Antonio Fiore. Dal neofuturismo Agrà alla cosmopittura
Dal 27 Luglio 2012 al 26 Agosto 2012
Perugia
Luogo: CERP Rocca Paolina
Indirizzo: piazza Italia
Orari: da martedì a domenica 10-13/ 16-19.30
Curatori: Massimo Duranti
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 075 3681218
E-Mail info: cultura@provincia.perugia.it
Sito ufficiale: http://turismo.comune.perugia.it
Dopo i recenti successi romani con la partecipazione al Padiglione Italia della 54 Biennale di Venezia a Palazzo Venezia e con la personale da Tartaglia Arte, Antonio Fiore, definito dalla critica specialistica l’erede dei futuristi, approda a Perugia, ospitato dalla Provincia di Perugia, al CERP della Rocca Paolina, con una cospicua antologica che verrà inaugurata giovedì 26 luglio alle ore 18, per rimanere aperta fino al 26 agosto.
Per l’artista di Segni si tratta in realtà di un ritorno nel capoluogo umbro, poiché vi espose nel 1990 alla Galleria Il Sole.“Antonio Fiore dal neofuturismo AGRA’ alla cosmopittura”, curata da Massimo Duranti in collaborazione con Andrea Baffoni e Francesca Duranti, presenterà una settantina di opere, fra disegni, dipinti e sculture datate fra il 1978 e il 2012, articolate in sei aree tematiche che declinano il suo linguaggio: “Quadri messaggio di UFAGRA’ “ ; “Campi totali dello spazio”; “Fughe plastiche nello spazio”; “Foreste cosmiche segnaletiche”; “Il sacro di UFAGRA”; “Il celebrativo di UFAGRA’”. A corredo della esposizione verrà pubblicato un ampio catalogo edito da Gangemi Editore (la cui presentazione, in anteprima, è prevista per il 17 luglio p.v. alle 17,30 nella Sala Mostre e Convegni della Casa editrice di via Giulia 142, a Roma, con Carlo Fabrizio Carli e Giancarlo Carpi), con introduzione del curatore e ampi apparati biobibliografici, una inedita cronologia dell’attività dell’artista, nonché una completa antologia critica con testi – fra gli altri – di Giorgio Di Genova, Rossana Bossaglia, Giovanni Lista, fra i maggiori esperti di Futurismo, Carlo Fabrizio Carli, Gino Agnese, Gabriele Simongini, Claudio Strinati.
In occasione della inaugurazione, al CERP della Rocca Paolina, è previsto un concerto durante il quale sarà possibile ascoltare brani tratti dall’intrigante repertorio della musica futurista, rivista e corretta dai Legio Felix (Umberto Ugoberti, fisarmonica, Maria Fiorelli, voce, Andrea Agostini, clarinetto, con l’ausilio elettronico di Federico Ortica).
Antonio Fiore, nato a Segni nel 1938, studi universitari di economia alla Sapienza di Roma interrotti per una precoce, brillante carriera dirigenziale in aziende come ENEA, Gepi, Klopman, collezionista pignolo che con gli artisti voleva un rapporto diretto, non solo commerciale, dal 1978 comprende che poteva anche lui avere qualcosa da esprimere in fatto di arte e, stimolato da Sante Monachesi, noto pittore con un passato da futurista, fondatore nel 1962 del movimento neofuturista AGRA’, si mette a dipingere avviando il discorso dei “Quadri messaggio AGRA’ “ usando anche la tecnica del collage. Da allora, coniuga la ricerca artistica con l’attività manageriale, continuando ad avere rapporti con altri personaggi del mondo dell’arte come le sorelle Luce ed Elica Balla, figlie di Giacomo Balla, il grande protagonista del Futurismo, o come Francesco Cangiullo, futurista parolibero napoletano molto caro a Marinetti.
Comincia ad esporre in numerose città italiane e all’estero, ottenendo sempre successo col suo linguaggio di forme fiammiformi dinamiche e variopinte con le quali compone palinsesti fantastici ambientati nel sidereo, che all’inizio, con i quadri-messaggio, contengono brevi frasi, esclamazioni; quelle che i futuristi definivano “parolibere”, messaggi che presto spariscono per lasciare il campo unicamente al colore, pieno e piatto delle sue lingue che si attorcigliano e svettano verso dimensioni ignote. La prima personale è del 1980 alla Galleria “La Gatta” di Colleferro. Fiore si firma Ufagrà (Universo Fiore AGRA’), così battezzato artisticamente da Monachesi che lo presenta in catalogo.
