Maria Corti. Le voci della scrittura
Dal 08 Ottobre 2015 al 31 Ottobre 2015
Pavia
Luogo: Spazio per le arti contemporanee del Broletto
Indirizzo: piazza della Vittoria
Orari: da martedì a venerdì 16-19; sabato e domenica 10-13 / 16-19
Curatori: Lisa Cadamuro, Luca Stefanelli, con la collaborazione di Lorenzo Donghi e Nicoletta Trotta
Enti promotori:
- Realizzata nell'ambito del progetto finanziato dalla Regione Lombardia "Per il Fondo Maria Corti: un archivio letterario in rete nel centenario della nascita" e del progetto "L'università come luogo di cultura" finanziato dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: fondo.manoscritti@unipv.it
A cento anni dalla nascita, un'importante mostra celebra Maria Corti: studiosa, scrittrice e organizzatrice di cultura, a lungo docente presso l'Ateneo pavese. Giovedì 8 ottobre 2015 (ore 17) nello Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia inaugura Maria Corti. Le voci della scrittura, organizzata dal Centro Manoscritti dell'Università di Pavia e dalla Fondazione Maria Corti in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia.
L'inaugurazione alla mostra sarà preceduta da un incontro, nella Sala Conferenze del Broletto, durante il quale saranno letti alcuni brani dalle opere della scrittrice milanese.
Maria Corti. Le voci della scrittura illustra attraverso i materiali dell'archivio Corti, le immagini e gli audiovisivi, il rapporto tra l'attività critica e la scrittura narrativa di Maria Corti (Milano, 1915-2002), filologa, critica letteraria, scrittrice e semiologa. Nel percorso espositivo è proposto anche un itinerario tra le carte di illustri autori italiani del Centro Manoscritti dell'Università di Pavia, istituito dalla stessa Corti mentre era docente nell'Ateneo pavese.
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni.
Nella prima, incentrata sull'attività critica, si approfondisce un caso esemplare, il saggio del 1961 relativo all'attribuzione del poemetto cinquecentesco Delfilo: i materiali d'archivio permettono di ricostruire la ricerca avventurosa della Corti, definita la "Perry Mason della filologia". E proprio al mondo della detective story è ispirato il video che fa da controparte audiovisiva dei materiali esposti.
La seconda è dedicata alle opere più significative: i romanzi Cantare nel buio, L'ora di tutti, Il ballo dei sapienti, Le pietre verbali. Le carte relative alle Pietre verbali testimoniano un'operazione artigianale di copia e incolla, che colpisce chi oggi è abituato alla videoscrittura, nonché la ricerca sulla lingua e sul contesto storico del Sessantotto pavese (riviste, ciclostilati, ecc.).
Elementi e aspetti del clima culturale del Sessantotto si trovano anche nella bacheca dedicata ai materiali del Fondo Davide Turconi dell'Università di Pavia, uno dei giacimenti di documenti cinematografici più importanti a livello internazionale, che illustra come «il cinema entrando nell'università abbia anticipato molte delle richieste del movimento studentesco» (Luigi Chiarini).
L'infografica Le due scritture, a chiusura della sezione, riassume la vastissima attività di Maria Corti, ricordando le sue pubblicazioni più importanti.
La terza sezione propone materiali del Centro Manoscritti, concepito da Maria Corti alla fine degli anni Sessanta e diventato oggi uno dei più importanti archivi letterari italiani del Novecento. Accanto al volume Ombre dal Fondo sono esposte carte di Italo Calvino, Carlo Emilio Gadda e Gio Ponti di cui Maria Corti parla nell'intervista realizzata nel 1997 per la trasmissione RAI I fanatici del libro. Questa intervista diventa - all'interno dell'allestimento - una sorta di video-guida ai materiali esposti, scelti tra i manoscritti e i dattiloscritti donati al Centro da poeti e scrittori come Eugenio Montale, Romano Bilenchi, Mario Luzi, Paolo Volponi e Alda Merini.
L'infografica Rapporti, basata su dati elaborati a partire dal ricchissimo epistolario conservato presso la Fondazione Maria Corti, offre un'immagine della fitta rete di relazioni nazionali e internazionali della studiosa, in grado di superare le logiche di scuola e i limiti delle singole discipline.
Il percorso della mostra è integrato da un itinerario multimediale, curato da Paolo Lipari e Federica Villa, che dialoga con i materiali cartacei esposti, sviluppando un contrappunto visivo che ne illumina e arricchisce i contenuti.
