The Mind's Eye. Henri Cartier-Bresson
Dal 28 Aprile 2016 al 28 Luglio 2016
Napoli
Luogo: PAN Palazzo delle Arti di Napoli
Indirizzo: via dei Mille 60
Orari: tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.30; domenica dalle ore 9.30 alle 14.30. Il martedì le sale espositive sono chiuse 
Curatori: Simona Perchiazzi
Enti promotori:
- Comune di Napoli - Assessorato alla Cultura e al Turismo
E-Mail info: manidesignnapoli@libero.it
Sito ufficiale: http://www.comune.napoli.it
Il genio della composizione, la sorprendente intuizione visiva, la capacità di catturare momenti fugaci e significativi fanno di Henri Cartier- Bresson, 1908_2004, uno dei più grandi fotografi del Ventesimo secolo.
La sua ricerca lo ha spinto in ogni luogo del mondo, lui è stato testimone dei momenti più significativi della storia, Cartier-Bresson ha fuso la poesia alla potenza della testimonianza generando una nuova grammatica visiva.
Ha attraversato: surrealismo, Guerra Fredda, Guerra Civile Spagnola, seconda Guerra Mondiale con uno sguardo lucido attento e mai retorico.
Dal 1926 al 1935, Cartier-Bresson frequenta i surrealisti, compie i primi passi nella fotografia e intraprende i suoi primi viaggi; dal 1936 al 1946, si assume un grande impegno politico lavorando per la stampa comunista e affrontando grandi esperienze nel cinema. Dal 1947 al 1970, apre la prestigiosa agenzia Magnum Photos allontanandosi dal fotoreportage.
Al PAN una mostra delle sue opere fotografiche, una selezione dell'immenso corpus di immagini che Cartier-Bresson ci ha lasciato: l’esposizione, al secondo piano, coprirà l’intero percorso professionale del grande fotografo.
Saranno esposte 54 opere fotografiche tra le più importanti icone del grande maestro.
Questa un’occasione imperdibile per ammirare alcuni tra i capolavori più toccanti e realistici del famoso fotografo francese, considerato un pioniere del foto-giornalismo.
Henri Cartier-Bresson è conosciuto nel mondo come il padre della fotografia e ha fermato nei suoi scatti quasi un secolo di eventi.
Henri Cartier-Bresson, è nato il 22 agosto 1908 a Chanteloup in Francia, da una famiglia alto borghese sensibile alle arti. S’interessa inizialmente di pittura grazie all'influenza di suo zio, artista affermato, e diventa allievo di Jaques-Emile Blanche e di André Lhote, frequenta i surrealisti e Triade, il grande editore.
Dagli inizi degli anni '30 sceglie definitivamente di sposare la fotografia.
Nel 1931, a soli 23 anni, ritornato in Francia dopo un anno in Costa d'Avorio, Henri Cartier-Bresson scopre la gioia di fotografare, compra una Leica e parte per un viaggio che lo porta nel sud della Francia, in Spagna, in Italia e in Messico. La Leica con la sua maneggevolezza e la pellicola 24x36 inaugurano un modo nuovo di rapportarsi al reale, sono strumenti flessibili che si adattano straordinariamente all'occhio sempre mobile e sensibile del fotografo.
Cartier-Bresson compie questo suo viaggio fra le immagini del mondo animato da una curiosità insaziabile, incompatibile con l'ambiente borghese che lo circonda, di cui non tollera l'immobilismo e la chiusura, la piccolezza degli orizzonti.
Nel 1935 negli USA inizia a lavorare per il cinema con Paul Strand; tiene nel 1932 la sua prima mostra nella galleria Julien Levy.
Tornato in Francia continua per qualche tempo a lavorare nel cinema con Jean Renoir e Jaques Becker, ma nel 1933 un viaggio in Spagna gli offre l'occasione per realizzare le sue prime grandi fotografie di reportage.
Ed è soprattutto nel reportage che Cartier-Bresson mette in pratica tutta la sua abilità e ha modo di applicare la sua filosofia del ‘momento decisivo’: una strada che lo porterà ad essere facilmente riconoscibile, un marchio di fabbrica che lo distanzia mille miglia dalle confezioni di immagini celebri e costruite.
Già negli anni ’40 è diventato un fotografo importante e di fama internazionale. Catturato nel 1940 dai tedeschi, dopo 35 mesi di prigionia e due tentate fughe, riesce a evadere dal campo e fa ritorno in Francia nel 1943, a Parigi, dove ne fotografa la liberazione.
