Saturno Buttò, Gérard Guyomard, Ketra, Biagio Pancino, Tono Zancanaro - Erotico/Eretico
Dal 24 Marzo 2018 al 26 Maggio 2018
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: RezArte Contemporanea
Indirizzo: via Emilia Ospizio 34/D
Orari: da martedì a giovedì ore 9.00-12.30, venerdì ore 16.00-19.30, sabato ore 9.00-12.30 e 16.00-19.30, domenica ore 16.00-19.30, oppure su appuntamento, chiuso lunedì e festivi.
Curatori: Boris Brollo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0522 333351
E-Mail info: info@galleriarezarte.it
Sito ufficiale: http://ww.galleriarezarte.it
Alla Galleria RezArte Contemporanea di Reggio Emilia, dal 24 marzo al 26 maggio 2018, un’esposizione vietata ai minori di quattordici anni.
Curata da Boris Brollo con opere di Saturno Buttò, Gérard Guyomard, Ketra, Biagio Pancino e Tono Zancanaro, la mostra “Erotico / Eretico” è accompagnata da una prefazione di Pascal Quignard, noto scrittore francese autore del saggio “Le Sexe et l’effroi” (Mondadori Electa, 2002).
L’esposizione, che sarà inaugurata sabato 24 marzo alle ore 17.00, raccoglie una cinquantina di dipinti, disegni, chine, stampe su plexiglass ed opere a parete con innesti materici che danno forma alla visione organica e inorganica della sessualità.
«È dai tempi del Medioevo – scrive Boris Brollo – che si è identificata l’eresia religiosa, in senso lato, con la sessualità, per colpire l’essere umano nella sua più intima e Libera Natura. Basti ricordare qui i processi al seguito della Controriforma o “La lettera scarlatta” (1850) di Nathaniel Hawthorne sulle Streghe di Salem o, ancora ai nostri tempi, il romanzo di Leonardo Sciascia del 1986: “La Strega e il Capitano”. L’idea di fondo è che tutto ciò che è male viene dal libertinaggio e quindi il controllo della sessualità è il controllo sociale dell’individuo».
«Gli animali – scrive Pascal Quignard – sono senza nudità. Un gatto non è nudo. Un pesce rosso non è nudo. Un canarino non è nudo. La nudità, l’ansia per l’altro da sé, la curiosità dell’altro sesso, sono caratteristiche della sessualità umana. Questa ansia è insoddisfatta sin dall’origine. È l’impossibilità del denudarsi della statuaria, l’impossibile fantasmagoria onirica quanto immaginaria, l’intrigo impossibile che i romani cercarono di creare. La denudazione, essendo la rivelazione di ciò che è nascosto dal turbamento dell'altro, è l’impossibile Rivelazione. Questa è l’impossibile Apocalisse».
La collettiva sarà visitabile fino al 26 maggio 2018, da martedì a giovedì ore 9.00-12.30, venerdì ore 16.00-19.30, sabato ore 9.00-12.30 e 16.00-19.30, domenica ore 16.00-19.30, oppure su appuntamento, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero. Catalogo disponibile in galleria con prefazione di Pascal Quignard e testo critico di Boris Brollo. Per informazioni: tel. 0522 333351, cell. 338 1305698, www.galleriarezarte.it, info@galleriarezarte.it. La mostra sarà ospitata nel mese di ottobre 2018 presso Arte Paolo Maffei di Padova.
Saturno Buttò nasce a Portogruaro nel 1957. Si diploma nel 1980 all’Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua opera è caratterizzata da una personale interpretazione formale dell’arte sacra europea e da una perizia tecnica che ricorda quella dei maestri del passato. In continuo conflitto tra erotismo e dolore, trasgressione ed estasi, i suoi dipinti su tavola sviscerano la visione intransigente e contraddittoria dell’iconografia religiosa occidentale nei confronti del corpo, da un lato esibito come oggetto di culto, dall’altro negato nella sua valenza erotica. Dopo un decennio di ricerca, nel 1993 inaugura la propria attività espositiva. Da allora seguono numerose personali in Europa e negli Stati Uniti con pubblicazioni e cataloghi. Vive e lavora a Bibione, in provincia di Venezia.
