Dall’Ecclettismo di Mario Urbani al Razionalismo di Celio Francioni. L'architettura a Pesaro attraverso il XX Secolo
Dal 16 Dicembre 2012 al 13 Gennaio 2013
Pesaro | Pesaro e Urbino
Luogo: Fondazione Pescheria Centro Arti Visive
Indirizzo: corso XI Settembre 184
Orari: 10-12.30/ 16.30-20
Curatori: Roberta Martufi
Telefono per informazioni: +39 0721 387651
E-Mail info: centroartivisive@comune.pesaro.pu.it
Sito ufficiale: http://www.centroartivisivepescheria.it
Fondazione Pescheria in collaborazione con l’Archivio di Stato di Pesaro e con il patrocinio del Comune di Pennabilli, presenta per il periodo natalizio una mostra dal titolo “Dall’Ecclettismo di Mario Urbani al Razionalismo di Celio Francioni. L’Architettura a Pesaro attraverso il XX Secolo”, a cura di Roberta Martufi.
La mostra è dedicata a due personalità di grande spessore umano e professionale: gli architetti Mario Urbani e Celio Francioni.
Continua il percorso di Fondazione Pescheria sulla valorizzazione del territorio, attraverso le mostre sulle collezioni private pesaresi (Giuliani, Bertozzini, Montesi) e i fotografi chiamati ad interpretare la città come Annalisa Sonzogni, Irene Kung e Lorenzo di Loreto.
La mostra rappresenta un progetto articolato che intende rispecchiare il più possibile la qualità che ha caratterizzato l'attività professionale del Professor Urbani e dell'Architetto Francioni.
Il progetto è stato sviluppato con la partecipazione di più soggetti, figure fondamentali che insieme alla curatrice, l’architetto Roberta Martufi, hanno lavorato per presentare al meglio le opere e l’operato degli architetti, tra questi gli allievi ed i professori del Liceo Artistico F. Mengaroni, la professoressa Grazia Calegari, l’architetto Giorgio Roberti, l’ingegnere Gastone Primari, l’architetto Gianni Lamedica, le fotografie sono state realizzate dall.'Arch. Marzia Di Fazio e da Marcello Sparaventi.
Chi abbia avuto la fortuna di conoscere l’architetto Celio Francioni (Pennabilli, 1928- Pesaro 2002), anche per un solo attimo, non può non essere stato colpito dal suo sguardo curioso e attento, dai suoi modi discreti e silenziosi e dalla sua intelligente ironia: il suo fare architettura, ha rispecchiato coerentemente, per più di quarant’anni, i valori in cui credeva, coniugando una profonda spiritualità con gli insegnamenti dei “maestri” del movimento moderno. L’archivio Francioni, riconosciuto di valore storico, è depositato presso l’archivio di Stato di Pesaro.
Il nucleo centrale dell’esposizione è costituito da alcuni progetti scelti fra quelli che lo stesso Francioni, aveva accuratamente schedato ritenendoli fra i più significativi.
I progetti scelti permettono di attraversare tutti gli ambiti storici e tematici dell’attività professionale: dal dopoguerra ad oggi, dall’housing sociale agli istituti bancari. L'architetto Francioni non si è quasi mai occupato di piani urbanistici in senso stretto ma forse, più di quanto non abbiano fatto tanti urbanisti, ha lasciato un segno indelebile nel tessuto della città: il rapporto fra progetto e contesto urbano era fondamentale per la buona riuscita del suo lavoro. Infine una sezione della mostra è stata dedicata alla collaborazione con la rivista "Costruire", su cui sono stati pubblicati diversi lavori dell’architetto.
Il secondo protagonista di questa mostra è Mario Urbani (Roma 1885 - Pesaro 1961): l’idea di realizzare una mostra sull’architetto Mario Urbani, nasce dalla volontà di far conoscere uno dei personaggi più interessanti ed eclettici che la città di Pesaro ha ospitato nella prima metà del XX secolo.
Urbani, diplomato nel 1909 presso il Corso Superiore di Architettura dell’Accademia di Belle Arti di Roma, coniugò sempre la sua attività professionale con quella di docente e, dopo aver insegnato in diversi Istituti d’Arte Italiani, giunse a Pesaro nel 1922 come direttore del nascente Istituto d’Arte.
Urbani fu artista a tutto tondo: non progettava l’edificio solo nel suo involucro architettonico, ma si preoccupava anche dell’apparato decorativo, degli arredi, degli utensili di uso quotidiano.
La mostra si pone come scopo quello di evidenziare le molteplici sfaccettature di questa fervida attività esponendo materiali molto diversificati e rappresentativi delle singole “arti” a cui Urbani si è applicato.
La mostra è articolata secondo delle linee guida ben definite: la formazione culturale romana e i suoi maestri (Sartorio, Pio Piacentini, Bazzani ed altri) con cui collaborò per importanti progetti quali il fregio pittorico della Sala del Parlamento a Montecitorio (Sartorio 1910-11), il Ministero di Grazie e Giustizia (Piacentini, 1913), la Galleria d’Arte Moderna (Bazzani, 1911), il Ministero della Pubblica Istruzione in viale Trastevere (Bazzani, 1928); l’attività professionale per committenti privati e pubblici quali i villini, gli arredi per studi professionali, la Sala dell’Amministrazione Provinciale di Pesaro, la Cappella dei Caduti di Sant’Ubaldo, il soffitto del Salone Metaurense, il Ponte sul Metauro.