Qui entra a far parte dell'MNPGD, un movimento clandestino che si occupa di organizzare l'assistenza per prigionieri di guerra evasi e ricercati.
Finita la guerra ritorna al cinema e dirige il film ‘Le Retour’. Negli anni 1946-47 è negli Stati Uniti, dove fotografa soprattutto per Harper's Bazaar.
Nel 1947 al Museum of Modern Art di New York viene allestita, a sua insaputa, una mostra ‘postuma’; si era infatti diffusa la notizia che fosse morto durante la guerra.
Nel 1947 insieme ai suoi amici Robert Capa, David Chim Seymour, George Rodger e William Vandivert , un manipolo di ‘avventurieri mossi da un'etica’, come amava definirli, fonda la Magnum Photos, cooperativa di fotografi destinata a diventare la più importante agenzia fotografica del mondo.
Dal 1948 al 1950 è in Estremo Oriente. Nel 1952 pubblica ‘Images à la sauvette’, una raccolta di sue foto con copertina di Matisse, che ha un'immediata e vastissima eco internazionale.
Nel 1955 viene inaugurata la sua prima grande retrospettiva, che farà poi il giro del mondo, al Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Dopo una serie di viaggi: Cuba, Messico, India e Giappone, dal 1966 si dedica progressivamente sempre più al disegno.
Innumerevoli, in questi anni, sono i riconoscimenti ricevuti, così come le esposizioni organizzate e le pubblicazioni che in tutto il mondo hanno reso omaggio alla sua straordinaria produzione di fotografo e di pittore.
Dal 1988 il Centre National de la Photographie di Parigi ha istituito il Gran Premio Internazionale di Fotografia, intitolandolo a lui.
Oltre ad essere universalmente riconosciuto tra i più grandi fotografi del secolo, Henri Cartier-Bresson ha avuto un ruolo fondamentale nella teorizzazione dell'atto del fotografare, tradotto tra l'altro nella già ricordata e celebre definizione del ‘momento decisivo’.
Poco prima di raggiungere i 96 anni, è morto a Parigi il 2 agosto 2004.
‘La fotografia è il riconoscimento simultaneo, in una frazione di secondo, del significato di un evento.’
Cartier Henri-Bresson
La mostra è promossa dal Comune di Napoli - Assessorato alla Cultura e al Turismo, proposta e finanziata dall'Associazione ACM Arte Cutura Mostre in collaborazione con la Fondazione Henri Cariter-Bresson e Magnum Phothos, sostenuta dal Pastificio dei Campi
La sua ricerca lo ha spinto in ogni luogo del mondo, lui è stato testimone dei momenti più significativi della storia, Cartier-Bresson ha fuso la poesia alla potenza della testimonianza generando una nuova grammatica visiva.
Ha attraversato: surrealismo, Guerra Fredda, Guerra Civile Spagnola, seconda Guerra Mondiale con uno sguardo lucido attento e mai retorico.
Dal 1926 al 1935, Cartier-Bresson frequenta i surrealisti, compie i primi passi nella fotografia e intraprende i suoi primi viaggi; dal 1936 al 1946, si assume un grande impegno politico lavorando per la stampa comunista e affrontando grandi esperienze nel cinema. Dal 1947 al 1970, apre la prestigiosa agenzia Magnum Photos allontanandosi dal fotoreportage.
Al PAN una mostra delle sue opere fotografiche, una selezione dell'immenso corpus di immagini che Cartier-Bresson ci ha lasciato: l’esposizione, al secondo piano, coprirà l’intero percorso professionale del grande fotografo.
Saranno esposte 54 opere fotografiche tra le più importanti icone del grande maestro.
Questa un’occasione imperdibile per ammirare alcuni tra i capolavori più toccanti e realistici del famoso fotografo francese, considerato un pioniere del foto-giornalismo.
Henri Cartier-Bresson è conosciuto nel mondo come il padre della fotografia e ha fermato nei suoi scatti quasi un secolo di eventi.
Henri Cartier-Bresson, è nato il 22 agosto 1908 a Chanteloup in Francia, da una famiglia alto borghese sensibile alle arti. S’interessa inizialmente di pittura grazie all'influenza di suo zio, artista affermato, e diventa allievo di Jaques-Emile Blanche e di André Lhote, frequenta i surrealisti e Triade, il grande editore.
