De Visu. Medardo Rosso | Angelo Garoglio
Dal 15 Novembre 2014 al 25 Gennaio 2015
Piacenza
Luogo: Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi
Indirizzo: via S.Siro 13
Curatori: Francesca Bacci
Enti promotori:
- Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi
Telefono per informazioni: +39 0523 320742
E-Mail info: info@riccioddi.it
Sito ufficiale: http://www.riccioddi.it
Le sculture di Medardo Rosso sono tra le presenze più forti all’interno della collezione del Museo Ricci-Oddi. Giuseppe Ricci Oddi conobbe personalmente Medardo Rosso, come testimoniano la fitta corrispondenza intercorsa fra i due fra il 1926 e il 1927 e le opere esposte nella collezione permanente della Galleria Ecce puer (cera su gesso, 1906), Madame Noblet (gesso, 1897).
Le sculture di Rosso, infatti, solo apparentemente “non finite”, vibrano e si animano attraverso il chiaroscuro, la luce e le ombre. La materia monocroma funge da mero supporto per “gli scherzi di luce”, quegli effimeri colori caldi e freddi nei quali l'immagine non è tanto impressa e descritta, quanto evocata e suggerita.
Frutto di un lavoro rarefatto e prezioso, già i contemporanei colsero il carattere innovativo e la forza dirompente di queste sculture, capaci di sovvertire le regole tradizionali di quest’arte - materia, forma, volume - per concentrarsi sulla luce, le ombre, i chiaroscuri. Rosso ritenne, con il coraggio dei rivoluzionari, che queste sculture fossero nate per essere considerate da un punto di vista unico, quasi oggetti bidimensionali, analoghi alla fotografia, che l’artista stesso praticò con esiti e sperimentazioni ante-litteram, e che la contemporaneità riutilizza oggi per capire fino in fondo queste opere al di là del tempo.
A partire dall’amicizia fra il mecenate piacentino e lo scultore, nasce il progetto DE VISU Medardo Rosso|Angelo Garoglio. Dopo l'esposizione Disegni di luce alla Galleria d'Arte Moderna di Milano nel 2008 e la mostra Disegni di luce a Ca' Pesaro a Venezia nel 2012, questo terzo appuntamento con lo sguardo di Angelo Garoglio intende completare quella lettura, tramite il confronto del fotografo torinese con l’Ecce puer piacentino. Compito non facile, questo, perché riscoprire il “punto di vista unico”, l’angolo di osservazione perfetto da cui tutto si ricompone in un palpito di vita che rianima la materia decretandone l’immortalità è un lavoro archeologico, di grande precisione, cultura e riflessione.
La mostra DE VISU Medardo Rosso|Angelo Garoglio vuole dunque porre la riflessione sulla poetica e sulle intuizioni rivoluzionarie di Rosso. Si costringe lo spettatore, posto di fronte a sequenze che cristallizzano e rivelano uno stesso soggetto da punti vista ben precisi, che esaltano e a volte forzano quelli originariamente perseguiti da Rosso, a vedere l'opera dell'artista nella sua luce, per giungere a comprenderla e interpretarla al di là di uno sguardo superficiale.
Angelo Garoglio ha già felicemente condotto questa operazione sulla versione di Ecce puer e su Enfant malade, della collezione GAM di Milano, e su Ecce puer e Madame X di Ca' Pesaro a Venezia. A quegli scatti si aggiungeranno ora quelli dedicati all'Ecce puer della Ricci Oddi, perché da dietro la lente non passi solo uno sguardo, ma una modalità di relazione che si consolida in un rapporto silenzioso con le opere.
A corredo del percorso espositivo, alcuni documenti dell’epoca forniranno l’indispensabile contesto storico ai lavori in mostra, per avvicinare il pubblico a un artista la cui opera continua, ad oltre un secolo di distanza, a comunicare la sua forza nel presente.
Le sculture di Rosso, infatti, solo apparentemente “non finite”, vibrano e si animano attraverso il chiaroscuro, la luce e le ombre. La materia monocroma funge da mero supporto per “gli scherzi di luce”, quegli effimeri colori caldi e freddi nei quali l'immagine non è tanto impressa e descritta, quanto evocata e suggerita.
Frutto di un lavoro rarefatto e prezioso, già i contemporanei colsero il carattere innovativo e la forza dirompente di queste sculture, capaci di sovvertire le regole tradizionali di quest’arte - materia, forma, volume - per concentrarsi sulla luce, le ombre, i chiaroscuri. Rosso ritenne, con il coraggio dei rivoluzionari, che queste sculture fossero nate per essere considerate da un punto di vista unico, quasi oggetti bidimensionali, analoghi alla fotografia, che l’artista stesso praticò con esiti e sperimentazioni ante-litteram, e che la contemporaneità riutilizza oggi per capire fino in fondo queste opere al di là del tempo.
A partire dall’amicizia fra il mecenate piacentino e lo scultore, nasce il progetto DE VISU Medardo Rosso|Angelo Garoglio. Dopo l'esposizione Disegni di luce alla Galleria d'Arte Moderna di Milano nel 2008 e la mostra Disegni di luce a Ca' Pesaro a Venezia nel 2012, questo terzo appuntamento con lo sguardo di Angelo Garoglio intende completare quella lettura, tramite il confronto del fotografo torinese con l’Ecce puer piacentino. Compito non facile, questo, perché riscoprire il “punto di vista unico”, l’angolo di osservazione perfetto da cui tutto si ricompone in un palpito di vita che rianima la materia decretandone l’immortalità è un lavoro archeologico, di grande precisione, cultura e riflessione.
La mostra DE VISU Medardo Rosso|Angelo Garoglio vuole dunque porre la riflessione sulla poetica e sulle intuizioni rivoluzionarie di Rosso. Si costringe lo spettatore, posto di fronte a sequenze che cristallizzano e rivelano uno stesso soggetto da punti vista ben precisi, che esaltano e a volte forzano quelli originariamente perseguiti da Rosso, a vedere l'opera dell'artista nella sua luce, per giungere a comprenderla e interpretarla al di là di uno sguardo superficiale.
Angelo Garoglio ha già felicemente condotto questa operazione sulla versione di Ecce puer e su Enfant malade, della collezione GAM di Milano, e su Ecce puer e Madame X di Ca' Pesaro a Venezia. A quegli scatti si aggiungeranno ora quelli dedicati all'Ecce puer della Ricci Oddi, perché da dietro la lente non passi solo uno sguardo, ma una modalità di relazione che si consolida in un rapporto silenzioso con le opere.
A corredo del percorso espositivo, alcuni documenti dell’epoca forniranno l’indispensabile contesto storico ai lavori in mostra, per avvicinare il pubblico a un artista la cui opera continua, ad oltre un secolo di distanza, a comunicare la sua forza nel presente.
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