Nello Petrucci. Epopteia
Dal 13 Maggio 2022 al 22 Ottobre 2022
Pompei | Napoli
Luogo: M Gallery - Habita 79
Indirizzo: Via Roma 10
Orari: tutti i giorni dalle 11 alle 19
Curatori: Luigi Giordano
Enti promotori:
- Con il patrocinio del Comune di Pompei
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 081.5959625
E-Mail info: info@habita79.it
“Epopteia” è una parola del greco antico che significa ‘guardare al di sopra’, per ricostruire il passato o rintracciare un’identità, un processo di conoscenza ed emersione alla coscienza in cui l’io dell’artista lascia il posto a una visione che è al di là dei propri ricordi e del proprio tempo.
La mostra EPOPTEIA di Nello Petrucci organizzata in collaborazione con Art and Change, impresa d’interesse sociale che divulga attività culturali e civiche senza scopro di lucro, con il patrocinio del Comune di Pompei, sarà ospitata presso M Gallery - Habita 79 di Pompei.
EPOPTEIA, è l’anteprima di un nuovo progetto che l’artista Nello Petrucci presenta per la prima volta assoluta a Pompei come gesto d’affetto e gratitudine nei confronti della sua città.
Composta da una selezione di circa diciassette lavori per lo più composti da Stampa su carta Fine Art Giclèe e serigrafie, e tre sculture provenienti dal suo archivio, si sviluppa così “EPOPTEIA”.
Un racconto surreale ed ironico che, come contenuto nel titolo, rimanda ad un processo conoscitivo in cui il soggetto conoscente non si distingue dall’oggetto conosciuto: è quindi il risultato di un incontro in cui una parte non è predominante sull’altra ma che conduce ad un percorso di illuminazione e di esperienza.
L’accento è quindi posto sul processo, sul percorso fatto dall’artista, dove l’opera funziona come una sorta di porta invisibile attraverso la quale si esce da un mondo e se ne entra in un altro. I punti di contatto fra queste due dimensioni, visibili nella stessa raccolta di opere, partendo dalla tecnica alla rappresentazione stessa, sono appunto quelli attorno a cui si organizza tutta la narrazione, provenienti dalla rielaborazione di alcuni degli elementi più significativi accumulati e riorganizzati nella fase di produzione.
Sono quindi immagini ben scolpite nel tempo, come se l’artista avesse fotografato il tempo e la società che gli da anima in tutte le sue paure e contraddizioni.
Permane così immutata la “natura tecnica” di Petrucci, dove con estrema fedeltà ed innovazione resta coerente al suo pensiero artistico, collegando elementi che contraddistinguono le sue opere e la sua corrente artistica donando all’osservatore una nuova o più chiavi di lettura.
Queste sono simbolo di lotta e di protesta in un mondo in cui spesso gli interessi economici prevalgono su quelli che invece dovrebbero essere il bene comune di ogni società.
Petrucci ha improntato la sua ricerca su temi a lui e a tutti noi molto vicini. Temi che toccano tutte le nostre vite nella quotidianità dei nostri giorni.
Infatti il percorso espositivo proposto e studiato, consisterà nel sondare la varietà composta di espressioni che costituiscono la ricerca artistica di Petrucci in un “dialogo” di confronto e di scambio, dando così allo spettatore i mezzi per un ampia riflessione sulla società in cui viviamo attraverso temi sociali, ambientali, etici e di uguaglianza.
Obiettivo della mostra è dunque quello di concedere all’osservatore un’esperienza che permetta di riconsiderare ciò che abitualmente percepisce, osserva, sente e vive, ponendo così un distinto che lascia spazio a ciò per cui vale realmente lottare come la libertà, mettendo così da parte realtà artefatte, ingannevoli ricche di principi malsani che ledono la dignità di ogni essere umano. Questo è possibile solo come suggerisce dopo tutto il titolo della mostra “Epopteia”, ovvero solo guardando oltre a ciò che comunemente siamo abituati a vedere.
Petrucci attraverso le sue opere con una tecnica leggera ci spinge quindi ad aprire bene gli occhi, allontanarci da ciò che passivamente subiamo ed ascoltiamo, dandoci la conferma che
l’arte, la sua arte, è uno strumento di riscatto sociale, ma soprattutto uno strumento di attivazione sociale, dando in fine all’osservatore la responsabilità all’azione per un cambio di rotta verso una società fondata su principi, moralmente eticamente equi e corretti © Luigi Giordano
Nello Petrucci (1981-) è un artista e film-maker italiano, vive e lavora tra Pompei e New York.
Ha studiato cinematografia a Roma presso la N.U.C.T; laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli in Scenografia. Ha lavorato con registi come: Martin Scorsese, Ari Taub, Manetti Bros, Antonio Capuano. Le opere di Petrucci sono fortemente influenzate dal cinema, in particolare dalle locandine cinematografiche che vengono rivisitate dall’artista come lasciti di memoria storica in cui passato e presente convivono.
