Le Jardin / Gian Maria Tosatti. My dreams, they'll never surrender
Dal 25 Settembre 2014 al 25 Settembre 2014
Napoli
Luogo: Castel Sant’Elmo
Indirizzo: via Tito Angelini 22
Enti promotori:
- Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico artistico etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta
- Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Direzione Generale per il Paesaggio le Belle Arti l'Architettura e l’Arte contemporanee- Servizio V
Telefono per informazioni: +39 081 2294478
E-Mail info: sspsae-na.santelmo@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.polonapoli-projects.beniculturali.it
LE JARDIN di di Giulia Beretta, Francesca Borrelli,Francesco Cianciulli, Romain Conduzorgues, Baptiste Furic, Silvia Lacatena, Jule Messau, Carolina Rossi
Le Jardin più che un progetto è una scoperta.
Tra il Castel Sant’Elmo e il piazzale di San Martino, le mura che delimitano il fossato terminano in un corpo di guardia, una torretta, una ‘rovina’. Un’architettura che non allude a nessun passato in particolare, piuttosto a una molteplicità di passati. Abbiamo riconosciuto un luogo sulla sommità della torre di tufo, un recinto di verde a cielo aperto, vicino ma ignoto. Come molti, probabilmente, ci siamo chiesti cosa contenesse, se esistesse come opera dell’uomo o come semplice invasione della natura sull’architettura. Questo luogo non finito è nato nel mistero delle azioni di un’epoca di restauri molto vicina; negli anni ’70 il castello è stato, infatti, sottoposto a un’imponente opera di restauro che ne ha ridefinito e a volte cambiato i tratti. Il corpo di guardia perde allora la sua funzione strategica, prima ristrutturato e poi abbandonato, è oggi completo nella sua articolazione di terrazzi inaccessibili. Da qui l’idea, o quasi la necessità, di immaginare, disegnare e costruire una scala, per superare poco più di 5 metri di altezza e raggiungere un varco nel tufo: l’accesso al giardino. Dalla presentazione del progetto al concorso, fino al disegno definitivo della scala e dell’allestimento, abbiamo, giorno dopo giorno, esplorato questo piccolo mistero, osservato la sua vegetazione intricata modificarsi dall’inverno alla primavera e vagliato le varie ipotesi di accesso. Ci siamo chiesti in che modo questo percorso di scoperta potesse diventare progetto concreto, attraverso la costruzione di piccoli interventi, con il coinvolgimento di altri esploratori e l’apertura a tutti del giardino. Questi interrogativi rimangono oggi aperti. Le azioni che abbiamo scelto non restituiscono finitezza né definizione a questo luogo indeciso, bensì aprono una fase, temporanea ed effimera, di fruibilità ed esplorazione. Tesa tra natura e artificio, la ‘rovina’, continua a manifestare la sostanza intermedia delle cose.
MY DREAMS, THEY’LL NEVER SURRENDER di Gian Maria Tosatti
Castel Sant’Elmo, nei secoli, oltre ad una fortezza di difesa è stato anche un carcere, dove, tra gli altri, è stata reclusa Luisa Sanfelice, eroina della Repubblica napoletana, prima della sua esecuzione. L’opera proposta è una riflessione sul fatto che gli uomini che hanno grandi sogni non possono essere fermati dalle mura di una cella. La loro attesa e la loro sospensione diventano preparazione, i muri della fortezza diventano una forma da piegare, da abitare, da superare. Nel cuore, più buio e più profondo di Castel Sant’Elmo, nella cisterna, è stato realizzato un immenso campo di grano di circa un chilometro quadrato, un’immagine di libertà insopprimibile, che invade e attraversa i muri come fossero immaginari, rovesciando il loro peso nei confronti delle anime che si pretende di ingabbiare attraverso di essi. L’opera sarà visibile dall’alto, attraverso l’unica piccola finestra che dagli ambulacri, a pochi metri da dove venne reclusa Luisa Sanfelice, affaccia sulla cisterna. La visione, dunque, è un’immagine a volo d’uccello di uno spazio che trasformato in questo modo e in una dimensione tanto imponente contrasta profondamente con l’identità che per secoli ha contraddistinto gli spazi interni di Sant’Elmo, ossia quella carceraria. E’ un miracolo costruito dalle mani dell’uomo nel punto più oscuro e più fortificato del castello, un’immagine metaforica che rispecchia la forza di spirito e l’impegno quotidiano di tutti coloro che non si sono lasciati battere dalla Storia e sono riusciti finanche a cambiarla da dentro una cella. Sono filosofi, uomini politici, o anche depositari di storie di discriminazione razziale, come Antonio Gramsci, Nelson Mandela, o il pugile Rubin “Hurricane” Carter, che ogni giorno hanno trasformato le pietre che costituivano i loro muri reclusori nei mattoni su cui costruire una eredità di pensiero e di giustizia da lasciare al mondo. Una eredità di cui ognuno di noi deve costantemente dimostrarsi all’altezza. Per questa ragione l’opera avrà un ciclo di vita dipendente dall’impegno a mantenerla attiva, come una sorta di “esercizio” collettivo.
