Antonella De Sarno. Alfabeti
Dal 10 Dicembre 2022 al 12 Gennaio 2023
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: Galleria Parmeggiani
Indirizzo: Corso Cairoli 2
Orari: da martedì a venerdì 15.00-18.00; sabato, domenica e festivi 10.00-13.00 / 15.00-18.00
Curatori: Francesca Baboni e Stefano Taddei
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0522 456477
E-Mail info: musei@comune.re.it
Sito ufficiale: http://www.musei.re.it
La Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia ospita, dal 10 dicembre 2022 al 12 gennaio 2023, la mostra personale di Antonella De Sarno, attrice-performer ed artista visiva, nata in provincia di Modena ma da anni residente in Francia.
Realizzata in collaborazione con i Musei Civici di Reggio Emilia, l’esposizione sarà inaugurata sabato 10 dicembre alle ore 17.00 con una presentazione critica dei curatori Francesca Baboni e Stefano Taddei e due narrazioni performative guidate dall’artista alle 17.00 e alle 18.00.
La mostra, intitolata “Alfabeti”, si inserisce nel programma ufficiale di “Identità Inquieta”, il cartellone che riunisce le istituzioni culturali del territorio per esplorare il tema dell’identità da diversi punti di vista.
Il progetto di Antonella De Sarno, inedito e studiato appositamente per gli spazi del Museo, si fonda sull’accostamento, a prima vista impossibile, di due figure femminili: la celebre Dame à la Licorne del Musée de Cluny di Parigi, con la sua aura di medievale mistero, e Kathrine, nome immaginario di una donna autistica, con la quale l’artista lavora da molti anni nei suoi laboratori di danza.
«Tessere fili semantici nello spazio che le divide – spiega Antonella De Sarno – potrebbe aiutare a rendere meno disturbante il senso della parola diverso. Il proposito è di costruire un lavoro nell’assenza del discorso, seguendo piuttosto il filo dell’intuito poetico, capace di trascinare le parole fuori da se stesse, per farle diventare oggetti, visioni, immagini. Avvolte in un drappeggio di silenzio, Kathrine e la Dame sono due figure mute, in diverso modo inaccessibili, che come Sibille inviano messaggi ambivalenti e opachi. Esistono in un mondo ‘inventato’ dalla narrazione: l’una perché è una figura la cui esistenza si è costituita uno spessore attraverso il fitto racconto di cui è stata oggetto, l’altra perché vive calata nel mondo che si inventa in continuazione».
Il percorso espositivo, che si snoda al primo piano della Galleria Parmeggiani, si compone di oltre quaranta opere, tra disegni, video ed installazioni, tutti tasselli di un lessico altro, in cui gli universi e gli alfabeti delle due donne possono finalmente coesistere, conducendo il visitatore alla radice bruciante delle cose, quando ancora non sono addomesticate e rese mansuete dal discorso convenzionale del ‘socialmente accettabile’.
«La poetica di Antonella De Sarno – spiegano i curatori Francesca Baboni e Stefano Taddei – gioca su riferimenti filosofici e psicologici, che si combinano assieme in una sorta di raffinato gioco di specchi. Con l’utilizzo del disegno, dell’installazione, del video e degli oggetti, l’artista costruisce un mondo fantastico, una wunderkammern dentro la quale si muovono delle corrispondenze tra i soggetti prescelti. La chiave di lettura diviene quindi una serie di alfabeti, un linguaggio codificato che porta all’interazione e presenta figure mostruose, morfemi indecifrabili e corpi legati ad una rappresentazione vicina all’art brut».
Il progetto “Alfabeti” si colloca in ideale continuità con “Artificialia”, presentato nel 2021-22 a Correggio. Se nella prima mostra Antonella De Sarno indagava il concetto di deformità nella sua accezione poetica, per contrapporlo al concetto di normalità, nella seconda il campo si allarga per andare oltre il discorso sul deforme e il deviante e tendere sino ad una dimensione poetica che li abbraccia entrambi, senza più alcuna esigenza di distinzione.
Filosofa per formazione, performer e artista visiva, Antonella De Sarno viene dal teatro di Pippo Delbono, con cui si è formata e ha lavorato per alcuni anni, e dalla danza contemporanea, esperienze che le hanno trasmesso la necessità di un rigore fisico e concettuale e l’importanza per l’artista di esporsi completamente nella sua verità. Il segno, nella sua forza d’espressione e di comunicazione, ha una parte rilevante nel suo linguaggio; l’allestimento di strategie relazionali tra spazio, oggetti e corpi, l’intimo e il sociale osservati e messi in scena sottilmente sono al centro della sua ricerca. L’installazione “Faces from the Dark” (2020) ha ricevuto la segnalazione della giuria al Premio Combat 2020 e la pubblicazione sul catalogo. Nel 2021 è la video-installazione “Nebula” e nel 2022 l’opera grafica “Curiositas I, Cavalli” ad esser segnalata dalla giuria dello stesso premio e ad entrare nel catalogo. Tra le recenti esposizioni si segnala la personale “Artificialia”, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei, allestita nel 2021-22 nella Sala dei Putti del Palazzo dei Principi di Correggio (RE).