Si susseguono le mostre nelle principali città italiane e all’estero e di lui comincia ad interessarsi la critica più qualificata, in particolare quella che si occupa dello studio e dell’approfondimento del Futurismo. E negli anni Ottanta, oltre a Monachesi, c’erano anche altri artisti che il Futurismo lo avevano vissuto in prima persona, seppure nella sua estrema stagione, e allora Fiore non poteva non avere con loro un rapporto. Fra questi Enzo Benedetto che nel 1967, convinto della continuità del Movimento marinettiano, aveva lanciato la “ Dichiarazione Futurismo Oggi” e un’omonima rivista e che raccolse inizialmente intorno al suo discorso futuristi come Gerardo Dottori, Tullio Crali, Alessandro Bruschetti, Osvaldo Peruzzi, Mino Delle Site ed altri.
Nel 1989 inizia un fecondo rapporto con lo storico dell’arte Giorgio Di Genova che segue tutt’ora l’artista, il quale gli cura una importante antologica nel Complesso Monumentale di San Michele a Ripa. E’ la stagione della “pittura a campo totale”.Verso la metà degli anni Novanta, l’artista sperimenta nuove forme da dare all’opera; nascono così i legni sagomati, dove i suoi motivi acquistano tridimensionalità, le “tempeste e le foreste cosmiche”. Nel frattempo agli esegeti di Fiore si sono aggiunti Rossana Bossaglia e Franca Calzavacca e poi Carlo Fabrizio Carli. La sua pittura si arricchisce di elementi polimaterici come l’acciaio che, oltretutto, riflette ed amplifica le forme di chi guarda il quadro. Del 2005 è un’altra mostra fondamentale dell’artista, al Vittoriano di Roma presentato da Claudio Strinati, Giorgio Di Genova e Rossana Bossaglia, come del resto quella del 2008 al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma, con testo di Gabriele Simongini e quella del 2009 alla Galleria Vittoria di Roma, in occasione delle celebrazioni del Centenario del Futurismo, con testo di Giorgio Di Genova. L’anno passato ha esposto da Tartaglia Arte di Roma presentato da un lungo testo di Giovanni Lista, il noto storico del Futurismo che, per la prima volta, si interessa di Fiore. Lo stesso anno Sgarbi invita l’artista di Segni a Palazzo Venezia di Roma per la sezione laziale del Padiglione Italia della 54 a Biennale di Venezia.
Per l’artista di Segni si tratta in realtà di un ritorno nel capoluogo umbro, poiché vi espose nel 1990 alla Galleria Il Sole.“Antonio Fiore dal neofuturismo AGRA’ alla cosmopittura”, curata da Massimo Duranti in collaborazione con Andrea Baffoni e Francesca Duranti, presenterà una settantina di opere, fra disegni, dipinti e sculture datate fra il 1978 e il 2012, articolate in sei aree tematiche che declinano il suo linguaggio: “Quadri messaggio di UFAGRA’ “ ; “Campi totali dello spazio”; “Fughe plastiche nello spazio”; “Foreste cosmiche segnaletiche”; “Il sacro di UFAGRA”; “Il celebrativo di UFAGRA’”. A corredo della esposizione verrà pubblicato un ampio catalogo edito da Gangemi Editore (la cui presentazione, in anteprima, è prevista per il 17 luglio p.v. alle 17,30 nella Sala Mostre e Convegni della Casa editrice di via Giulia 142, a Roma, con Carlo Fabrizio Carli e Giancarlo Carpi), con introduzione del curatore e ampi apparati biobibliografici, una inedita cronologia dell’attività dell’artista, nonché una completa antologia critica con testi – fra gli altri – di Giorgio Di Genova, Rossana Bossaglia, Giovanni Lista, fra i maggiori esperti di Futurismo, Carlo Fabrizio Carli, Gino Agnese, Gabriele Simongini, Claudio Strinati.
In occasione della inaugurazione, al CERP della Rocca Paolina, è previsto un concerto durante il quale sarà possibile ascoltare brani tratti dall’intrigante repertorio della musica futurista, rivista e corretta dai Legio Felix (Umberto Ugoberti, fisarmonica, Maria Fiorelli, voce, Andrea Agostini, clarinetto, con l’ausilio elettronico di Federico Ortica).