Una diffrazione della scrittura culminante nella videoinstallazione finale, Pagine vive, dedicata al celebre romanzo di Maria Corti L'ora di tutti, dove le immagini scoperte in terra d'Otranto avvicinano al pensiero creativo della scrittrice, ne fanno percepire passi e movenze, stringendo l'abbraccio tra il passato della storia e il presente della vita.
Maria Corti (1915-2002) è stata una studiosa e una scrittrice. Originale e poliedrica, è stata capace di coniugare il rigore del metodo con la passione narrativa, la filologia con la filosofia, l'insegnamento con la progettazione culturale.
Come filologa e storica della lingua italiana è stata autrice di studi fondamentali su Dante, sulla lingua del Quattrocento e su molti autori novecenteschi e ha curato l'edizione critica di testi antichi e contemporanei. È stata tra le prime a introdurre in Italia la lezione della semiologia. Co-fondatrice delle riviste Strumenti critici e Alfabeta, Maria Corti ha collaborato assiduamente alle pagine culturali dei quotidiani «Il Giorno» e «la Repubblica».
L'esordio come scrittrice risale al 1962 con L'ora di tutti, ancora oggi il suo romanzo più famoso. Ambientato alla fine del Quattrocento durante l'assedio di Otranto da parte dei turchi, L'ora di tutti è anche un omaggio al Salento, terra d'adozione del padre e scenario di ricordi d'infanzia e di giovinezza. Il ballo dei sapienti, del 1966, rielabora la ventennale esperienza di insegnamento al ginnasio e nei licei. Voci dal Nord Est (1984) è un taccuino di viaggio che prende spunto dal semestre di insegnamento alla Brown University, negli Stati Uniti. Il canto delle sirene del 1989 riflette sul tema del viaggio dantesco di Ulisse e sulla seduzione intellettuale, mentre Cantare nel buio è ambientato negli anni del Dopoguerra, tra i pendolari che si spostano tutti i giorni fra Milano e Chiari. Del 1999 è Catasto magico, dedicato ai miti siciliani sull'Etna. Nel 2001 è pubblicato Le pietre verbali che ingloba e prosegue, ambientandola nel Sessantotto, la vicenda del Ballo dei sapienti.
Del 1997 è Ombre dal fondo, un romanzo-saggio dedicato al Centro manoscritti di autori moderni e contemporanei che la Corti aveva istituito all'Università di Pavia, dove è stata docente di Storia della Lingua italiana per quasi vent'anni (dopo un biennio all'Università di Lecce). Partito con alcuni autografi di Montale e arricchitosi grazie ai legami che la Corti intratteneva personalmente con molti autori, il Centro è oggi uno dei più importanti archivi letterari italiani.
L'inaugurazione alla mostra sarà preceduta da un incontro, nella Sala Conferenze del Broletto, durante il quale saranno letti alcuni brani dalle opere della scrittrice milanese.
Maria Corti. Le voci della scrittura illustra attraverso i materiali dell'archivio Corti, le immagini e gli audiovisivi, il rapporto tra l'attività critica e la scrittura narrativa di Maria Corti (Milano, 1915-2002), filologa, critica letteraria, scrittrice e semiologa. Nel percorso espositivo è proposto anche un itinerario tra le carte di illustri autori italiani del Centro Manoscritti dell'Università di Pavia, istituito dalla stessa Corti mentre era docente nell'Ateneo pavese.
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni.
Nella prima, incentrata sull'attività critica, si approfondisce un caso esemplare, il saggio del 1961 relativo all'attribuzione del poemetto cinquecentesco Delfilo: i materiali d'archivio permettono di ricostruire la ricerca avventurosa della Corti, definita la "Perry Mason della filologia". E proprio al mondo della detective story è ispirato il video che fa da controparte audiovisiva dei materiali esposti.
La seconda è dedicata alle opere più significative: i romanzi Cantare nel buio, L'ora di tutti, Il ballo dei sapienti, Le pietre verbali. Le carte relative alle Pietre verbali testimoniano un'operazione artigianale di copia e incolla, che colpisce chi oggi è abituato alla videoscrittura, nonché la ricerca sulla lingua e sul contesto storico del Sessantotto pavese (riviste, ciclostilati, ecc.).