Realizzata in collaborazione con i Musei Civici di Reggio Emilia, l’esposizione sarà inaugurata sabato 10 dicembre alle ore 17.00 con una presentazione critica dei curatori Francesca Baboni e Stefano Taddei e due narrazioni performative guidate dall’artista alle 17.00 e alle 18.00.
La mostra, intitolata “Alfabeti”, si inserisce nel programma ufficiale di “Identità Inquieta”, il cartellone che riunisce le istituzioni culturali del territorio per esplorare il tema dell’identità da diversi punti di vista.
Il progetto di Antonella De Sarno, inedito e studiato appositamente per gli spazi del Museo, si fonda sull’accostamento, a prima vista impossibile, di due figure femminili: la celebre Dame à la Licorne del Musée de Cluny di Parigi, con la sua aura di medievale mistero, e Kathrine, nome immaginario di una donna autistica, con la quale l’artista lavora da molti anni nei suoi laboratori di danza.
«Tessere fili semantici nello spazio che le divide – spiega Antonella De Sarno – potrebbe aiutare a rendere meno disturbante il senso della parola diverso. Il proposito è di costruire un lavoro nell’assenza del discorso, seguendo piuttosto il filo dell’intuito poetico, capace di trascinare le parole fuori da se stesse, per farle diventare oggetti, visioni, immagini. Avvolte in un drappeggio di silenzio, Kathrine e la Dame sono due figure mute, in diverso modo inaccessibili, che come Sibille inviano messaggi ambivalenti e opachi. Esistono in un mondo ‘inventato’ dalla narrazione: l’una perché è una figura la cui esistenza si è costituita uno spessore attraverso il fitto racconto di cui è stata oggetto, l’altra perché vive calata nel mondo che si inventa in continuazione».
Il percorso espositivo, che si snoda al primo piano della Galleria Parmeggiani, si compone di oltre quaranta opere, tra disegni, video ed installazioni, tutti tasselli di un lessico altro, in cui gli universi e gli alfabeti delle due donne possono finalmente coesistere, conducendo il visitatore alla radice bruciante delle cose, quando ancora non sono addomesticate e rese mansuete dal discorso convenzionale del ‘socialmente accettabile’.
«La poetica di Antonella De Sarno – spiegano i curatori Francesca Baboni e Stefano Taddei – gioca su riferimenti filosofici e psicologici, che si combinano assieme in una sorta di raffinato gioco di specchi. Con l’utilizzo del disegno, dell’installazione, del video e degli oggetti, l’artista costruisce un mondo fantastico, una wunderkammern dentro la quale si muovono delle corrispondenze tra i soggetti prescelti. La chiave di lettura diviene quindi una serie di alfabeti, un linguaggio codificato che porta all’interazione e presenta figure mostruose, morfemi indecifrabili e corpi legati ad una rappresentazione vicina all’art brut».
Il progetto “Alfabeti” si colloca in ideale continuità con “Artificialia”, presentato nel 2021-22 a Correggio. Se nella prima mostra Antonella De Sarno indagava il concetto di deformità nella sua accezione poetica, per contrapporlo al concetto di normalità, nella seconda il campo si allarga per andare oltre il discorso sul deforme e il deviante e tendere sino ad una dimensione poetica che li abbraccia entrambi, senza più alcuna esigenza di distinzione.
Filosofa per formazione, performer e artista visiva, Antonella De Sarno viene dal teatro di Pippo Delbono, con cui si è formata e ha lavorato per alcuni anni, e dalla danza contemporanea, esperienze che le hanno trasmesso la necessità di un rigore fisico e concettuale e l’importanza per l’artista di esporsi completamente nella sua verità. Il segno, nella sua forza d’espressione e di comunicazione, ha una parte rilevante nel suo linguaggio; l’allestimento di strategie relazionali tra spazio, oggetti e corpi, l’intimo e il sociale osservati e messi in scena sottilmente sono al centro della sua ricerca. L’installazione “Faces from the Dark” (2020) ha ricevuto la segnalazione della giuria al Premio Combat 2020 e la pubblicazione sul catalogo. Nel 2021 è la video-installazione “Nebula” e nel 2022 l’opera grafica “Curiositas I, Cavalli” ad esser segnalata dalla giuria dello stesso premio e ad entrare nel catalogo. Tra le recenti esposizioni si segnala la personale “Artificialia”, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei, allestita nel 2021-22 nella Sala dei Putti del Palazzo dei Principi di Correggio (RE).
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