EL GRECO. Dialogo tra due capolavori
Dal 22 Novembre 2024 al 09 Marzo 2025
Nuoro
Luogo: Museo MAN
Indirizzo: Via Sebastiano Satta 27
Orari: 10:00 – 19:00 Lunedì chiuso
Telefono per informazioni: +39.0784.252110
E-Mail info: info@museoman.it
Sito ufficiale: http://www.museoman.it
Dopo il successo della mostra dello scorso anno dedicata al dialogo ideale fra Giotto e Lucio Fontana nel segno dell’oro e della sua simbologia quale luogo del sacro e dell’infinito, il museo MAN propone, per Natale 2024, un nuovo progetto inedito dedicato al dialogo fra due capolavori di El Greco, al secolo Domínikos Theotokópoulos (1541-1614), celebre maestro del Siglo de Oro, il secolo dell’oro spagnolo, noto per l’esasperazione delle sue forme allungate nello spazio, i toni luminescenti del colore, il forte ritmo delle linee e del gesto sulla tela.
Definito il “Delacroix del Rinascimento”, “il Nabi delle belle icone”, amato da Cézanne e da Picasso che dichiarava il suo debito ripetendo «Yo soy El Greco!», El Greco è uno fra i massimi rappresentanti della pittura europea del tardo rinascimento. Nato a Creta nella prima metà del Cinquecento, all’epoca parte della Repubblica di Venezia, si trasferì in Laguna nel 1567.
Alla ricerca di un nuovo modo di dipingere, di una dimensione dinamica, che si allontanasse dall’universo bidimensionale, astratto e immobile della tradizione d’oriente, operò nella bottega dell’anziano Tiziano, da cui imparò l’uso espressivo del colore, violento, totale, pastoso, luminoso, spirituale.
A Venezia rimase folgorato dal senso del movimento e dall’utilizzo drammatico della luce di Tintoretto; da Jacopo Bassano apprese gli elementi formali della narrazione pittorica, l’uso della prospettiva e degli sfondi architettonici. Dopo un breve e burrascoso soggiorno a Roma, ospite del cardinale Alessandro Farnese, si trasferì a Toledo, col sogno di conquistare i favori del re Felipe II ed essere nominato pittore ufficiale della cattedrale.
Onore che non ottenne, pur trovando nella città spagnola blasonate committenze che gli permisero di sviluppare il suo concitato linguaggio pittorico, fatto di bagliori improvvisi, torsioni audaci dei corpi liquidi, che conferiscono alle figure una acuta manifestazione dei loro sentimenti e dei moti dell’animo.
Il MAN, grazie a un accordo di collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca a Roma, presenta per l’occasione il ritrovamento di un capolavoro di El Greco, L’Adorazione dei Magi, rimasta per secoli ignota alle cronache e restituita solo di recente alla paternità del genio cretese, complice un accurato restauro e una campagna di studi scientifici che ne hanno riportata alla luce la storia travagliata.
Un film documentario, prodotto dal MAN e realizzato dal regista Stefano Conca Bonizzoni con gli interventi di Claudio Strinati, Fabrizio Biferali e Fabio Porzio, introduce la visita alla mostra che contempla altresì un secondo capolavoro, il Salvatore benedicente dei Musei Civici di Reggio Emilia, reduce dalla importante antologica del maestro al Palazzo Reale di Milano.
Definito il “Delacroix del Rinascimento”, “il Nabi delle belle icone”, amato da Cézanne e da Picasso che dichiarava il suo debito ripetendo «Yo soy El Greco!», El Greco è uno fra i massimi rappresentanti della pittura europea del tardo rinascimento. Nato a Creta nella prima metà del Cinquecento, all’epoca parte della Repubblica di Venezia, si trasferì in Laguna nel 1567.
Alla ricerca di un nuovo modo di dipingere, di una dimensione dinamica, che si allontanasse dall’universo bidimensionale, astratto e immobile della tradizione d’oriente, operò nella bottega dell’anziano Tiziano, da cui imparò l’uso espressivo del colore, violento, totale, pastoso, luminoso, spirituale.
A Venezia rimase folgorato dal senso del movimento e dall’utilizzo drammatico della luce di Tintoretto; da Jacopo Bassano apprese gli elementi formali della narrazione pittorica, l’uso della prospettiva e degli sfondi architettonici. Dopo un breve e burrascoso soggiorno a Roma, ospite del cardinale Alessandro Farnese, si trasferì a Toledo, col sogno di conquistare i favori del re Felipe II ed essere nominato pittore ufficiale della cattedrale.
Onore che non ottenne, pur trovando nella città spagnola blasonate committenze che gli permisero di sviluppare il suo concitato linguaggio pittorico, fatto di bagliori improvvisi, torsioni audaci dei corpi liquidi, che conferiscono alle figure una acuta manifestazione dei loro sentimenti e dei moti dell’animo.
Il MAN, grazie a un accordo di collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca a Roma, presenta per l’occasione il ritrovamento di un capolavoro di El Greco, L’Adorazione dei Magi, rimasta per secoli ignota alle cronache e restituita solo di recente alla paternità del genio cretese, complice un accurato restauro e una campagna di studi scientifici che ne hanno riportata alla luce la storia travagliata.
Un film documentario, prodotto dal MAN e realizzato dal regista Stefano Conca Bonizzoni con gli interventi di Claudio Strinati, Fabrizio Biferali e Fabio Porzio, introduce la visita alla mostra che contempla altresì un secondo capolavoro, il Salvatore benedicente dei Musei Civici di Reggio Emilia, reduce dalla importante antologica del maestro al Palazzo Reale di Milano.
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