La giuria, presieduta dal Soprintendente per il Polo museale di Napoli e della Reggia di Caserta Fabrizio Vona, composta da: Angela Tecce, Direttore di Castel Sant’Elmo; Arch. Maria Grazia Bellisario, Direttore del Servizio Architettura e Arte Contemporanee della Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’ Architettura e l’Arte contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo; Maria Vittoria Marini Clarelli, Soprintendente alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea; Aurora Spinosa, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli; Caterina Fiorentino, Funzionario Soprintendenza per il PSAE e per il Polo Museale della città di Napoli a Castel Sant’Elmo; Andrea Viliani, Direttore del MADRE - Museo d'Arte contemporanea Donna Regina; Ludovico Pratesi, Direttore della Fondazione Pescheria di Pesaro; Ornella Corradini, Responsabile Ufficio Giovani D'Arte del Comune di Modena - Associazione GAI; Rosalba Garuzzo, Presidente Igav - Istituto Garuzzo per la Arti Visive; Alfonso Artiaco, Gallerista. Il concorso è a cura di Angela Tecce e Claudia Borrelli.
La giuria ha premiato due progetti vincitori ex aequo, con le seguenti valutazioni: i progetti sono stati premiati per il valore artistico e per aver centrato e sviluppato il tema del Concorso “Sospensione, Attese…” secondo due diverse prospettive linguistiche ed estetiche di grande visionarietà.
In particolare il progetto del collettivo franco-italiano Le jardin insiste su una prospettiva di attesa ‘futura’ per il Castello, che intende suggerire una possibile rifunzionalizzazione di un rudere architettonico. La scala a chiocciola che si arrampica verso l’alto per consentire oggi un ideale accesso a un ambiente sopraelevato, che affaccia su giardino pensile collocato nelle cinta murarie del castello, apre a una dimensione ideale di risistemazione di spazi che smettono così la loro dimensione di ‘sospensione’ per farsi ‘attese’ di una nuova e prossima riqualificazione di quella parte del fossato del castello che conduce all’adiacente Certosa di San Martino.Diversamente l’opera di Gian Maria Tosatti intende guardare alla storia del Castello, al recupero della sua memoria di carcere in cui è stata imprigionata Luigia Sanfelice, figura simbolo della Rivoluzione Napoletana del 1799. Una antica cisterna, quasi invisibile se non attraverso una apertura dall’alto, viene trasformata in un ampio campo di grano, illuminato dalla luce gialla di un sole nascente, esorcizzando quella drammatica storia di ‘attese’ e di ‘sospensioni’ e facendo germogliare ipotesi di speranza.
Inoltre la giuria ha selezionato i 9 finalisti del Concorso: Emanuela Ascari, Forza lavoro disponibile, Filippo Centenari, Eterotopia, Danilo Correale, Media Bank - Bank of the commons ( banca comune dei saperi liberati), Emmanuele De Ruvo, Reaction 2013,Francesco Fonassi e Carola Bonfili, Richiamo, Nicola Gobbetto, Still Life, Giuseppe Lana, DRON 39, Stefano Lanzetta, La città sospesa,Luca Monterastelli, Apoteosi. I progetti saranno presentati in un video realizzato da Gabriella Pennasilico, web master del sito del concorso.
Per i due progetti vincitori è stato realizzato un video di Fiamma Marchione; dal 26 settembre al 12 ottobre presso il Museo del Novecento.
Tutti i progetti degli artisti che hanno partecipato alla III edizione del Concorso si potranno consultare e ‘sfogliare’ su touch screens predisposti per l’occasione.
Catalogo edito da Arte’m, a cura di Angela Tecce e Claudia Borrelli, con i testi componenti della giuria.
Ingresso libero alle istallazioni nei giorni 27 settembre – 4 ottobre - 11 ottobre, ore 10-17 con visite guidate (prenotazione facoltativa tel. 848800288), per la visita si consiglia abbigliamento e scarpe comode.
L’opera Le jardin è visitabile anche sul sito "http://www.lejardin-napoli.com".
Da lunedì 14 luglio fino al 14 novembre 2014 è on line (www.polonapoli-projects.beniculturali.it), il bando della quarta edizione del Concorso nazionale Un’Opera per il Castello, dedicato ai giovani artisti, per selezionare un progetto artistico ideato per Castel Sant’Elmo di Napoli.Il tema di quest’anno è Lo spazio della comunicazione. Connessioni e condivisione.