Antonio Fiore, nato a Segni nel 1938, studi universitari di economia alla Sapienza di Roma interrotti per una precoce, brillante carriera dirigenziale in aziende come ENEA, Gepi, Klopman, collezionista pignolo che con gli artisti voleva un rapporto diretto, non solo commerciale, dal 1978 comprende che poteva anche lui avere qualcosa da esprimere in fatto di arte e, stimolato da Sante Monachesi, noto pittore con un passato da futurista, fondatore nel 1962 del movimento neofuturista AGRA’, si mette a dipingere avviando il discorso dei “Quadri messaggio AGRA’ “ usando anche la tecnica del collage. Da allora, coniuga la ricerca artistica con l’attività manageriale, continuando ad avere rapporti con altri personaggi del mondo dell’arte come le sorelle Luce ed Elica Balla, figlie di Giacomo Balla, il grande protagonista del Futurismo, o come Francesco Cangiullo, futurista parolibero napoletano molto caro a Marinetti.
Comincia ad esporre in numerose città italiane e all’estero, ottenendo sempre successo col suo linguaggio di forme fiammiformi dinamiche e variopinte con le quali compone palinsesti fantastici ambientati nel sidereo, che all’inizio, con i quadri-messaggio, contengono brevi frasi, esclamazioni; quelle che i futuristi definivano “parolibere”, messaggi che presto spariscono per lasciare il campo unicamente al colore, pieno e piatto delle sue lingue che si attorcigliano e svettano verso dimensioni ignote. La prima personale è del 1980 alla Galleria “La Gatta” di Colleferro. Fiore si firma Ufagrà (Universo Fiore AGRA’), così battezzato artisticamente da Monachesi che lo presenta in catalogo.
Si susseguono le mostre nelle principali città italiane e all’estero e di lui comincia ad interessarsi la critica più qualificata, in particolare quella che si occupa dello studio e dell’approfondimento del Futurismo. E negli anni Ottanta, oltre a Monachesi, c’erano anche altri artisti che il Futurismo lo avevano vissuto in prima persona, seppure nella sua estrema stagione, e allora Fiore non poteva non avere con loro un rapporto. Fra questi Enzo Benedetto che nel 1967, convinto della continuità del Movimento marinettiano, aveva lanciato la “ Dichiarazione Futurismo Oggi” e un’omonima rivista e che raccolse inizialmente intorno al suo discorso futuristi come Gerardo Dottori, Tullio Crali, Alessandro Bruschetti, Osvaldo Peruzzi, Mino Delle Site ed altri.
Nel 1989 inizia un fecondo rapporto con lo storico dell’arte Giorgio Di Genova che segue tutt’ora l’artista, il quale gli cura una importante antologica nel Complesso Monumentale di San Michele a Ripa. E’ la stagione della “pittura a campo totale”.Verso la metà degli anni Novanta, l’artista sperimenta nuove forme da dare all’opera; nascono così i legni sagomati, dove i suoi motivi acquistano tridimensionalità, le “tempeste e le foreste cosmiche”. Nel frattempo agli esegeti di Fiore si sono aggiunti Rossana Bossaglia e Franca Calzavacca e poi Carlo Fabrizio Carli. La sua pittura si arricchisce di elementi polimaterici come l’acciaio che, oltretutto, riflette ed amplifica le forme di chi guarda il quadro. Del 2005 è un’altra mostra fondamentale dell’artista, al Vittoriano di Roma presentato da Claudio Strinati, Giorgio Di Genova e Rossana Bossaglia, come del resto quella del 2008 al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma, con testo di Gabriele Simongini e quella del 2009 alla Galleria Vittoria di Roma, in occasione delle celebrazioni del Centenario del Futurismo, con testo di Giorgio Di Genova. L’anno passato ha esposto da Tartaglia Arte di Roma presentato da un lungo testo di Giovanni Lista, il noto storico del Futurismo che, per la prima volta, si interessa di Fiore. Lo stesso anno Sgarbi invita l’artista di Segni a Palazzo Venezia di Roma per la sezione laziale del Padiglione Italia della 54 a Biennale di Venezia.
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