Dagli inizi degli anni '30 sceglie definitivamente di sposare la fotografia.
Nel 1931, a soli 23 anni, ritornato in Francia dopo un anno in Costa d'Avorio, Henri Cartier-Bresson scopre la gioia di fotografare, compra una Leica e parte per un viaggio che lo porta nel sud della Francia, in Spagna, in Italia e in Messico. La Leica con la sua maneggevolezza e la pellicola 24x36 inaugurano un modo nuovo di rapportarsi al reale, sono strumenti flessibili che si adattano straordinariamente all'occhio sempre mobile e sensibile del fotografo.
Cartier-Bresson compie questo suo viaggio fra le immagini del mondo animato da una curiosità insaziabile, incompatibile con l'ambiente borghese che lo circonda, di cui non tollera l'immobilismo e la chiusura, la piccolezza degli orizzonti.
Nel 1935 negli USA inizia a lavorare per il cinema con Paul Strand; tiene nel 1932 la sua prima mostra nella galleria Julien Levy.
Tornato in Francia continua per qualche tempo a lavorare nel cinema con Jean Renoir e Jaques Becker, ma nel 1933 un viaggio in Spagna gli offre l'occasione per realizzare le sue prime grandi fotografie di reportage.
Ed è soprattutto nel reportage che Cartier-Bresson mette in pratica tutta la sua abilità e ha modo di applicare la sua filosofia del ‘momento decisivo’: una strada che lo porterà ad essere facilmente riconoscibile, un marchio di fabbrica che lo distanzia mille miglia dalle confezioni di immagini celebri e costruite.
Già negli anni ’40 è diventato un fotografo importante e di fama internazionale. Catturato nel 1940 dai tedeschi, dopo 35 mesi di prigionia e due tentate fughe, riesce a evadere dal campo e fa ritorno in Francia nel 1943, a Parigi, dove ne fotografa la liberazione.
Qui entra a far parte dell'MNPGD, un movimento clandestino che si occupa di organizzare l'assistenza per prigionieri di guerra evasi e ricercati.
Finita la guerra ritorna al cinema e dirige il film ‘Le Retour’. Negli anni 1946-47 è negli Stati Uniti, dove fotografa soprattutto per Harper's Bazaar.
Nel 1947 al Museum of Modern Art di New York viene allestita, a sua insaputa, una mostra ‘postuma’; si era infatti diffusa la notizia che fosse morto durante la guerra.
Nel 1947 insieme ai suoi amici Robert Capa, David Chim Seymour, George Rodger e William Vandivert , un manipolo di ‘avventurieri mossi da un'etica’, come amava definirli, fonda la Magnum Photos, cooperativa di fotografi destinata a diventare la più importante agenzia fotografica del mondo.
Dal 1948 al 1950 è in Estremo Oriente. Nel 1952 pubblica ‘Images à la sauvette’, una raccolta di sue foto con copertina di Matisse, che ha un'immediata e vastissima eco internazionale.
Nel 1955 viene inaugurata la sua prima grande retrospettiva, che farà poi il giro del mondo, al Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Dopo una serie di viaggi: Cuba, Messico, India e Giappone, dal 1966 si dedica progressivamente sempre più al disegno.
Innumerevoli, in questi anni, sono i riconoscimenti ricevuti, così come le esposizioni organizzate e le pubblicazioni che in tutto il mondo hanno reso omaggio alla sua straordinaria produzione di fotografo e di pittore.
Dal 1988 il Centre National de la Photographie di Parigi ha istituito il Gran Premio Internazionale di Fotografia, intitolandolo a lui.
Oltre ad essere universalmente riconosciuto tra i più grandi fotografi del secolo, Henri Cartier-Bresson ha avuto un ruolo fondamentale nella teorizzazione dell'atto del fotografare, tradotto tra l'altro nella già ricordata e celebre definizione del ‘momento decisivo’.
Poco prima di raggiungere i 96 anni, è morto a Parigi il 2 agosto 2004.
‘La fotografia è il riconoscimento simultaneo, in una frazione di secondo, del significato di un evento.’
Cartier Henri-Bresson
La mostra è promossa dal Comune di Napoli - Assessorato alla Cultura e al Turismo, proposta e finanziata dall'Associazione ACM Arte Cutura Mostre in collaborazione con la Fondazione Henri Cariter-Bresson e Magnum Phothos, sostenuta dal Pastificio dei Campi
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