco imprevedibile di sguardi. Mille possibilità di risultati diversi proprio come in una lotteria.
Questo inedito lavoro ha avuto una prima prova generale presso il Maxxi di Roma in occasione della mostra personale Mollate le vele del maggio scorso. Per la Sala Corner Frangi aveva realizzato un'installazione in cui, con alcune sculture, erano esposti due grandi teleri appesi alle colonne della sala. Massimo Recalcati aveva scritto: "La natura fatta a pezzi, sdoppiata, sbriciolata come piccoli scogli catramosi sparsi sul pavimento? Strappata come le vele appese? Ridotta alla linea del disegno che segue i contorni del paesaggio? E' quello di Frangi un gesto nichilistico? No, certamente. Non è questo che si tratta. Qui ritroviamo la linea poetica più decisiva della sua opera che è quella di un corpo a corpo con la natura e con l'infinito che in essa abita misteriosamente." In occasione della mostra sarà pubblicato un volume con le immagini dell'installazione e testi di Michele Bonuomo e Aurelio Picca.
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