Paolo Naldi. Strange Human Law
Dal 18 Gennaio 2014 al 09 Febbraio 2014
Napoli
Luogo: PAN | Palazzo delle Arti Napoli
Indirizzo: via dei Mille 60
Orari: tutti i giorni 9.30-19.30; domenica 9.30-14.30
Curatori: Massimo Sgroi
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli
Telefono per informazioni: +39 081 7958604
E-Mail info: pan@comune.napoli.it
Sito ufficiale: http://www.palazzoartinapoli.net
Sabato 18 gennaio alle ore 11 sarà inaugurata al PAN | Palazzo delle Arti Napoli la mostra personale di Paolo Naldi, dal titolo Strange Human Law, a cura di Massimo Sgroi e promossa dall'Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli.
Ogni giorno milioni di persone percorrono strade che li portano da non luoghi ad altri non luoghi. Sono le vie delle grandi metropoli urbane, delle banlieu, degli agglomerati dove gli esseri umani corrono, come lemming impazziti, verso la catastrofe socio ecologica del terzo millennio. Sono gli abitanti che vivono le agonie dei non luoghi, di mostri delle grandi conurbazioni deprivate delle identità e delle storie; i mostri dove ogni frazione di città finisce per essere un mondo altro rispetto ad una storia ed una memoria. Le ansie etnocentriche delle concentrazioni forzate di etnie spesso distanti fra loro annullano ogni possibilità di creazione di un mondo che abbia un progetto e le distopie di questa esistenza creano soltanto una maligna evoluzione di disuguaglianze. E' Blade Runner che prende forma, per lo meno nella sua mostruosa accezione socio-urbanistica.
E l'agonia di Los Angeles diviene quella di Parigi, Londra, Berlino, Milano, Roma, Napoli ed il sogno di una società pacifica è tramontato, sostituito da una relazione in cui la violenza stessa è la nervatura del rapporto individuale e collettivo. A che serve ancora l'arte? Ha ancora senso ricercare una bellezza sempre più lontana dalla sua vera essenza filosofica e sempre più legata ad una vuota estetica di mercato? Le risposte attraversano, senza omogeneità, l'intero mondo della cultura e dell'arte. Per capirci: uno dei problemi più drammaticamente urgenti dell'intero territorio nazionale, le grandi organizzazioni mafiose, diventano, nell'immaginario collettivo, cinema da Oscar. E, questo, è un discorso pericoloso. Paolo Naldi parte da questa esperienza per rileggere la visione del contemporaneo e le dirompenti contraddizioni del terzo millennio; i cicli del suo lavoro si basano su di una pittura dura, senza mediazioni, e che mostra all'estremo la deriva conflittuale della storia della nuova forma dell'umano.
Ogni giorno milioni di persone percorrono strade che li portano da non luoghi ad altri non luoghi. Sono le vie delle grandi metropoli urbane, delle banlieu, degli agglomerati dove gli esseri umani corrono, come lemming impazziti, verso la catastrofe socio ecologica del terzo millennio. Sono gli abitanti che vivono le agonie dei non luoghi, di mostri delle grandi conurbazioni deprivate delle identità e delle storie; i mostri dove ogni frazione di città finisce per essere un mondo altro rispetto ad una storia ed una memoria. Le ansie etnocentriche delle concentrazioni forzate di etnie spesso distanti fra loro annullano ogni possibilità di creazione di un mondo che abbia un progetto e le distopie di questa esistenza creano soltanto una maligna evoluzione di disuguaglianze. E' Blade Runner che prende forma, per lo meno nella sua mostruosa accezione socio-urbanistica.
E l'agonia di Los Angeles diviene quella di Parigi, Londra, Berlino, Milano, Roma, Napoli ed il sogno di una società pacifica è tramontato, sostituito da una relazione in cui la violenza stessa è la nervatura del rapporto individuale e collettivo. A che serve ancora l'arte? Ha ancora senso ricercare una bellezza sempre più lontana dalla sua vera essenza filosofica e sempre più legata ad una vuota estetica di mercato? Le risposte attraversano, senza omogeneità, l'intero mondo della cultura e dell'arte. Per capirci: uno dei problemi più drammaticamente urgenti dell'intero territorio nazionale, le grandi organizzazioni mafiose, diventano, nell'immaginario collettivo, cinema da Oscar. E, questo, è un discorso pericoloso. Paolo Naldi parte da questa esperienza per rileggere la visione del contemporaneo e le dirompenti contraddizioni del terzo millennio; i cicli del suo lavoro si basano su di una pittura dura, senza mediazioni, e che mostra all'estremo la deriva conflittuale della storia della nuova forma dell'umano.
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