Pasquale De Antonis. La fotografia di moda

Galleria Borghese, vestito Balzani, 1947

 

Dal 03 Luglio 2015 al 31 Ottobre 2015

Pesaro | Pesaro e Urbino

Luogo: Palazzo Mosca

Indirizzo: piazza Toschi Mosca 29

Enti promotori:

  • Comune di Pesaro - Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo
  • Regione Marche
  • Provincia di Pesaro e Urbino

Costo del biglietto: biglietto unico Pesaro Musei: intero € 9, ridotto € 7,50, gratuito da 0 a 19 anni, Possessori Card Pesaro Cult € 5

Telefono per informazioni: +39 0721 387541

E-Mail info: pesaro@sistemamuseo.it

Sito ufficiale: http://www.pesaromusei.it/


Per l’estate i Musei Civici di Palazzo Mosca aprono alla fotografia, forma d'arte fortemente contemporanea, capace di parlare ad un ampio pubblico, e dal 3 luglio al 31 ottobre 2015 ospitano la mostra Pasquale De Antonis. La fotografia di moda150 immagini dedicate alla bellezza che offrono un taglio inedito nel rimarcare la valenza artistica e il ruolo fondamentale del celebre fotografo italiano nel fashion system degli ultimi settant’anni.

La mostra è organizzata dal Comune di Pesaro – Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo, con il patrocinio di Regione Marche e Provincia di Pesaro e Urbino ed è in collaborazione con l’Hotel Excelsior, che ospita al suo interno una selezione di raffinati ritratti del maestro.

Il progetto nasce grazie al prezioso consiglio di Anna Maria Miele - mecenate dei Musei Civici con l’importante collezione raccolta insieme al marito Adalberto Vinciguerra - che ha portato all’incontro con Riccardo De Antonis, appassionato custode del lavoro del padre, a cui si deve la curatela della mostra, ideata da Giorgio Bramante Donini.

Si inaugura a Palazzo Mosca con la Notte Rosavenerdì 3 luglio, con apertura alla città dalle 16.30 alle 3 di notte (ingresso libero con Card Pesaro Cult), in tema con la festa che racconta la Riviera come luogo di incontro e ospitalità, all’insegna della gentilezza, delle relazioni e dei sentimenti, 

Un percorso con foto straordinarie che regalano uno sguardo sulla figura femminile, nobilitata attraverso la visione di un artista d’eccellenza, destinato a raccontare con estrema eleganza i primi passi della case di moda nel dopoguerra, in un momento di eccezionale rinascita stilistica ed imprenditoriale del nostro paese.

Arrivato a Roma dall'Abruzzo nel 1939, Pasquale De Antonis (Teramo 1908 – Roma 2001), oltre a lavorare come fotografo di scena - conoscerà registi come Visconti, Strehler, Squarzina e Zeffirelli - firma numerosi servizi per le sartorie emergenti. Le sue fotografie nascono dalla volontà di riunire due icone che caratterizzano l’identità italiana: la moda e i celebri monumenti a cielo aperto di Roma, palcoscenico dal fascino eterno; le rovine antiche e la modella in posa in un dialogo espressivo di assoluta bellezza.

Come Cecil Beaton, grande fotografo britannico che odiava le dive ma nello stesso tempo ne catturava le sfumature più profonde, De Antonis ci mostra una donna che non è mai banale ne sexy e piuttosto fa emergere i valori della sua intelligenza. Foto con una regia meticolosa intrisa di sapienza formale e che ben rivelano la conoscenza del cinema, del teatro e delle altre forme espressive.

Dietro le sue foto, ci sono inoltre le relazioni che fecero crescere il talento di De Antonis; come la collaborazione e l'amicizia con Irene Brin, giornalista che lo convinse ad intraprendere la carriera di fotografo e che era la proprietaria della famosa Galleria Obelisco, in via Sistina 146, cenacolo di artisti tra cui Renzo Vespignani.

La mostra racconta i momenti più importanti del “fotografo di dive, dee, di mostri sacri”, come lo definì il poeta Leonardo Sinisgalli, in grado di catturare l’essenza della moda italiana.

Le foto con Irene Brin alla Galleria Obelisco dove posava eccezionalmente come modella per un servizio fotografico sulla rivista Bellezza di cui era la stylist. Le immagini di atmosfera fatata, fatta di tramonti, di rovine, di basiliche, di musei, di gallerie d’arte che dialogano con gli abiti. Tra cui il noto servizio scattato nel 1947 alla Galleria Borghese, dove Paolina di Canova indossa una candida e vaporosa cappa di volpe bianca di Balzani. 

E ancora, i celebri servizi all’interno degli atelier di moda romana. Con Cinecittà era nata la Hollywood sul Tevere e De Antonis attraverso il suo obiettivo crea una nuova immagine delle dive. Ester Williams si vestiva da Capucci; Anna Magnani e Ingrid Bergman erano affezionate di Fernanda Gattinoni; Donna Simonetta Colonna di Cesarò che, insieme a Carosa e a Galitzine, faceva parte della schiera delle cosiddette “nobildonne della moda italiana”, vestiva Lauren Bacall e Merle Oberon. Tra gli scatti celebri quelli con la Mangano e la Lollobrigida, effettuati negli atelier delle incontrastate sorelle Fontana, di Emilio Schubert, di Simonetta e Alberto Fabiani.

Fino alla stagione conclusiva della fotografia di moda che termina nel 1969, alla scomparsa di Irene Brin. Gli scatti dedicati alla sfilata-performance alla Galleria Gavina, in occasione della prima romana del film di Stanley Kubrick 2001 Odissea nello spazio, dove si vede l’avveniristica linea Alluminio di Germana Marucelli, raccontano l’ultima collaborazione De Antonis/Brin nel dicembre del ’68.

Una sezione particolare è dedicata ai ritratti, con quel suo richiamare idealmente la grande tradizione della pittura italiana, del rinascimento e soprattutto del barocco. Segno evidente sin dagli anni trenta quando De Antonis è a Bologna per studiare all’Accademia di belle arti.
Lo si ritrova in diverse fotografie di moda, ma altresì in un’immagine del 1941, Mani di donna con un bocciolo di rosa, e nel ritratto di una signora romana eseguito nel 1947 che nel rigore dell’inquadratura e della luce, tiene fra le bellissime mani, messe bene in evidenza, un angioletto.

De Antonis non è tuttavia un pittorialista bensì in tutto e per tutto dentro la fotografia, un fotografo tout-court. Un autore che grazie alla sua grandissima padronanza tecnica e alla sua sensibilità, può con spirito divertito permettersi citazioni dell’universo pittorico.

La mostra è corredata da un catalogo a cura di Marco Smacchia e Giorgio Bramante Donini, con testi di Sofia Gnoli e Diego Mormorio.

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