Vite sospese

Vite sospese, Galleria Sottopasso della Stua, Padova
Dal 21 Febbraio 2013 al 09 Marzo 2013
Padova
Luogo: Galleria Sottopasso della Stua
Indirizzo: Largo Europa
Orari: da lunedì a sabato 15.30-18.30
Enti promotori:
- Settore Attività Culturali - Assessorato alla Cultura del Comune di Padova
Telefono per informazioni: +39 049 8204547
E-Mail info: bertolinl@comune.padova.it
Sito ufficiale: http:// padovacultura.padovanet.it
L’esposizione nasce da una riflessione sul senso di indifferenza che il quotidiano susseguirsi di scenari di guerre più o meno “lontane” ci evoca. Come scrive in “Crolli”1 Marco Belpoliti: «Non è un’apocalisse quotidiana. La nostra è piuttosto un’epoca di banalità ininterrotta. Dove il terrore esplode inconcepibile. Viviamo un “tempo penultimo”: una fine che non finisce di finire.» Noi invece abbiamo immaginato popoli e genti abituate a vivere in paesaggi ed epoche estreme . . . polverizzate o ridotte a brandelli da missili intelligenti lanciati da civiltà evolute ed indifferenti. Ci siamo ispirati a questi scenari primordiali per la scelta dei materiali che compongono l’opera: legno solarizzato recuperato, stracci tinti e infine l’inserimento poetico delle velature di carta e le luci, realizzati da Donatella Edini, che cercano di restituire una luce lieve metafora di speranza. Nella trasparenza “la luce è narrante”, non solo a evocare interni familiari: in una dimensione simbolica/mistica la luce si carica di un senso ulteriore di significato, la prospettiva di una tenue speranza che altri orizzonti di pensiero sono auspicabili, possibili, DOVUTI, attraverso una riflessione vera, finalizzata all’espansione della consapevolezza dell’importanza di condividere un impegno di pace.
E’ necessaria una sorta di interrogazione esistenziale che conduca irrimediabilmente alla centralità e all’essenza della vita stessa. A margine il dialogo di Vite Sospese, emblematico dell’urgenza di dover riconfigurare come preponderante la riaffermazione di valori che per troppo tempo abbiamo disimparato a frequentare.
Sono chiamate unanimemente “guerre umanitarie” anche se personalmente abbiamo un’altra idea di umanità e non crediamo di essere i soli ad averla! La condividiamo con Gino Strada, per esempio, che cerca di mettere insieme questa umanità dilaniata curando le sempre più numerose vittime civili di queste guerre. Come ha scritto sul periodico EMERGENCY: «Nessuna guerra può essere umanitaria. La guerra è sempre stata distruzione di pezzi di umanità, uccisione di nostri simili. “La guerra umanitaria” è la più disgustosa menzogna per giustificare la guerra, ogni guerra è un crimine contro l’umanità».
Per ampliare ancora di più questo concetto espressivo abbiamo invitato Bruno Maran, fotoreporter di guerra, a condividere con noi il suo punto di vista sulla “scia” che una guerra lascia: immagini, scatti dall’ex Jugoslavia, appena oltre l’Adriatico...Altra guerra “umanitaria” dimenticata e risolta solo apparentemente.
Sono chiamate unanimemente “guerre umanitarie” anche se personalmente abbiamo un’altra idea di umanità e non crediamo di essere i soli ad averla! La condividiamo con Gino Strada, per esempio, che cerca di mettere insieme questa umanità dilaniata curando le sempre più numerose vittime civili di queste guerre. Come ha scritto sul periodico EMERGENCY: «Nessuna guerra può essere umanitaria. La guerra è sempre stata distruzione di pezzi di umanità, uccisione di nostri simili. “La guerra umanitaria” è la più disgustosa menzogna per giustificare la guerra, ogni guerra è un crimine contro l’umanità».
Per ampliare ancora di più questo concetto espressivo abbiamo invitato Bruno Maran, fotoreporter di guerra, a condividere con noi il suo punto di vista sulla “scia” che una guerra lascia: immagini, scatti dall’ex Jugoslavia, appena oltre l’Adriatico...Altra guerra “umanitaria” dimenticata e risolta solo apparentemente.
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