GDD - Genio della dimensione di Gino de Dominicis
Dal 13 Giugno 2018 al 26 Agosto 2018
Palermo
Luogo: Riso - Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia
Indirizzo: via Vittorio Emanuele 365
Orari: martedì, mercoledì, domenica 10-19.30; giovedì, venerdì, sabato 10-23.30; lunedì chiuso, eccetto i festivi
Curatori: Vittorio Sgarbi
Enti promotori:
- Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana
- Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana
- Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo
Costo del biglietto: intero euro 6, ridotto euro 3
Telefono per informazioni: +39 091 587717
E-Mail info: info@poloartecontemporanea.it
Sito ufficiale: http://https://www.poloartecontemporanea.it/
Il Polo Museale regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, presenta la mostra “GDD – Genio della dimensione” dedicata a Gino De Dominicis. La mostra, curata da Vittorio Sgarbi, rappresenta l’occasione di poter vedere un’antologia di opere tra le più rilevanti del grande artista. L’iniziativa del Polo Museale si inserisce nel calendario degli eventi culturali promossi da Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 e della celebrazione del ventennale della scomparsa dell’artista, celebrando l’omaggio al paradosso della scomparsa di un immortale.
Il Museo Riso ospiterà 60 opere pittoriche e grafiche dagli anni ’80 alla fine degli anni ’90. Tra queste sarà esposta per la prima volta un’opera di De Dominicis proveniente da collezione privata siciliana, seguendo un percorso coerente dal punto di vista stilistico e concettuale, concentrato sui temi mitologici e dell’immortalità.
Il lavoro di De Dominicis ha assunto un respiro internazionale, mettendo in evidenza il modo originale dei temi sviluppati nella sua produzione artistica. Le opere in mostra evidenziano il ruolo complesso che la figura di De Dominicis ha assunto nel panorama culturale italiano e internazionale. Già dalla sua prima importante personale nel 1969, presso la galleria romana L’Attico, l’opera di De Dominicis era caratterizzata da un modo di porsi non convenzionale nei confronti dei dogmi della scienza e della cultura tout court. Opere come Poltrona per un viaggio nello spazio, Due verifiche di invisibilità, e il suo stesso Necrologio, hanno già tutte le sfumature paradossali del superamento dei limiti fisici e della realtà umana, della riflessione metalinguistica e dell’impossibile realizzazione di quanto descrivono nel loro stesso titolo. Così come l’istallazione audio dal titolo D’IO, presentata sempre nella stessa galleria romana nel 1971, opera unica nello spazio completamente vuoto, è l’istrione acustico che ironicamente diffonde il mistero dell’identità trasfigurata dal mito. Oltre al personaggio mitizzato, le opere in mostra a Palazzo Riso restituiscono un percorso artistico in cui De Dominicis costruisce il proprio “personaggio” e lo inserisce in una storia dell’inattualità e della distanza critica del presente. Gli “alter ego” fantastici di De Dominicis, dall’eroe sumero Gilgamesh alle figure aliene smaterializzate d’oro, evidenziano l’attività dell’artista totale rispetto al discorso critico e di mercato, così da riconoscere in lui il parodista, l’artista mimetico e performativo che rivendica il primato dell’opera e dell’artista.
Dichiara Valeria Patrizia Li Vigni, Direttrice del Polo Museale: “Il Museo Riso, sempre attento a non tralasciare i tre filoni fondamentali della sua programmazione – da una parte le mostre degli artisti di fama internazionale, dall’altra le antologiche sui grandi artisti siciliani e infine l’attenzione verso gli artisti dell’Archivio SACS, Sportello per l’Arte Contemporanea della Sicilia -, è riuscito a portare a Palermo una mostra antologica dedicata a Gino De Dominicis, uno degli artisti italiani più importanti della fine del XX secolo, grazie alla ferrea volontà di Vittorio Sgarbi e alla preziosa collaborazione di Savina Cusimano. La mostra di De Dominicis rappresenta per il Museo Riso un traguardo per l’unicità e grandiosità del personaggio, che amava considerare le sue opere parte integrante della sua vita. Le opere travalicano le mode e le “oscillazioni del gusto” come direbbe Gillo Dorfles. La sua volontà di non documentarle, di non voler partecipare a mostre istituzionalizzate, di non volerle stigmatizzare nelle riproduzioni fotografiche di un catalogo, sta a indicare la sua posizione nei confronti dell’opera d’arte che vive come un tutt’uno con la sua vita. Le opere di De Dominicis assumono una funzione filosofica e religiosa che è di gran lunga superiore a quella artistica. Non amava etichettarsi moderno o contemporaneo, rifuggiva le scuole tanto da non considerarsi mai affiliato ad un movimento o ad una moda critica del momento, ma allo stesso tempo ha avuto nei confronti delle scuole una funzione ispiratrice. In questo senso la sua stessa vita è divenuta un opera d’arte perché è stata il gesto assoluto dell’arte sulla forma artistica”.
Inaugurazione 13 giugno ore 19
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