Steve McCurry. Icons

© Steve McCurry | Steve McCurry, Lago Inle, Birmania, 2011

 

Dal 15 Ottobre 2016 al 19 Febbraio 2017

Palermo

Luogo: Galleria d’Arte Moderna

Indirizzo: via Sant'Anna 21

Orari: dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.30. Lunedì chiuso. (La biglietteria chiude alle ore 17.30). Dal 21 Ottobre al 17 Febbraio 2017, tutti i venerdì, la mostra resterà straordinariamente aperta fino alle 22.30

Enti promotori:

  • Città di Palermo - Assessorato alla Cultura
  • Galleria d’Arte Moderna Palermo

Costo del biglietto: intero € 9, ridotto € 7 per gruppi di almeno 15 persone, visitatori tra i 19 e i 25 anni, maggiori di 65 anni, titolari di apposite convenzioni. Gratuito per visitatori fino ai 18 anni, scolaresche accompagnate da insegnanti, disabili e un accompagnatore, studenti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, guide turistiche con patentino, giornalisti iscritti all’albo o accreditati, soci ICOM. Cumulativo MOSTRA + MUSEO € 12

Telefono per informazioni: +39 091 8431605

E-Mail info: info@gampalermo.it

Sito ufficiale: http://www.stevemccurryicons.it



Si è aperta al pubblico il 15 ottobre scorso la mostra “Steve McCurry. Icons, ospitata a Palermo nelle sale della Galleria d’arte moderna. La mostra si inserisce nel programma espositivo dalla Galleria ed è organizzata da Civita in collaborazione con SudEst57.

L’esposizione raccoglie in oltre 100 scatti l’insieme e forse il meglio della sua vasta produzione, per proporre ai visitatori un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze e di emozioni che caratterizza le sue immagini. A partire dai suoi viaggi in India e poi in Afghanistan, da dove veniva Sharbat Gula, la ragazza che ha fotografato nel campo profughi di Peshawar in Pakistan e che è diventata una icona assoluta della fotografia mondiale.

Steve McCurry è uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea ed è un punto di riferimento per un larghissimo pubblico che nelle sue fotografie riconosce un modo di guardare il nostro tempo. Alcune mostre di grande successo hanno messo in evidenza vari aspetti della sua attività, ormai quasi quarantennale.

Con le sue foto Steve McCurry ci pone a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate, mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità. Con le sue foto ci consente di attraversare le frontiere e di conoscere da vicino un mondo che è destinato a grandi cambiamenti. La mostra inizia infatti con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e di ironia. 

In una audioguida Steve McCurry racconta in prima persona molte delle foto esposte. In mostra viene proiettato un video di National Geographic dedicato alla lunga ricerca che ha consentito di ritrovare, 17 anni dopo, “la ragazza afghana” ormai adulta. Steve McCurry / Icons è infine il titolo di una pubblicazione curata da Biba Giacchetti, che costituisce il catalogo della mostra.

Da circa 30 anni, Steve McCurry è considerato una delle voci più autorevoli della fotografia contemporanea. La sua maestria nell'uso del colore, l'empatia e l'umanità delle sue foto fanno sì che le sue immagini siano indimenticabili. Ha ottenuto copertine di libri e di riviste, ha pubblicato svariati libri e moltissime sono le sue mostre aperte in tutto il mondo.
Nato nei sobborghi di Philadelphia, McCurry studia cinema e storia alla Pennsylvania State University prima di andare a lavorare in un giornale locale. Dopo molti anni come freelance, McCurry compie un viaggio in India, il primo di una lunga serie. Con poco più di uno zaino per i vestiti e un altro per i rullini, si apre la strada nel subcontinente, esplorando il paese con la sua macchina fotografica.
Dopo molti mesi di viaggio, si ritrova a passare il confine con il Pakistan. Là, incontra un gruppo di rifugiati dell'Afghanistan, che gli permettono di entrare clandestinamente nel loro paese, proprio quando l'invasione russa chiudeva i confini a tutti i giornalisti occidentali. Riemergendo con i vestiti tradizionali e una folta barba, McCurry trascorre settimane tra i Mujahidin, così da mostrare al mondo le prime immagini del conflitto in Afghanistan, dando finalmente un volto umano ad ogni titolo di giornale.
Da allora, McCurry ha continuato a scattare fotografie mozzafiato in tutti i sei continenti. I suoi lavori raccontano di conflitti, di culture che stanno scomparendo, di tradizioni antiche e di culture contemporanee, ma sempre mantenendo al centro l'elemento umano che ha fatto sì che la sua immagine più famosa, la ragazza afgana, fosse una foto così potente.
McCurry è stato insignito di alcuni tra i più importanti premi della fotografia, inclusa la Robert Capa Gold Medal, il premio della National Press Photographers e per quattro volte ha ricevuto il primo premio del concorso World Press Photo. Il ministro della cultura francese lo ha nominato cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere e, più recentemente, la Royal Photographic Society di Londra gli ha conferito la Centenary Medal for Lifetime Achievement.
McCurry ha pubblicato molti libri, tra cui The Imperial Way (1985), Monsoon (1988), Portraits (1999), South Southeast (2000), Sanctuary (2002), The Path to Buddha: A Tibetan Pilgrimage (2003), Steve McCurry (2005), Looking East (2006), In the Shadow of Mountains (2007), The Unguarded Moment, (2009), The Iconic Photographs (2011), Untold: The Stories Behind the Photographs (2013), From These Hands: A Journey Along the Coffee Trail (2015), and India (2015).

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