Corsica e Toscana, dieci secoli di storia nei documenti pisani e corsi
Dal 20 Settembre 2013 al 24 Novembre 2013
Pisa
Luogo: Archivio di Stato/ Museo della Grafica
Indirizzo: lungarno Mediceo 17/ Lungarno Galileo 12
Telefono per informazioni: +39 050 542698/ 050 542784
E-Mail info: as-pi@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.provincia.pisa.it
Il progetto, sviluppato in collaborazione con alcuni docenti toscani e corsi, vuole delineare un panorama dei forti e complessi legami della quarta isola del Mediterraneo con la Toscana sin dall'Alto Medioevo - quando la Corsica fu anche soggetta a Pisa - passando per il lungo periodo della dominazione genovese, per arrivare all'annessione alla Francia, dopo il breve episodio dell'indipendenza con Pasquale Paoli; senza dimenticare successivi eventi cruciali della storia delle due regioni, come l'epoca napoleonica e la Seconda guerra mondiale.
Le vicende politiche, costituiscono però solo lo sfondo del quadro che la mostra intende focalizzare, e cioè i rapporti intercorsi tra le due regioni, prima di tutto quelli socio-economici, che hanno visto nei secoli un grande afflusso di còrsi in Toscana, ed in particolare nella regione costiera, sbocco naturale sia per i commerci che per l' emigrazione fortissima, a cui il popolo còrso è stato costretto in passato, dando origine a notevoli comunità a Pisa, Livorno, Piombino e non solo. Importante anche la migrazione inversa, poco conosciuta, dalla Toscana verso la Corsica, fra cui si è distinta quella stagionale di boscaioli e braccianti lucchesi e maremmani, durata sin quasi ai giorni nostri.
Fondamentali sono poi gli influssi culturali fra le élites corse ed italiane, favoriti dalla lingua comune, dai traffici commerciali e dalla costante frequentazione, sino alla prima metà dell'800, dell'Università di Pisa da parte degli isolani più acculturati. Vanno segnalati, in particolare, i rapporti fra i patrioti còrsi e toscani a partire dalla prima metà del '700 sino al periodo fascista - con via vai di fuoriusciti e combattenti su entrambe le coste - testimoniati anche dalla produzione di volumi e riviste.
Dal punto di vista artistico non mancano spunti e influssi interessanti come le numerose chiese romaniche còrse di stile pisano. Inoltre non si può dimenticare l'ispirazione che la Corsica ha costituito per artisti e letterati, un esempio per tutti, il Tommaseo, che ci ha insegnato l’importanza della storia e delle tradizioni popolari comuni fra l’isola a la costa toscana. A queste tradizioni è dedicata un'intera sezione della mostra, arricchita anche dai costumi della Fondazione Cerratelli e dagli abiti tipici dell'Antica sartoria di Maremma. In realtà tutta l’esposizione si svolge su due piani, uno dedicato ai ceti dirigenti e l’altro ai ceti popolari. E per ultimo c'è la cornice del mare con i grandi protagonisti del passato, i cavalieri di S. Stefano, i mercanti ed i pirati. Per concludere, una grande storia dimenticata dai più, che ora può essere finalmente recuperata nell'ambito della nuova integrazione europea, ed una occasione per la Corsica e la Toscana di far conoscere il loro ruolo nella cultura del Mediterraneo.
Le vicende politiche, costituiscono però solo lo sfondo del quadro che la mostra intende focalizzare, e cioè i rapporti intercorsi tra le due regioni, prima di tutto quelli socio-economici, che hanno visto nei secoli un grande afflusso di còrsi in Toscana, ed in particolare nella regione costiera, sbocco naturale sia per i commerci che per l' emigrazione fortissima, a cui il popolo còrso è stato costretto in passato, dando origine a notevoli comunità a Pisa, Livorno, Piombino e non solo. Importante anche la migrazione inversa, poco conosciuta, dalla Toscana verso la Corsica, fra cui si è distinta quella stagionale di boscaioli e braccianti lucchesi e maremmani, durata sin quasi ai giorni nostri.
Fondamentali sono poi gli influssi culturali fra le élites corse ed italiane, favoriti dalla lingua comune, dai traffici commerciali e dalla costante frequentazione, sino alla prima metà dell'800, dell'Università di Pisa da parte degli isolani più acculturati. Vanno segnalati, in particolare, i rapporti fra i patrioti còrsi e toscani a partire dalla prima metà del '700 sino al periodo fascista - con via vai di fuoriusciti e combattenti su entrambe le coste - testimoniati anche dalla produzione di volumi e riviste.
Dal punto di vista artistico non mancano spunti e influssi interessanti come le numerose chiese romaniche còrse di stile pisano. Inoltre non si può dimenticare l'ispirazione che la Corsica ha costituito per artisti e letterati, un esempio per tutti, il Tommaseo, che ci ha insegnato l’importanza della storia e delle tradizioni popolari comuni fra l’isola a la costa toscana. A queste tradizioni è dedicata un'intera sezione della mostra, arricchita anche dai costumi della Fondazione Cerratelli e dagli abiti tipici dell'Antica sartoria di Maremma. In realtà tutta l’esposizione si svolge su due piani, uno dedicato ai ceti dirigenti e l’altro ai ceti popolari. E per ultimo c'è la cornice del mare con i grandi protagonisti del passato, i cavalieri di S. Stefano, i mercanti ed i pirati. Per concludere, una grande storia dimenticata dai più, che ora può essere finalmente recuperata nell'ambito della nuova integrazione europea, ed una occasione per la Corsica e la Toscana di far conoscere il loro ruolo nella cultura del Mediterraneo.
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