On the road. La Via Emilia, 187 a.C. - 2017

Un tratto della via Aemilia rinvenuto a Reggio Emilia negli scavi del 1931-1932, ora ricoperto

 

Dal 25 Novembre 2017 al 01 Luglio 2018

Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia

Luogo: Palazzo dei Musei e altre sedi

Indirizzo: via Lazzaro Spallanzani 1

Enti promotori:

  • Musei Civici di Reggio Emilia
  • Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'Emilia-Romagna
  • Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara
  • In collaborazione con la Regione Emilia-Romagna

Costo del biglietto: intero 5 euro, ridotto 3 euro

Telefono per informazioni: +39 0522 456816

E-Mail info: musei@municipio.re.it

Sito ufficiale: http://www.archeobologna.beniculturali.it



Un uomo, il suo nome, la sua strada, una città. È un percorso lineare quello che lega Marco Emilio Lepido alla Via Emilia e al capoluogo di Reggio Emilia. 
Mentre Modena e Parma festeggiano i 2200 anni della loro fondazione (183 a.C.), Reggio Emilia celebra con una grande mostra la Via tracciata nel 187 a.C. da Marco Emilio Lepido, il console romano che giocò un ruolo fondamentale nel dare forma istituzionale al Forum che da lui poi prese il nome di Forum Regium Lepidi.
La mostra “On the road. La Via Emilia, 187 a.C. – 2017”, allestita nel Palazzo dei Musei di Reggio Emilia dal 25 novembre 2017 al 1 luglio 2018, propone una riflessione a 360 gradi sulla storia della Via Emilia, sul suo Fondatore e sul significato dell’importante arteria nella contemporaneità
Reggio Emilia è l'unica città della regione che conservanel proprio nome il ricordo del suo fondatore; e la regione Emilia-Romagna è probabilmente l'unica al mondo a derivare il proprio nome da quello della strada su cui si impostava l'intero popolamento del suo territorio. 
Da limes, cioè linea di confine fra l'Italia romana e un nord abitato da popolazioni “altre”, la Via Emilia sarebbe presto diventata non solo asse portante delle comunicazioni padane ma collante di genti di lingua, idee e culture diverse, contribuendo alla formazione di una società aperta e rivolta al futuro.
La mostra dedica una particolare attenzione alla figura di Marco Emilio Lepido, il geniale costruttore che, sgominati Celti e Liguri, decise la costruzione di una lunghissima strada che collegasse le colonie di Rimini e Piacenza: una strada che avrà alterne fortune nel corso dei secoli ma che non sarà mai abbandonata.

L’esposizione si sviluppa nelle tre sedi di Palazzo dei MuseiPalazzo Spalletti Trivelli Museo Diocesano e in altri luoghi del centro storico coinvolti a vario titolo nel circuito tematico della mostra. Fra questi il Municipio, che rende omaggio alla figura del suo fondatore accogliendo il visitatore con la scultura settecentesca di Marco Emilio Lepido, ora restaurata da Angela Allini di Opus Restauri con il contributo del Lions Club Marco Emilio Lepido di Reggio Emilia, oppure l'incrocio fra la Via Emilia e via Crispi (che ricalca il tracciato di una strada romana obliqua riportata in luce di recente sotto palazzo Busetti) dove una riproduzione 3D della statua del console (realizzata da Geis–Geomatics engineering innovative solutions) segnala l'itinerario verso Palazzo dei Musei. 

Nella sede del Museo Diocesano viene approfondito il tema del primo Cristianesimo lungo la Vai Emilia (Via Aemilia, Via Christi ) mentre Palazzo Spalletti Trivelli, sede del gruppo bancario Credem, ospita una sezione dedicata all’edilizia romana sullo sfondo dei resti del foro della città tuttora conservati nei sotterranei dell'istituto di credito (Regium Lepidi underground).

Ma la mostra vera e propria è ospitata nel Palazzo dei Musei, un percorso che coinvolge l’intero edificio con installazioni, ricostruzioni 3D, proiezioni e l’esposizione di oltre 400 reperti provenienti da importanti musei nazionali e da collezioni della città che illustrano le sette aree tematiche: L'Emilia prima dell'Aemilia, Via Emilia-SS9, Marco Emilio Lepido e la sua città, Ruote zoccoli e calzari, La buona strada, Racconti per l'eternità, Est modus in rebus.

