Toni Boni, un padovano nell’arte del Novecento
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Toni Boni, un padovano nell’arte del Novecento. Palazzo Zuckermann, Padova
Dal 07 Dicembre 2013 al 26 Gennaio 2014
Padova
Luogo: Palazzo Zuckermann
Indirizzo: corso Garibaldi 33
Orari: da martedì a domenica 10-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 049 8205664
E-Mail info: musei@comune.padova.it
Sito ufficiale: http://padovacultura.padovanet.it
La mostra rende omaggio all’artista del capoluogo veneto che con la sua figura e le sue opere ha attraversato quasi interamente il secolo scorso. Allestita nella cornice di Palazzo Zuckermann a Padova, l’esposizione riunisce una selezione di opere realizzate tra gli anni Trenta e Settanta del Novecento, tutte provenienti dalla collezione Rinaldi-Tonello.
Clicca qui per la Galleria Immagini della mostra
I lavori – sculture in marmo, terracotta e bronzo, graffiti su marmo e disegni – ripercorrono le tappe di una produzione ricca e articolata, riscoperta e apprezzata solo da poco tempo. Emerge la centralità della figura umana, restituita attraverso la chiave di un’imponenza austera ed essenziale, talvolta memore dell’antica tecnica del non-finito. Cari furono a Toni Boni personaggi e momenti legati alla quotidianità popolare, filone al quale si può senza dubbio ascrivere Ea Gaetana, scultura esistente sia in terracotta sia nelle versioni in bronzo, che riproduce le fattezze di una donna realmente esistita e conosciuta a Padova negli anni Cinquanta.
Altra opera che esemplifica, nella scelta dei temi, il ricorso all’uomo e alla sua corporeità è Il pugile sconfitto, in terracotta dipinta, che, adottando modelli e stereotipi di epoca fascista, coglie la fierezza e la virilità dell’atleta nonostante la disfatta.
Interessanti sono poi i risultati raggiunti dall’artista nei disegni e nei graffiti su marmo, in cui si incontrano soggetti per lo più tratti dal mondo contadino e da quello dello sport, con riferimenti stilistici di matrice futurista quali l’esaltazione del movimento e della velocità. A questi si affiancano richiami al Novecento italiano e, per la scultura, ad Arturo Martini, tutti precedenti dai quali però Toni Boni seppe emanciparsi per tracciare un percorso originale, ammirato tra gli altri anche dall’artista Tono Zancanaro, dal critico Ugo Nebbia e dal grande architetto, designer e saggista Gio Ponti.
Toni Boni (1907-1980) nacque a Padova, dove si diplomò come scultore all’Istituto d’Arte Pietro Selvatico. Pur perseguendo una formazione cosmopolita, rimase legato all’ambiente artistico e culturale veneto. Le sue opere sono state esposte in diverse occasioni, come per esempio alle Sindacali (a partire dal 1936), alla XXIII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (1942), alla VI e alla IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma (1951 e 1965). Risale al 2006 la mostra Toni Boni. Uno scultore veneto nel Novecento italiano presso la Galleria Arteforum di Padova, che per la prima volta ha proposto nella città natale dell’artista una significativa selezione dei suoi lavori.
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I lavori – sculture in marmo, terracotta e bronzo, graffiti su marmo e disegni – ripercorrono le tappe di una produzione ricca e articolata, riscoperta e apprezzata solo da poco tempo. Emerge la centralità della figura umana, restituita attraverso la chiave di un’imponenza austera ed essenziale, talvolta memore dell’antica tecnica del non-finito. Cari furono a Toni Boni personaggi e momenti legati alla quotidianità popolare, filone al quale si può senza dubbio ascrivere Ea Gaetana, scultura esistente sia in terracotta sia nelle versioni in bronzo, che riproduce le fattezze di una donna realmente esistita e conosciuta a Padova negli anni Cinquanta.
Altra opera che esemplifica, nella scelta dei temi, il ricorso all’uomo e alla sua corporeità è Il pugile sconfitto, in terracotta dipinta, che, adottando modelli e stereotipi di epoca fascista, coglie la fierezza e la virilità dell’atleta nonostante la disfatta.
Interessanti sono poi i risultati raggiunti dall’artista nei disegni e nei graffiti su marmo, in cui si incontrano soggetti per lo più tratti dal mondo contadino e da quello dello sport, con riferimenti stilistici di matrice futurista quali l’esaltazione del movimento e della velocità. A questi si affiancano richiami al Novecento italiano e, per la scultura, ad Arturo Martini, tutti precedenti dai quali però Toni Boni seppe emanciparsi per tracciare un percorso originale, ammirato tra gli altri anche dall’artista Tono Zancanaro, dal critico Ugo Nebbia e dal grande architetto, designer e saggista Gio Ponti.
Toni Boni (1907-1980) nacque a Padova, dove si diplomò come scultore all’Istituto d’Arte Pietro Selvatico. Pur perseguendo una formazione cosmopolita, rimase legato all’ambiente artistico e culturale veneto. Le sue opere sono state esposte in diverse occasioni, come per esempio alle Sindacali (a partire dal 1936), alla XXIII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (1942), alla VI e alla IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma (1951 e 1965). Risale al 2006 la mostra Toni Boni. Uno scultore veneto nel Novecento italiano presso la Galleria Arteforum di Padova, che per la prima volta ha proposto nella città natale dell’artista una significativa selezione dei suoi lavori.
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