E’il primo artista italiano a esporre al Word Trade Center di New York con l’opera permanente “The essence of Lightness” (2018) insieme a street artisti di fama mondiale come Rob English, WhlsBe, Lauren YS, Layercake ecc…
Sensibile alle tematiche ambientali e sociali cui ha dedicato lavori come: “Plastic River” un’installazione pubblica raffigurante una balena colma di rifiuti.
Ha esposto al Palazzo Gravina di Napoli, all’Archivio Centrale di Stato di Roma, al Parco archeologico degli scavi di Pompei, all’Ambasciata Americana di Roma nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore Napoli e in diverse gallerie in Italia e New York. Una sua opera è presente al Museo del Enslallido social a Santiago del Cile.Ha realizzato diverse sculture open air di cui: “Margine”, a Torre Fossa Lo Papa, Punta Campanella. Trame”, nell’ Arsenale di Venezia, inserendosi nella prestigiosa collezione dello “Spazio Tethis” insieme a Michelangelo Pitoletto, Jean Fabre, Beverly Pepper ecc. Ha realizzato vari progetti cinematografici indipendenti, da cortometraggi a videoarte, ricevendo numerosi premi. Con il suo ultimo lavoro: “L’ultimo whisky con il cappellaio matto” (2020) ottiene la nomination al “globo d’oro” come miglior cortometraggio.Più che alla componente estetica dell’opera Petrucci guarda al valore etico che essa comunica, per un’arte che sia espressione di una rivoluzione interiore e impegno sociale, utilizzando proprio la strada come veicolo. Spesso il suo nome viene associato alla street art.Fra i lavori di street art sparsi un po’ per il mondo ricordiamo: “Sweet home” (2020), considerata tra le nove opere più significative al mondo nel periodo della pandemia. “La mano de Dios”, “Red Zone”, “Maschere” “Restiamo Umani”, “Imago” a Castellammare di Stabia, “Sad Generation” Venezia, Distant Destination” a Barcellona. “Attese” il suo ultimo lavoro a Miami dedicato a Chico Forti.La sua tecnica si basa sulla stampa (halftone su carta) i lavori di Petrucci sono scenografici ed impattanti nel pieno rispetto dell’eco sostenibilità e della tutela delle location scelte per i suoi interventi, definito “lo streetartist gentile”.E’ il direttore artistico del Pompei Street festival, e Stabiae Street (festival internazionali di arte urbana) invitando a Pompei artisti della street art da tutto il mondo, da C215 a MCity, Francisco Bosoletti, Ledania, Gianpiero, MrKas ecc. Il suo impegno nel sociale porta una nuova sfida interessante: “Social Vision” un progetto che comprende diversi interventi per la comunità, e con la comunità, inserendo l’arte come unico denominatore … L’arte come forma di cambiamento ed evoluzione sociale.“Credo fortemente nel potere dell’arte, e di ciò che può fare attraverso la connessione di persone…”
La mostra EPOPTEIA di Nello Petrucci organizzata in collaborazione con Art and Change, impresa d’interesse sociale che divulga attività culturali e civiche senza scopro di lucro, con il patrocinio del Comune di Pompei, sarà ospitata presso M Gallery - Habita 79 di Pompei.
EPOPTEIA, è l’anteprima di un nuovo progetto che l’artista Nello Petrucci presenta per la prima volta assoluta a Pompei come gesto d’affetto e gratitudine nei confronti della sua città.
Composta da una selezione di circa diciassette lavori per lo più composti da Stampa su carta Fine Art Giclèe e serigrafie, e tre sculture provenienti dal suo archivio, si sviluppa così “EPOPTEIA”.
Un racconto surreale ed ironico che, come contenuto nel titolo, rimanda ad un processo conoscitivo in cui il soggetto conoscente non si distingue dall’oggetto conosciuto: è quindi il risultato di un incontro in cui una parte non è predominante sull’altra ma che conduce ad un percorso di illuminazione e di esperienza.
L’accento è quindi posto sul processo, sul percorso fatto dall’artista, dove l’opera funziona come una sorta di porta invisibile attraverso la quale si esce da un mondo e se ne entra in un altro. I punti di contatto fra queste due dimensioni, visibili nella stessa raccolta di opere, partendo dalla tecnica alla rappresentazione stessa, sono appunto quelli attorno a cui si organizza tutta la narrazione, provenienti dalla rielaborazione di alcuni degli elementi più significativi accumulati e riorganizzati nella fase di produzione.
Sono quindi immagini ben scolpite nel tempo, come se l’artista avesse fotografato il tempo e la società che gli da anima in tutte le sue paure e contraddizioni.
Permane così immutata la “natura tecnica” di Petrucci, dove con estrema fedeltà ed innovazione resta coerente al suo pensiero artistico, collegando elementi che contraddistinguono le sue opere e la sua corrente artistica donando all’osservatore una nuova o più chiavi di lettura.
Queste sono simbolo di lotta e di protesta in un mondo in cui spesso gli interessi economici prevalgono su quelli che invece dovrebbero essere il bene comune di ogni società.
