Lucrezia Romana. La virtù delle donne da Raffaello a Reni
![Meckenem, Israhel van, Morte di Lucrezia, 1455-1503 Meckenem, Israhel van, Morte di Lucrezia, 1455-1503](http://www.arte.it/foto/600x450/5c/53683-thumbnail-by-url.jpg)
Dal 26 Settembre 2016 al 08 Gennaio 2017
Parma
Luogo: Galleria Nazionale – Complesso Monumentale della Pilotta
Indirizzo: piazza della Pilotta 5
Curatori: Mario Scalini, Emanuela Fiori, Elena Rossoni
Enti promotori:
- MiBACT - Polo Museale Emilia Romagna
- Complesso Monumentale Pilotta
Costo del biglietto: intero € 12, ridotto € 6. Il biglietto dà diritto inoltre alla visita di tutto il complesso della Pilotta: Teatro Farnese, Galleria Nazionale e Museo Archeologico
Telefono per informazioni: +39 0521 233309
E-Mail info: cm-pil@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.comune.parma.it
Lucrezia primeggia tra le eroine del mondo antico per la sua esemplarità. L’eccezionale umanità della storia e la tragica risoluzione della scabrosa vicenda contengono elementi archetipi di empatica potenza, che la straordinaria capacità creativa degli artisti ha riletto e rappresentato. Soggetto iconografico e letterario, sospeso tra storia e leggenda, la storia della matrona, rivista e riletta, diventa in ogni epoca uno specchio per riflettere, con valutazioni storiche, religiose, ideologiche e morali. Esempio di virtù domestiche e familiari, inconsapevole ed involontaria ragione degli appetiti altrui, modello di alta dedizione alla Patria ed eroina dei diritti umani di libertà ed autodeterminazione, Lucrezia vibra nelle opere pittoriche, da Cranach a Raffaello, da Parmigianino a Reni, di una fascinazione che attraversa i secoli ed è anche per la contemporaneità un’occasione di riflettere sulla violenza, fisica e morale, contro le donne di oggi.
Gli exempla virtutis sono tra i temi laici più interessanti della storia delle arti figurative. Il loro affermarsi in ambito repubblicano, come nelle corti peninsulari italiane, mostra il progressivo recupero delle tematiche relate alla integrità politica e morale in genere, care al mondo romano e non solo. Rappresentazioni di eroi antichi e moderni ricorrono con frequenza nei palazzi pubblici italiani, anche grazie alla letteratura in volgare che, da Dante a Petrarca, pose le basi per raffigurazioni storiche e allegoriche, condensandole in singole immagini simboliche facilmente riconoscibili.
Tra le figure femminili esemplari è peculiare quella della “Lucrezia romana”, figlia e moglie nella Roma retta dalla dinastia etrusca dei Tarquinii che, non avendo potuto resistere all’oltraggio fisico infertole dal potere, sacrificò pubblicamente la propria vita per offrire ai suoi concittadini la motivazione alla ribellione rispetto alle vessazioni gravissime dei dominatori.
La mostra, attraverso una galleria di capolavori, da Raffaello ai suoi epigoni, sino a Guido Reni e la sua scuola in senso lato, intende ripercorrere la fortuna del tema, leggendone le varianti letterarie, simboliche e pratiche sia in Italia che Oltralpe. Ridefinire quale sia stata la diversa valenza del mito antico, sospeso tra leggenda e storia aiuterà forse anche a rinsaldare la convinzione che estirpare la violenza anche morale verso le donne è il primo passo di un recupero morale e civile.
Storia di Lucrezia
Secondo la versione di Livio[1]sulla istituzione della Repubblica, l'ultimo Re di Roma, Tarquinio il Superbo aveva un figlio assolutamente sgradevole, Sesto Tarquinio. Durante l'assedio della città di Ardea, i figli del re assieme ai nobili, per ingannare il tempo si divertivano a vedere ciò che facevano le proprie mogli durante la loro assenza, tornando nascostamente a Roma. Collatino sapeva che nessuna moglie poteva battere la sua Lucrezia in quanto a pacatezza, laboriosità e fedeltà. Così portò con sé gli altri nobili, tra cui Sesto Tarquinio, a vederla.
Sesto Tarquinio ne restò affascinato e fu preso dal desiderio di possederla. Alcuni giorni dopo, all'insaputa del marito, tornò a Collazia e venne accolto con grande ospitalità. Ma dopo cena, quando la casa era addormentata, si introdusse nella camera da letto di Lucrezia che, svegliatasi di soprassalto, si trovò aggredita dall'uomo, armato di spada. Provò a respingerlo ma Sesto la minacciò: se ella non avesse acconsentito a soddisfare le sue voglie, l'avrebbe uccisa e accanto le avrebbe messo il corpo mutilato di uno schiavo, sostenendo di averla colta in flagrante adulterio.
A questo punto Lucrezia fu costretta a cedere alle voglie del figlio del re. Appena Sesto ripartì, Lucrezia inviò un messaggero a Roma dal padre e uno ad Ardea dal marito supplicandoli di correre da lei al più presto con un amico fidato perché una grossa sciagura era accaduta. Giunti i suoi cari, in lacrime spiegò l'accaduto e si trafisse con un pugnale che nascondeva sotto la veste.
La mostra, nata da un’idea di Mario Scalini è stata promossa dal Polo Museale dell’Emilia Romagna in collaborazione con il Complesso Monumentale della Pilotta, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza, il Comune di Parma e la Fondazione CariParma.
Hanno collaborato alla realizzazione l’Azienda Palaexpo Scuderie del Quirinale, gli Amici della Pilotta e Parma nel Cuore.
Ospite d’eccezione è il disegno “Lucrezia” di Raffaello, prestato dal Metropolitan Museum of Art di New York.
Orario
da martedì a sabato dalle 8,30 alle 19
domenica e festivi dalle 8,30 alle 14
prima domenica del mese dalle 13,30 alle 19
lunedì chiuso
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