Saghar Daeiri. Sun of the beach

Saghar Daeiri, Sun of the beach
Dal 10 Aprile 2025 al 31 Maggio 2025
Napoli
Luogo: Shazar Gallery
Indirizzo: Via Pasquale Scura 8
Orari: dal martedì al sabato dalle 14.30 alle 19.30 e su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 081 1812 6773
E-Mail info: info@shazargallery.com
Sito ufficiale: http://www.shazargallery.com
Giovedì 10 aprile dalle ore 17.30 la Shazar Gallery ospita Sun of the beach, la seconda personale italiana dell’iraniana Saghar Daeiri. La mostra presenta il nuovo progetto dell’artista di base a Istanbul, in mostra drums, dipinti su tela e arazzi dall’accentuata rappresentazione grottesca che sembra amplificare la denuncia della situazione umana e delle sue contraddizioni, tema caro alla Daeiri.
È proprio la deformazione che spinge l’osservatore verso il turbinio di un ambiente saturo di elementi come nel quadro che dà titolo alla mostra, Sun of the beach. L’opera gioca sulla destabilizzazione lasciando libera volontà di decidere quale sia il verso giusto o il suo opposto, così le immagini sono sottosopra o leggibili di traverso per un luogo onirico, in cui perdere l’orientamento. Anche le altre opere esposte contribuiscono allo spaseamento annullando la definizione di punti fissi, lottando con un disordine intimo che accomuna, attraverso un personalissimo linguaggio visivo, un destino collettivo in disfacimento.
In The Odyssey of a Asphodel, il fiore che per la mitologia era collegato alla morte, racchiude i segnali di tale dramma in cui scene prese da un quotidiano giocoso si spengono nel grigiore dello spazio fitomorfo. Gli arazzi e i drums esposti creano un ambiente installativo in cui specularmente ribaltano posture e visioni di una felicità fittizia priva di speranza.
È proprio la deformazione che spinge l’osservatore verso il turbinio di un ambiente saturo di elementi come nel quadro che dà titolo alla mostra, Sun of the beach. L’opera gioca sulla destabilizzazione lasciando libera volontà di decidere quale sia il verso giusto o il suo opposto, così le immagini sono sottosopra o leggibili di traverso per un luogo onirico, in cui perdere l’orientamento. Anche le altre opere esposte contribuiscono allo spaseamento annullando la definizione di punti fissi, lottando con un disordine intimo che accomuna, attraverso un personalissimo linguaggio visivo, un destino collettivo in disfacimento.
In The Odyssey of a Asphodel, il fiore che per la mitologia era collegato alla morte, racchiude i segnali di tale dramma in cui scene prese da un quotidiano giocoso si spengono nel grigiore dello spazio fitomorfo. Gli arazzi e i drums esposti creano un ambiente installativo in cui specularmente ribaltano posture e visioni di una felicità fittizia priva di speranza.
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