Elementi e aspetti del clima culturale del Sessantotto si trovano anche nella bacheca dedicata ai materiali del Fondo Davide Turconi dell'Università di Pavia, uno dei giacimenti di documenti cinematografici più importanti a livello internazionale, che illustra come «il cinema entrando nell'università abbia anticipato molte delle richieste del movimento studentesco» (Luigi Chiarini).
L'infografica Le due scritture, a chiusura della sezione, riassume la vastissima attività di Maria Corti, ricordando le sue pubblicazioni più importanti.
La terza sezione propone materiali del Centro Manoscritti, concepito da Maria Corti alla fine degli anni Sessanta e diventato oggi uno dei più importanti archivi letterari italiani del Novecento. Accanto al volume Ombre dal Fondo sono esposte carte di Italo Calvino, Carlo Emilio Gadda e Gio Ponti di cui Maria Corti parla nell'intervista realizzata nel 1997 per la trasmissione RAI I fanatici del libro. Questa intervista diventa - all'interno dell'allestimento - una sorta di video-guida ai materiali esposti, scelti tra i manoscritti e i dattiloscritti donati al Centro da poeti e scrittori come Eugenio Montale, Romano Bilenchi, Mario Luzi, Paolo Volponi e Alda Merini.
L'infografica Rapporti, basata su dati elaborati a partire dal ricchissimo epistolario conservato presso la Fondazione Maria Corti, offre un'immagine della fitta rete di relazioni nazionali e internazionali della studiosa, in grado di superare le logiche di scuola e i limiti delle singole discipline.
Il percorso della mostra è integrato da un itinerario multimediale, curato da Paolo Lipari e Federica Villa, che dialoga con i materiali cartacei esposti, sviluppando un contrappunto visivo che ne illumina e arricchisce i contenuti.
Una diffrazione della scrittura culminante nella videoinstallazione finale, Pagine vive, dedicata al celebre romanzo di Maria Corti L'ora di tutti, dove le immagini scoperte in terra d'Otranto avvicinano al pensiero creativo della scrittrice, ne fanno percepire passi e movenze, stringendo l'abbraccio tra il passato della storia e il presente della vita.
Maria Corti (1915-2002) è stata una studiosa e una scrittrice. Originale e poliedrica, è stata capace di coniugare il rigore del metodo con la passione narrativa, la filologia con la filosofia, l'insegnamento con la progettazione culturale.
Come filologa e storica della lingua italiana è stata autrice di studi fondamentali su Dante, sulla lingua del Quattrocento e su molti autori novecenteschi e ha curato l'edizione critica di testi antichi e contemporanei. È stata tra le prime a introdurre in Italia la lezione della semiologia. Co-fondatrice delle riviste Strumenti critici e Alfabeta, Maria Corti ha collaborato assiduamente alle pagine culturali dei quotidiani «Il Giorno» e «la Repubblica».
L'esordio come scrittrice risale al 1962 con L'ora di tutti, ancora oggi il suo romanzo più famoso. Ambientato alla fine del Quattrocento durante l'assedio di Otranto da parte dei turchi, L'ora di tutti è anche un omaggio al Salento, terra d'adozione del padre e scenario di ricordi d'infanzia e di giovinezza. Il ballo dei sapienti, del 1966, rielabora la ventennale esperienza di insegnamento al ginnasio e nei licei. Voci dal Nord Est (1984) è un taccuino di viaggio che prende spunto dal semestre di insegnamento alla Brown University, negli Stati Uniti. Il canto delle sirene del 1989 riflette sul tema del viaggio dantesco di Ulisse e sulla seduzione intellettuale, mentre Cantare nel buio è ambientato negli anni del Dopoguerra, tra i pendolari che si spostano tutti i giorni fra Milano e Chiari. Del 1999 è Catasto magico, dedicato ai miti siciliani sull'Etna. Nel 2001 è pubblicato Le pietre verbali che ingloba e prosegue, ambientandola nel Sessantotto, la vicenda del Ballo dei sapienti.
Del 1997 è Ombre dal fondo, un romanzo-saggio dedicato al Centro manoscritti di autori moderni e contemporanei che la Corti aveva istituito all'Università di Pavia, dove è stata docente di Storia della Lingua italiana per quasi vent'anni (dopo un biennio all'Università di Lecce). Partito con alcuni autografi di Montale e arricchitosi grazie ai legami che la Corti intratteneva personalmente con molti autori, il Centro è oggi uno dei più importanti archivi letterari italiani.
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