Il concorso promosso dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta è stato reso possibile grazie alla collaborazione e il sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee- Servizio V, nell’ambito del Piano Arte Contemporanea. Supporto tecnico- organizzativo di Civita Il concorso si avvale del sostegno di Metropolitana di Napoli, Italcoat , Seda e Istituto Banco di Napoli
Le Jardin più che un progetto è una scoperta.
Tra il Castel Sant’Elmo e il piazzale di San Martino, le mura che delimitano il fossato terminano in un corpo di guardia, una torretta, una ‘rovina’. Un’architettura che non allude a nessun passato in particolare, piuttosto a una molteplicità di passati. Abbiamo riconosciuto un luogo sulla sommità della torre di tufo, un recinto di verde a cielo aperto, vicino ma ignoto. Come molti, probabilmente, ci siamo chiesti cosa contenesse, se esistesse come opera dell’uomo o come semplice invasione della natura sull’architettura. Questo luogo non finito è nato nel mistero delle azioni di un’epoca di restauri molto vicina; negli anni ’70 il castello è stato, infatti, sottoposto a un’imponente opera di restauro che ne ha ridefinito e a volte cambiato i tratti. Il corpo di guardia perde allora la sua funzione strategica, prima ristrutturato e poi abbandonato, è oggi completo nella sua articolazione di terrazzi inaccessibili. Da qui l’idea, o quasi la necessità, di immaginare, disegnare e costruire una scala, per superare poco più di 5 metri di altezza e raggiungere un varco nel tufo: l’accesso al giardino. Dalla presentazione del progetto al concorso, fino al disegno definitivo della scala e dell’allestimento, abbiamo, giorno dopo giorno, esplorato questo piccolo mistero, osservato la sua vegetazione intricata modificarsi dall’inverno alla primavera e vagliato le varie ipotesi di accesso. Ci siamo chiesti in che modo questo percorso di scoperta potesse diventare progetto concreto, attraverso la costruzione di piccoli interventi, con il coinvolgimento di altri esploratori e l’apertura a tutti del giardino. Questi interrogativi rimangono oggi aperti. Le azioni che abbiamo scelto non restituiscono finitezza né definizione a questo luogo indeciso, bensì aprono una fase, temporanea ed effimera, di fruibilità ed esplorazione. Tesa tra natura e artificio, la ‘rovina’, continua a manifestare la sostanza intermedia delle cose.
MY DREAMS, THEY’LL NEVER SURRENDER di Gian Maria Tosatti
Castel Sant’Elmo, nei secoli, oltre ad una fortezza di difesa è stato anche un carcere, dove, tra gli altri, è stata reclusa Luisa Sanfelice, eroina della Repubblica napoletana, prima della sua esecuzione. L’opera proposta è una riflessione sul fatto che gli uomini che hanno grandi sogni non possono essere fermati dalle mura di una cella. La loro attesa e la loro sospensione diventano preparazione, i muri della fortezza diventano una forma da piegare, da abitare, da superare. Nel cuore, più buio e più profondo di Castel Sant’Elmo, nella cisterna, è stato realizzato un immenso campo di grano di circa un chilometro quadrato, un’immagine di libertà insopprimibile, che invade e attraversa i muri come fossero immaginari, rovesciando il loro peso nei confronti delle anime che si pretende di ingabbiare attraverso di essi. L’opera sarà visibile dall’alto, attraverso l’unica piccola finestra che dagli ambulacri, a pochi metri da dove venne reclusa Luisa Sanfelice, affaccia sulla cisterna. La visione, dunque, è un’immagine a volo d’uccello di uno spazio che trasformato in questo modo e in una dimensione tanto imponente contrasta profondamente con l’identità che per secoli ha contraddistinto gli spazi interni di Sant’Elmo, ossia quella carceraria. E’ un miracolo costruito dalle mani dell’uomo nel punto più oscuro e più fortificato del castello, un’immagine metaforica che rispecchia la forza di spirito e l’impegno quotidiano di tutti coloro che non si sono lasciati battere dalla Storia e sono riusciti finanche a cambiarla da dentro una cella. Sono filosofi, uomini politici, o anche depositari di storie di discriminazione razziale, come Antonio Gramsci, Nelson Mandela, o il pugile Rubin “Hurricane” Carter, che ogni giorno hanno trasformato le pietre che costituivano i loro muri reclusori nei mattoni su cui costruire una eredità di pensiero e di giustizia da lasciare al mondo. Una eredità di cui ognuno di noi deve costantemente dimostrarsi all’altezza. Per questa ragione l’opera avrà un ciclo di vita dipendente dall’impegno a mantenerla attiva, come una sorta di “esercizio” collettivo.