Gerard Guyomard nasce a Parigi nel 1936. Attore indipendente della “Figurazione Narrativa” negli anni 1960-70 in Francia, non ha mai smesso di portare avanti una ricerca personale in cui l’insolenza s’ostenta nei confronti delle ortodossie estetiche in vigore. La sua opera instaura un stato di non senso, dove le improvvise correzioni, le supposizioni, le trasposizioni metafisiche, i graffiti e gli intrecci pornografici danno gioco al dinamismo delle forme. Tra le principali mostre, si segnalano: “Mythologie quotidienne” (1977), “Croniques des Années de crise” con livier Kaeppelin e Ivan Messac (ARC 2 musée d’Art moderne, Parigi, 1979), “Hommage à George Perec” (Centre Pompidou, Parigi, 1987). In Francia, si sono tenute retrospettive dedicate al suo lavoro nel 1994, 1998, 2001, 2004. Vive e lavora tra Parigi e Pont sur Yonne.
Ketra, allo stato Elena Pizzato, nasce a Bassano del Grappa (VI) nel 1979. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, inizia la sua ricerca dal corpo, sperimentando molteplici materiali, dal silicone alla gomma, dal latex al pvc. Durante una residenza artistica in Olanda perfeziona la sua ricerca in relazione ai concetti di seduzione, costrizione ed estetica inorganica. Il risultato sono opere che spaziano dall’estroflessione alla scultura, fino all’installazione e al video. Ha realizzato mostre personali e collettive in Italia e all’estero, esponendo presso MAM di Mantova, Fortezza Vecchia di Livorno, Casa del Mantegna di Mantova e “15. Biennale di Architettura di Venezia” con la mostra collaterale “Without Land” all’isola di San Servolo. Premiata al concorso RezArte Premio Tricolore (2014), è risultata tra i finalisti di Mantegna Cercasi (2014), Premio Combat (2015) e WeFetish (2015).
Biagio Pancino nasce a Santo Stino di Livenza (VE) nel 1931. La sua carriera inizia con la frequentazione di pittori regionali veneti. Nel 1948 emigra prima a Zurigo, poi a Parigi, dove dal 1952 si stabilisce definitivamente. Tiene contatti con l’ambiente spazialista veneziano grazie all’amico Beniamino Joppolo, incontrato con Tancredi a Parigi. Dopo un inizio pittorico alla luce di un realismo sociale, si avventura in una pittura cubo-futurista derivatagli dalla frequentazione di Severini e Leger. Questa pittura viene presto superata dall’Informale degli anni Cinquanta. Dal 1968 al 1975 espone le sue ricerche sul colore e sul vuoto accanto ad artisti come Daniel Buren e Niele Toroni per avviare subito dopo il ’75 una sua personale riflessione sull’Effimero e la caducità che pervadono la vita e l’arte contemporanea. Ciò lo conduce all’inserimento di materiali organici, e quindi deperibili, nel quadro a dimostrazione dell’ineluttabilità di un destino di consunzione che investe l’opera, che si salva solo attraverso l’applicazione di una pellicola colorata. Negli anni Ottanta tiene alcune conferenze/performance al Beaubourg e nel 1985 viene chiamato da Renato Barilli alla mostra “Anni Ottanta” di Rimini. Giorgio Celli e Roberto Daolio s’interesseranno a questa sua fase sull’Effimero che viene storicizzata nel 1981 con un libretto a loro firma in una mostra a Palermo dentro la Vuccirìa. Biagio Pancino, da quel momento in poi firmatosi come BP, vive e lavora nei dintorni di Sens, nella campagna parigina.
Antonio Zancanaro, noto come Tono, nasce nel 1906 a Padova, dove muore nel 1985. Pittore, grafico, incisore, scultore, mosaicista, litografo, ha esplorato tutte le tecniche delle arti visive. Sue opere sono in alcuni fra i maggiori musei del mondo, come il Victoria and Albert Museum di Londra o il Museo Puškin a Mosca, ed in numerosi musei italiani. Ha esposto in tutto il mondo, vincendo premi nazionali ed internazionali. Amante della classicità greca e della Sicilia in particolare, è cittadino onorario di Capo d’Orkando (ME) e di altre cinque città. Di sé aveva scritto nella autopresentazione della mostra presso il Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1972-73: «Sono stato e sono, si capisce, estraneo ai giochi dei clan, gruppi, estetiche, giri di mercato. Ma mai ho dubitato che se il gioco doveva costare la proverbiale candela, consista e consiste nella fiducia verso l’uomo e me stesso nel vivo della vita e della storia dell’uomo e dell’umanità. Essere magari l’ultimo anello, ma della catena che tiene legata l’umanità che io chiamo umana. Questa è stata ed è la mia resistenza di uomo prima di tutto, di artista infine. Forte come credo di essere per aver affondato le mie radici nel mondo ellenico, ultimo e primo approdo che non esclude davvero la grande civiltà e terra cinese, il nostro rinascimento, la recente storia dell’umanità che lotta per l’uomo figlio e padrone della ragione». In vita fu amico di Montale, Renato Guttuso e Carlo Ludovico Ragghianti.
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