Daniela Papadia. Il Filo Dell’alleanza
Dal 09 Ottobre 2018 al 22 Ottobre 2018
Palermo
Luogo: Palazzo Belmonte Riso
Indirizzo: via Vittorio Emanuele 365
Enti promotori:
- Associazione WISH – World International Sicilian Heritage
Sito ufficiale: http://https://www.palermocapitalecultura.it
l ricamo come messaggio di pace. È il progetto dell’artista Daniela Papadia, promosso dall’Associazione WISH – World International Sicilian Heritage tra le attività di BIAS 2018, la Biennale internazionale di arte contemporanea che mira al dialogo tra diverse culture a prescindere dalla nazionalità, con il patrocinio ed il fondamentale sostegno del Ministero degli Affari Esteri nell’ambito del programma “Italia, Culture Mediterraneo” che sarà presentato il 9 ottobre 2018 alle 18 presso Palazzo Belmonte Riso, sede del Polo Museale di Arte Contemporanea della Regione Siciliana di Palermo.
Un progetto partecipato, intitolato “Il Filo dell’Alleanza”con cui l’artista, nata a Palermo nel 1963, vuole condurre ad una riflessione sui principi di uguaglianza e di fraternità fra i popoli, indipendentemente da religione e origine. “Il processo creativo dell’arte insieme alla scienza può favorire il cambiamento, la crescita personale, e il rispetto delle differenze culturali e religiose. “Il Filo dell’alleanza” rappresenta un mezzo, una via per intrecciare relazioni che rigettano la discriminazione, l’esclusione e la violenza. Facendo interagire insieme gli individui si portano contenuti simbolici carichi di significati adeguati alla giusta percezione di sé e dell’altro”, spiega Daniela Papadia.
Per raggiungere questo obiettivo, l’artista utilizza il ricamo come strumento per rappresentare l’intrico di relazioni, di contatti umani, di scambi, di vite, parole, culture che si intrecciano, fondamenti basilari nella storia dell’uomo. Ricamo come arte della “riparazione”, una metafora tra arte e scienza per ricucire gli strappi consumati in conflitti, purtroppo, ancora attuali.
Né Il Filo dell’Alleanza, questa trama viene rappresentata da sei arazzi di 1,23 x2.60m, assemblati con un filo d’oro che rappresenta il Mediterraneo. L’artista ha coinvolto sei gruppi di donne, appartenenti ad etnie e religioni diverse (palestinesi, israeliane, beduine e druse). Ognuna di loro ha realizzato un arazzo tra Israele e Palestina, luoghi per la Papadia ideali per ricucire gli strappi aperti dall’interruzione del dialogo e dei conflitti e per riavviare un processo di alleanza e convivenza. Nelle opere, i fili d’oro ricuciono quindi simbolicamente gli strappi e fanno incontrare donne provenienti dai due Paesi, che desiderano conoscersi e lavorare insieme, ma che sono separate dalla storia, dalle guerre, e dalle divisioni interne. L’oro è incorruttibile, il metallo più prezioso, è causa di guerre e disuguaglianza, in questo caso l’oro unisce e crea l’incontro.
La mappa che il lavoro di queste ricamatrici, portatrici di un sapere antichissimo, vanno a comporre è quella del genoma umano, che integra e definisce l’unicità e somiglianza di ogni individuo, raffigurando i 12 geni che garantiscono la funzione del sangue, individuati dal neurofisiologo Riccardo Cassiani Ingoni,. Il sangue è, infatti, il fluido corporeo che dà la vita e che da sempre rappresenta nella storia i valori di coraggio, le alleanze, le rotture, l’appartenenza ad un popolo o ad una famiglia. “La mappa del genoma, nella sua complessa elaborazione, ci mostra gli elementi comuni che appartengono all’umanità intera. Lo studio del genoma umano porta così a un paradosso linguistico: “Unicità e comunanza”. Il genoma ci dice che facciamo parte di un unico progetto umano. Noi siamo unici, esattamente come tutti gli altri, e il rispetto di ogni uomo è il fondamento della dignità della comunità umana”. Il rapporto tra arte e scienza interessa da sempre Daniela Papadia: è dal 2013 infatti che le sue opere dialogano con la mappa del genoma, con la genetica e la biologia molecolare.
Il gruppo coinvolto dall’artista, in questo progetto totalmente partecipato, si è infine incontrato a Gerusalemme dove ha riunito i sei pezzi in un unico grande arazzo di 2,40 x 5,20 metri, rappresentando così – in una grande opera collettiva – la mappa del Mediterraneo. L’opera sarà presentata nell’ambito della BIAS biennale (Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Sacra e delle Religioni Dell’Umanità) organizzata da Chiara Donà delle Rose, presidente dell’Associazione WISH è già stata a Gerusalemme, in un appuntamento a cura del Ministero degli Affari Esteri. L’intero progetto sarà raccontato dal regista Francesco Miccichè in un documentario prodotto dall’Istituto Luce e da Rreporter. In occasione dell’evento del 9 ottobre sarà presentato il trailer.
Per la realizzazione del “Filo dell’Alleanza” Daniela Papadia si è avvalsa della collaborazione di alcune donne del movimento Women Wage Peace, costituito da donne israeliane e palestinesi, e della scuola di moda a Rehovot di Letizia Della Rocca: insieme hanno incontrato la ricamatrice Michal Avvisar che è diventata la coordinatrice delle esecutrici.
Questo progetto nasce da una ricerca già sviluppata da Daniela Papadia a partire dal 2014, anno in cui ha realizzato con ricamatrici da molteplici nazionalità, detenute al carcere romano di Rebibbia l’arazzo The table of the Alliance. Il progetto la Tavola dell’Alleanza ha ricevuto L’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e sua medaglia d’oro di rappresentanza. È stato anche realizzato un documentario visibile nel sito www.tableofalliance.org. L’opera è stata esposta al Campidoglio, a Chicago, Miami, Londra.
WISH World International Sicilian Heritage, ha portato l’opera al Castello di Morsaco in Piemonte ed a Venezia in seno alla Preview della BIAS 2018 ed, infine, a Palermo, dove è ancora oggi visibile ai 4 canti di Palermo nella chiesa ipogea di San Giuseppe dei Teatini.
Il Filo dell’Alleanza – un progetto di Daniela Papadia, con la collaborazione scientifica di Riccardo Cassiani Ingoni
Realizzato con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e promosso dall’ associazione WISH
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