La giuria, presieduta dal Soprintendente per il Polo museale di Napoli e della Reggia di Caserta Fabrizio Vona, composta da: Angela Tecce, Direttore di Castel Sant’Elmo; Arch. Maria Grazia Bellisario, Direttore del Servizio Architettura e Arte Contemporanee della Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’ Architettura e l’Arte contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo; Maria Vittoria Marini Clarelli, Soprintendente alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea; Aurora Spinosa, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli; Caterina Fiorentino, Funzionario Soprintendenza per il PSAE e per il Polo Museale della città di Napoli a Castel Sant’Elmo; Andrea Viliani, Direttore del MADRE - Museo d'Arte contemporanea Donna Regina; Ludovico Pratesi, Direttore della Fondazione Pescheria di Pesaro; Ornella Corradini, Responsabile Ufficio Giovani D'Arte del Comune di Modena - Associazione GAI; Rosalba Garuzzo, Presidente Igav - Istituto Garuzzo per la Arti Visive; Alfonso Artiaco, Gallerista. Il concorso è a cura di Angela Tecce e Claudia Borrelli.
La giuria ha premiato due progetti vincitori ex aequo, con le seguenti valutazioni: i progetti sono stati premiati per il valore artistico e per aver centrato e sviluppato il tema del Concorso “Sospensione, Attese…” secondo due diverse prospettive linguistiche ed estetiche di grande visionarietà.
In particolare il progetto del collettivo franco-italiano Le jardin insiste su una prospettiva di attesa ‘futura’ per il Castello, che intende suggerire una possibile rifunzionalizzazione di un rudere architettonico. La scala a chiocciola che si arrampica verso l’alto per consentire oggi un ideale accesso a un ambiente sopraelevato, che affaccia su giardino pensile collocato nelle cinta murarie del castello, apre a una dimensione ideale di risistemazione di spazi che smettono così la loro dimensione di ‘sospensione’ per farsi ‘attese’ di una nuova e prossima riqualificazione di quella parte del fossato del castello che conduce all’adiacente Certosa di San Martino.Diversamente l’opera di Gian Maria Tosatti intende guardare alla storia del Castello, al recupero della sua memoria di carcere in cui è stata imprigionata Luigia Sanfelice, figura simbolo della Rivoluzione Napoletana del 1799. Una antica cisterna, quasi invisibile se non attraverso una apertura dall’alto, viene trasformata in un ampio campo di grano, illuminato dalla luce gialla di un sole nascente, esorcizzando quella drammatica storia di ‘attese’ e di ‘sospensioni’ e facendo germogliare ipotesi di speranza.
Inoltre la giuria ha selezionato i 9 finalisti del Concorso: Emanuela Ascari, Forza lavoro disponibile, Filippo Centenari, Eterotopia, Danilo Correale, Media Bank - Bank of the commons ( banca comune dei saperi liberati), Emmanuele De Ruvo, Reaction 2013,Francesco Fonassi e Carola Bonfili, Richiamo, Nicola Gobbetto, Still Life, Giuseppe Lana, DRON 39, Stefano Lanzetta, La città sospesa,Luca Monterastelli, Apoteosi. I progetti saranno presentati in un video realizzato da Gabriella Pennasilico, web master del sito del concorso.
Per i due progetti vincitori è stato realizzato un video di Fiamma Marchione; dal 26 settembre al 12 ottobre presso il Museo del Novecento.
Tutti i progetti degli artisti che hanno partecipato alla III edizione del Concorso si potranno consultare e ‘sfogliare’ su touch screens predisposti per l’occasione.
Catalogo edito da Arte’m, a cura di Angela Tecce e Claudia Borrelli, con i testi componenti della giuria.
Ingresso libero alle istallazioni nei giorni 27 settembre – 4 ottobre - 11 ottobre, ore 10-17 con visite guidate (prenotazione facoltativa tel. 848800288), per la visita si consiglia abbigliamento e scarpe comode.
L’opera Le jardin è visitabile anche sul sito "http://www.lejardin-napoli.com".
Da lunedì 14 luglio fino al 14 novembre 2014 è on line (www.polonapoli-projects.beniculturali.it), il bando della quarta edizione del Concorso nazionale Un’Opera per il Castello, dedicato ai giovani artisti, per selezionare un progetto artistico ideato per Castel Sant’Elmo di Napoli.Il tema di quest’anno è Lo spazio della comunicazione. Connessioni e condivisione.
Il concorso promosso dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta è stato reso possibile grazie alla collaborazione e il sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee- Servizio V, nell’ambito del Piano Arte Contemporanea. Supporto tecnico- organizzativo di Civita Il concorso si avvale del sostegno di Metropolitana di Napoli, Italcoat , Seda e Istituto Banco di Napoli
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