L'allestimento, curato dall’architetto Italo Rota, punta a restituire alla sensibilità contemporanea i preziosi reperti archeologici esposti, inserendoli in ricostruzioni virtuali dell'antica strada romana e contestualizzandoli con l’aiuto di spezzoni di celebri film peplum. Si può rivivere l'affascinante storia della Via Emilia attraverso le vicende dei suoi protagonisti mentre una serie di installazioni multimediali, sovrapponendola Via Emilia storica a quella contemporanea, consentono di cogliere con immediatezza persistenze, differenze e analogie.
 
La mostra “On the road. La Via Emilia 187 a.C. – 2017” è promossa dai Musei Civici di Reggio Emilia, dal Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'Emilia-Romagna e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, con il contributo di Credem e Iren e il patrocinio di Anas.
Curata da Luigi Malnati, Roberto Macellari ed Italo Rota, si avvale di un Comitato scientifico composto da Giovanni Brizzi, Annalisa Capurso, Francesca Cenerini, Antonella Coralini, Mauro Cremaschi, Renata Curina, Maurizio Forte, Maria Luisa Laddago, Daniela Locatelli, Roberto Macellari, Luigi Malnati, Giada Pellegrini, Elisabetta Pepe, Marco Podini e Paolo Sommella.

LA MOSTRA
La mostra coinvolge tutto il Palazzo dei Musei, a partire dalla valorizzazione delle collezioni storiche al piano terra come il Chiostro dei marmi romani (allestito in forma di giardino archeologico agli inizi del XX Secolo per ospitare i numerosi reperti architettonici romani rinvenuti nella necropoli di San Maurizio) e il Portico dei marmi dove sono esposti in sequenza i monumenti funerari riportati alla luce dal XV secolo ad oggi fra Villa Ospizio e San Maurizio, vera e propria Via Emilia dei defunti, che ogni viandante avrebbe percorso in arrivo o in uscita da Regium Lepidi. Di notevole impatto la ricostruzione in 3D della città romana realizzata in realtà aumentata dalla Duke University di Durham (USA).
Il percorso vero e proprio della mostra parte dal primo piano con la sezione La Via Emilia prima della Via AemiliaIntrodotti da un fregio della Basilica Aemilia di Roma che rappresenta Marco Emilio Lepido come costruttore di città, l'esposizione di reperti provenienti dal Reggiano documenta il tracciato stradale in età preromana, quando si manifesta un primo utilizzo del percorso che attraversa il territorio da est a ovest nella fascia di media pianura, vettore di cultura scritta che fa del territorio reggiano uno dei più precocemente interessati dalla diffusione della scrittura di tutta l'Italia settentrionale.
Il secondo piano espone alcuni importanti manufatti che introducono il tema della Via Emilia. Si va dal grande cippo miliare con intestazione a Marco Emilio Lepido proveniente dal Museo Archeologico di Bologna, una delle rare testimonianze del console costruttore di strade, ad uno dei quattro vasi in argento da Vicarello che indica le stazioni intermedie e le relative distanze dell'itinerario tra Cadice e Roma (comprese le città lungo la Via Aemilia), per la prima volta uscito dal Museo Nazionale Romano; dalla scultura dell'agrimensore proveniente dal Museo della civiltà romana di Roma a un rarissimo lituo in bronzo da Sant'Ilario d'Enza, l'insegna dell'augure, magistrato/sacerdote addetto alle fondazioni urbane e al tracciamento delle strade.
I magnifici reperti sono arricchiti da proiezioni che rappresentanol'unicità e l'eccezionalità della Via Emilia, dalle misure e numeri della lunghezza della strada alle sue ortogonalità, dalle distanze tra le città ai tempi di percorrenza, fino al dialogo tra la via Emilia e le altre direttrici di collegamento che in tempi recenti l'hanno affiancata ma mai soppiantata come la ferrovia storica, quella ad Alta velocità, l’autostrada e perfino le rotte aeree.
Nella sala centrale del terzo piano, lunga quasi50 metri, ci si immerge in un viaggio nello spazio e nel tempo chepropone il passato (sotto) e il presente (sopra) della Via Emilia. Il percorso “di sotto” espone i materiali archeologici relativi alla fondazione e utilizzazione della strada in età romana congiungendo i due capolinea contrapposti, Rimini (Ariminum) ad estconla ricostruzione dell'Arco di Augusto che corrisponde all'innesto della Via Aemilia alla Via Flaminia e l'esposizione del corredo funerario di uno dei primi coloni romani della città, e Piacenza (Placentia) ad ovest con i rilievi di uno spettacolare fregio d'armi che coronava un monumento funerario. Il percorso è scandito da sette 'teatrini' che propongono i temi delLimite, del Ponte, delle Sepolture, del Commercio, del Foro, della Locanda e della Casa, incrociando le altre città attraversate dalla Via consolare, le vie trasversali, le vie d’acqua e le loro storie rappresentate dalla sequenza dei cippi miliari, dalle iscrizioni e dai frammenti delle pile pertinenti ai ponti della Strada consolare e dalle dediche a divinità protettrici della strada e dei viandanti.
Il percorso “di sopra” racconta invece l'attualità della strada grazie a un’installazione multimediale a soffitto, con riprese effettuate al livello zero della Via Emilia di oggi: il presente che si fa storia delle comunità e delle persone.
La sala dedicata a Regium Lepidi illustra la figura di Marco Emilio Lepido nelle sue molteplici sfaccettature di politico lungimirante, generale vittorioso, trionfatore sui Liguri dell'Appennino tosco-emiliano e di costruttore di strade e di città (Mutina, Parma, Luni e Regium Lepidi).
La ricostruzione al vero di una tenda consolare ospita il suo busto, unico ritratto fisiognomico, opera di rara potenza espressiva proveniente dal Museo archeologico nazionale di Luni, città fondata dal triumviro Marco Emilio Lepido nell'anno 177 a.C., concesso in prestito dal Polo museale della Liguria, 
Altre due sale laterali trattano il tema dell'Archeologia lungo la Via Emilia, a cominciare daisepolcreti e in particolare dagli affacci delle sepolture sulla strada, concepiti come cortine di monumenti che avrebbero dovuto richiamare l'attenzione dei viandanti sulle famiglie e figure più autorevoli della città. Ne sono limiti cronologici gli inizi del primo millennio a.C., quando gli Etruschi creano nella Cispadana un sistema di comunicazioni che possiamo ben definire un'Emilia prima dell'Aemiliae il Medioevo, quando le vie dei pellegrinaggi spezzano con il sistema delle Romee l'antica unitarietà della Via consolare.
Dopo aver toccato i temi del viaggio e dei mezzi di trasporto, indagati dall’antichità fino ai nostri giorni mediante esposizione anche di pezzi originari, la mostra si chiude con una ricostruzione in basoli originari in trachite di un segmento urbano di Via Emilia, che documenta il sovrapporsi di più Vie Emilie a partire da quella pavimentata da Augusto imperatore, e quella di un carro romano messo in relazione con i basoli che recano i solchi prodotti dal traffico veicolare romano nel cuore di Regium Lepidi.
 
