Caterina De Nicola

Caterina De Nicola, Spazio He5 - Palazzo Ferrini, Pescara
Dal 30 Marzo 2013 al 12 Aprile 2013
Pescara
Luogo: Spazio He5 - Palazzo Ferrini
Indirizzo: via Falcone e Borsellino 38
Orari: da lunedì a venerdì 9-13/ 16-20 o su appuntamento
Curatori: Ivan D’Alberto
Telefono per informazioni: +39 085 6921072
E-Mail info: info@he5.it
Sito ufficiale: http://www.he5.it
Il terzo appuntamento presso lo spazio espositivo He5 di Pescara, coordinato dal MAAAC di Nocciano, vede come protagonista la giovane artista Caterina De Nicola. Classe 1991, diplomata qualche anno fa presso il Liceo Artistico “Misticoni” di Pescara, attualmente studentessa presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, con Maree (è titolo della mostra) si affaccia ufficialmente nel “complicato” mondo dell’arte contemporanea. L’evento espositivo, infatti, rappresenta per Caterina la prima grande occasione (anche se in passato ha già partecipato a collettive) per far conoscere al pubblico quella che è la sua raffinata ricerca artistica. Ad He5 presenterà una serie di lavori (foto, video, installazioni) incentrati sul tema della “respirazione” intesa come atto primigenio (ed arcaico) di legame con l'acqua, dove la stessa azione del respirare analizzata ed esasperata si tramuta in uno spasmodico e rarefatto affanno.
L’atto della “respirazione” con la sua funzione nodale ed essenziale per preservarsi e galleggiare si tramuta in un meccanismo pneumatico estroflesso dal corpo, in un'articolazione riflessiva che giustappone più elementi apparentemente distanti in una ciclica interrogazione: corpo mare, esterno interno, carne macchina, rumore respiro. La pelle traspare come un contenitore il cui interno si manifesta all'esterno e, attraverso il suono, torna carne organica assumendo una condizione ambientale nomade, in continua ricerca del genius loci, e ritrovata dallo stesso in una continua attrazione indissolubile. Da questa unione inscindibile nasce il lavoro che l’artista denomina Legami: rievocazione di un culto rimosso, un rito ancestrale che cerca di ricordare un'originaria tradizione, secondo la quale antichi maestri artigiani, dopo aver realizzato icone sacre in materiali lignei, le riponevano in luoghi vigorosi per farle ambientare ed impregnare delle essenze del posto; legami in balia di forze incessanti, nel punto in cui si incontrano mareggiate e correnti di un fiume in piena. Altro elemento che appare nei lavori in mostra è il manifestarsi di un'assenza come interruzione di un ciclo, facendo affiorare un elemento, il sale, frutto dell'estinzione di moto delle maree, dalla valenza ambigua, come se fosse il dolce frutto dell'ultima mareggiata. Il sale diventa monito di un'assenza, elemento inalterabile e incorruttibile che simboleggia l'invarianza e la permanenza ma, allo stesso tempo, nel più antico e rituale dei suoi utilizzi, la salatura, cha accompagna lentamente ciò con cui è messo a contatto verso una lenta arsura, preservandolo e custodendolo, avvizzendolo e interrompendone la funzione vitale.
La mostra curata da Ivan D’Alberto, direttore del MAAAC, sarà inaugurata venerdì 29 marzo alle ore 19 e saranno presenti oltre all’artista anche la co-autrice dell’operazione culturale, Sibilla Panerai e i membri dello Studio Architettura Ingegneria He5: Antonio Cipriani, Giampaolo Dattoli, Fabrizio Basciani, Andrea Ferrara, Maurizio Probi. L’esposizione resterà aperta fino al 12 aprile 2013.
L’atto della “respirazione” con la sua funzione nodale ed essenziale per preservarsi e galleggiare si tramuta in un meccanismo pneumatico estroflesso dal corpo, in un'articolazione riflessiva che giustappone più elementi apparentemente distanti in una ciclica interrogazione: corpo mare, esterno interno, carne macchina, rumore respiro. La pelle traspare come un contenitore il cui interno si manifesta all'esterno e, attraverso il suono, torna carne organica assumendo una condizione ambientale nomade, in continua ricerca del genius loci, e ritrovata dallo stesso in una continua attrazione indissolubile. Da questa unione inscindibile nasce il lavoro che l’artista denomina Legami: rievocazione di un culto rimosso, un rito ancestrale che cerca di ricordare un'originaria tradizione, secondo la quale antichi maestri artigiani, dopo aver realizzato icone sacre in materiali lignei, le riponevano in luoghi vigorosi per farle ambientare ed impregnare delle essenze del posto; legami in balia di forze incessanti, nel punto in cui si incontrano mareggiate e correnti di un fiume in piena. Altro elemento che appare nei lavori in mostra è il manifestarsi di un'assenza come interruzione di un ciclo, facendo affiorare un elemento, il sale, frutto dell'estinzione di moto delle maree, dalla valenza ambigua, come se fosse il dolce frutto dell'ultima mareggiata. Il sale diventa monito di un'assenza, elemento inalterabile e incorruttibile che simboleggia l'invarianza e la permanenza ma, allo stesso tempo, nel più antico e rituale dei suoi utilizzi, la salatura, cha accompagna lentamente ciò con cui è messo a contatto verso una lenta arsura, preservandolo e custodendolo, avvizzendolo e interrompendone la funzione vitale.
La mostra curata da Ivan D’Alberto, direttore del MAAAC, sarà inaugurata venerdì 29 marzo alle ore 19 e saranno presenti oltre all’artista anche la co-autrice dell’operazione culturale, Sibilla Panerai e i membri dello Studio Architettura Ingegneria He5: Antonio Cipriani, Giampaolo Dattoli, Fabrizio Basciani, Andrea Ferrara, Maurizio Probi. L’esposizione resterà aperta fino al 12 aprile 2013.
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