Grazie alla disponibilità della Famiglia Urbani, che conserva tutto il materiale dell'architetto, è stato possibile ricostruire utilizzando arredi, quadri e oggetti privati, lo spazio in cui Mario Urbani viveva e progettava.
La mostra è dedicata a due personalità di grande spessore umano e professionale: gli architetti Mario Urbani e Celio Francioni.
Continua il percorso di Fondazione Pescheria sulla valorizzazione del territorio, attraverso le mostre sulle collezioni private pesaresi (Giuliani, Bertozzini, Montesi) e i fotografi chiamati ad interpretare la città come Annalisa Sonzogni, Irene Kung e Lorenzo di Loreto.
La mostra rappresenta un progetto articolato che intende rispecchiare il più possibile la qualità che ha caratterizzato l'attività professionale del Professor Urbani e dell'Architetto Francioni.
Il progetto è stato sviluppato con la partecipazione di più soggetti, figure fondamentali che insieme alla curatrice, l’architetto Roberta Martufi, hanno lavorato per presentare al meglio le opere e l’operato degli architetti, tra questi gli allievi ed i professori del Liceo Artistico F. Mengaroni, la professoressa Grazia Calegari, l’architetto Giorgio Roberti, l’ingegnere Gastone Primari, l’architetto Gianni Lamedica, le fotografie sono state realizzate dall.'Arch. Marzia Di Fazio e da Marcello Sparaventi.
Chi abbia avuto la fortuna di conoscere l’architetto Celio Francioni (Pennabilli, 1928- Pesaro 2002), anche per un solo attimo, non può non essere stato colpito dal suo sguardo curioso e attento, dai suoi modi discreti e silenziosi e dalla sua intelligente ironia: il suo fare architettura, ha rispecchiato coerentemente, per più di quarant’anni, i valori in cui credeva, coniugando una profonda spiritualità con gli insegnamenti dei “maestri” del movimento moderno. L’archivio Francioni, riconosciuto di valore storico, è depositato presso l’archivio di Stato di Pesaro.
Il nucleo centrale dell’esposizione è costituito da alcuni progetti scelti fra quelli che lo stesso Francioni, aveva accuratamente schedato ritenendoli fra i più significativi.
I progetti scelti permettono di attraversare tutti gli ambiti storici e tematici dell’attività professionale: dal dopoguerra ad oggi, dall’housing sociale agli istituti bancari. L'architetto Francioni non si è quasi mai occupato di piani urbanistici in senso stretto ma forse, più di quanto non abbiano fatto tanti urbanisti, ha lasciato un segno indelebile nel tessuto della città: il rapporto fra progetto e contesto urbano era fondamentale per la buona riuscita del suo lavoro. Infine una sezione della mostra è stata dedicata alla collaborazione con la rivista "Costruire", su cui sono stati pubblicati diversi lavori dell’architetto.
Il secondo protagonista di questa mostra è Mario Urbani (Roma 1885 - Pesaro 1961): l’idea di realizzare una mostra sull’architetto Mario Urbani, nasce dalla volontà di far conoscere uno dei personaggi più interessanti ed eclettici che la città di Pesaro ha ospitato nella prima metà del XX secolo.
Urbani, diplomato nel 1909 presso il Corso Superiore di Architettura dell’Accademia di Belle Arti di Roma, coniugò sempre la sua attività professionale con quella di docente e, dopo aver insegnato in diversi Istituti d’Arte Italiani, giunse a Pesaro nel 1922 come direttore del nascente Istituto d’Arte.
Urbani fu artista a tutto tondo: non progettava l’edificio solo nel suo involucro architettonico, ma si preoccupava anche dell’apparato decorativo, degli arredi, degli utensili di uso quotidiano.
La mostra si pone come scopo quello di evidenziare le molteplici sfaccettature di questa fervida attività esponendo materiali molto diversificati e rappresentativi delle singole “arti” a cui Urbani si è applicato.
La mostra è articolata secondo delle linee guida ben definite: la formazione culturale romana e i suoi maestri (Sartorio, Pio Piacentini, Bazzani ed altri) con cui collaborò per importanti progetti quali il fregio pittorico della Sala del Parlamento a Montecitorio (Sartorio 1910-11), il Ministero di Grazie e Giustizia (Piacentini, 1913), la Galleria d’Arte Moderna (Bazzani, 1911), il Ministero della Pubblica Istruzione in viale Trastevere (Bazzani, 1928); l’attività professionale per committenti privati e pubblici quali i villini, gli arredi per studi professionali, la Sala dell’Amministrazione Provinciale di Pesaro, la Cappella dei Caduti di Sant’Ubaldo, il soffitto del Salone Metaurense, il Ponte sul Metauro.
Grazie alla disponibilità della Famiglia Urbani, che conserva tutto il materiale dell'architetto, è stato possibile ricostruire utilizzando arredi, quadri e oggetti privati, lo spazio in cui Mario Urbani viveva e progettava.
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