Petrucci ha improntato la sua ricerca su temi a lui e a tutti noi molto vicini. Temi che toccano tutte le nostre vite nella quotidianità dei nostri giorni.
Infatti il percorso espositivo proposto e studiato, consisterà nel sondare la varietà composta di espressioni che costituiscono la ricerca artistica di Petrucci in un “dialogo” di confronto e di scambio, dando così allo spettatore i mezzi per un ampia riflessione sulla società in cui viviamo attraverso temi sociali, ambientali, etici e di uguaglianza.
Obiettivo della mostra è dunque quello di concedere all’osservatore un’esperienza che permetta di riconsiderare ciò che abitualmente percepisce, osserva, sente e vive, ponendo così un distinto che lascia spazio a ciò per cui vale realmente lottare come la libertà, mettendo così da parte realtà artefatte, ingannevoli ricche di principi malsani che ledono la dignità di ogni essere umano. Questo è possibile solo come suggerisce dopo tutto il titolo della mostra “Epopteia”, ovvero solo guardando oltre a ciò che comunemente siamo abituati a vedere.
Petrucci attraverso le sue opere con una tecnica leggera ci spinge quindi ad aprire bene gli occhi, allontanarci da ciò che passivamente subiamo ed ascoltiamo, dandoci la conferma che
l’arte, la sua arte, è uno strumento di riscatto sociale, ma soprattutto uno strumento di attivazione sociale, dando in fine all’osservatore la responsabilità all’azione per un cambio di rotta verso una società fondata su principi, moralmente eticamente equi e corretti © Luigi Giordano
Nello Petrucci (1981-) è un artista e film-maker italiano, vive e lavora tra Pompei e New York.
Ha studiato cinematografia a Roma presso la N.U.C.T; laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli in Scenografia. Ha lavorato con registi come: Martin Scorsese, Ari Taub, Manetti Bros, Antonio Capuano. Le opere di Petrucci sono fortemente influenzate dal cinema, in particolare dalle locandine cinematografiche che vengono rivisitate dall’artista come lasciti di memoria storica in cui passato e presente convivono.
E’il primo artista italiano a esporre al Word Trade Center di New York con l’opera permanente “The essence of Lightness” (2018) insieme a street artisti di fama mondiale come Rob English, WhlsBe, Lauren YS, Layercake ecc…
Sensibile alle tematiche ambientali e sociali cui ha dedicato lavori come: “Plastic River” un’installazione pubblica raffigurante una balena colma di rifiuti.
Ha esposto al Palazzo Gravina di Napoli, all’Archivio Centrale di Stato di Roma, al Parco archeologico degli scavi di Pompei, all’Ambasciata Americana di Roma nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore Napoli e in diverse gallerie in Italia e New York. Una sua opera è presente al Museo del Enslallido social a Santiago del Cile.Ha realizzato diverse sculture open air di cui: “Margine”, a Torre Fossa Lo Papa, Punta Campanella. Trame”, nell’ Arsenale di Venezia, inserendosi nella prestigiosa collezione dello “Spazio Tethis” insieme a Michelangelo Pitoletto, Jean Fabre, Beverly Pepper ecc. Ha realizzato vari progetti cinematografici indipendenti, da cortometraggi a videoarte, ricevendo numerosi premi. Con il suo ultimo lavoro: “L’ultimo whisky con il cappellaio matto” (2020) ottiene la nomination al “globo d’oro” come miglior cortometraggio.Più che alla componente estetica dell’opera Petrucci guarda al valore etico che essa comunica, per un’arte che sia espressione di una rivoluzione interiore e impegno sociale, utilizzando proprio la strada come veicolo. Spesso il suo nome viene associato alla street art.Fra i lavori di street art sparsi un po’ per il mondo ricordiamo: “Sweet home” (2020), considerata tra le nove opere più significative al mondo nel periodo della pandemia. “La mano de Dios”, “Red Zone”, “Maschere” “Restiamo Umani”, “Imago” a Castellammare di Stabia, “Sad Generation” Venezia, Distant Destination” a Barcellona. “Attese” il suo ultimo lavoro a Miami dedicato a Chico Forti.La sua tecnica si basa sulla stampa (halftone su carta) i lavori di Petrucci sono scenografici ed impattanti nel pieno rispetto dell’eco sostenibilità e della tutela delle location scelte per i suoi interventi, definito “lo streetartist gentile”.E’ il direttore artistico del Pompei Street festival, e Stabiae Street (festival internazionali di arte urbana) invitando a Pompei artisti della street art da tutto il mondo, da C215 a MCity, Francisco Bosoletti, Ledania, Gianpiero, MrKas ecc. Il suo impegno nel sociale porta una nuova sfida interessante: “Social Vision” un progetto che comprende diversi interventi per la comunità, e con la comunità, inserendo l’arte come unico denominatore … L’arte come forma di cambiamento ed evoluzione sociale.“Credo fortemente nel potere dell’arte, e di ciò che può fare attraverso la connessione di persone…”
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