GLI ALTRI EVENTI
La mostra è affiancata da una serie di iniziative promosse da vari enti e istituzioni culturali fra cui quelle dei dieci Comuni reggiani depositari di materiali archeologici che propongono eventi collegati al tema della Via Emilia, dalle passeggiate sulle strade della centuriazione alle visite a ponti e segmenti di vie antiche, da convegni scientifici ad attività divulgative e didattiche.
In occasione della mostra saranno realizzati progetti educativi sul tema della viabilità e dell'incontro tra culture e popoli diversi e incontri con archeologi storici dell'antichità di Università, Soprintendenze e Musei che tratteranno il tema della viabilità antica e contemporanea nel Reggiano, in Emilia, nell'Impero romano.
Oltre alle visite guidate alla mostra e a Musei e siti di interesse archeologico in città e in altri luoghi del Reggiano, sono in programma workshop e seminari per studenti di topografia, archeologia e antichistica inerenti i temi della mostra, con il coinvolgimento di urbanisti e architetti del paesaggio.
 
La mostra fa parte del grande progetto di promozione della cultura e del territorio '2200 anni lungo la Via Emilia' www.2200anniemilia.it  promosso da tre città –Reggio Emilia, Parma e Modena a cui si aggiungerà Bologna in un secondo momento-, due Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio –quella per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e quella di Parma e Piacenza- e dalla Regione Emilia-Romagna.

Inaugurazione sabato 25 novembre 2017 alle ore 11.15
ORARI: dal martedì al venerdì 10-13; sabato, domenica e festivi 10-19; lunedì chiuso
Orari speciali in occasione di eventi e festività: www.musei.re.it


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