Andreco + Eron. Unearth. Portare alla luce
Dal 09 Dicembre 2017 al 30 Settembre 2018
Santarcangelo di Romagna | Rimini
Luogo: MUSAS - Museo Storico Archeologico di Santarcangelo
Indirizzo: piazzetta Monache 1
Enti promotori:
- Comune di Santarcangelo - Assessorato alla Cultura
Telefono per informazioni: +39 0541 624703
Sito ufficiale: http://www.museisantarcangelo.it
Si è tenuta nel pomeriggio di sabato 9 dicembre l’inaugurazione di “UNEARTH. Portare alla luce”, l'esposizione dei due artisti visivi Eron e Andreco presso le sale del Museo Storico Archeologico di Santarcangelo. Insieme a numerosi partecipanti, il sindaco Alice Parma e Annamaria Bernucci, storica e critica d’arte in servizio presso i Musei Comunali di Rimini, hanno inaugurato l’esposizione a cui ha fatto seguito una visita al museo e un piccolo rinfresco.
“UNEARTH. Portare alla luce” è un progetto in forma di intervento diffuso che dialoga con la collezione permanente del Musas, composta da dipinti che vanno dal Tardo Medioevo all’Ottocento e da reperti archeologici compresi tra il Paleolitico e l’Età Romana. Si tratta di un evento in divenire, frutto di una ricerca continua: nuove opere verranno infatti inserite per tutta la durata dell’esposizione, con le modalità di un’esperienza graduale, nella piena fusione tra elementi della collezione e opere del presente. I visitatori potranno scoprire, ognuno secondo un proprio percorso non prestabilito, le opere disseminate nei tre piani del museo, mescolate e intrecciate con la collezione permanente.
L’esposizione sarà visitabile fino al 30 settembre 2018 negli orari di apertura al pubblico del Museo Storico Archeologico: sabato e domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle 15,30 alle 19 (domenica ingresso gratuito, è possibile visitare il museo anche in giorni e orari diversi tramite prenotazione). Durante le festività il Musas resterà aperto anche martedì 26 dicembre, lunedì 1° e sabato 6 gennaio dalle 15,30 alle 19 con ingresso gratuito. Per maggiori informazioni: 0541/624703 e www.museisantarcangelo.it, per aperture straordinarie e visite guidate: 0541/411240.
“UNEARTH. Portare alla luce è un punto di partenza ma anche di arrivo, che completa un percorso sviluppato su due direttrici” ha detto in sintesi il sindaco e assessore alla Cultura Alice Parma inaugurando la mostra. “Prima di tutto il rapporto tra Santarcangelo e la street art, nato con il Festival per poi proseguire con Vertigo truth e Cantiere poetico. In secondo luogo il dialogo tra l'arte contemporanea e il patrimonio museale cittadino, sviluppatosi soprattutto attraverso il progetto Cristallino. Grazie a questi due percorsi e al lavoro di tante persone e istituzioni, che ringrazio, oggi abbiamo l’opportunità unica di vivere una mostra – conclude il sindaco – che invito tutti a visitare per riscoprire il Musas attraverso lo sguardo unico di Eron e Andreco”.
Il titolo, UNEARTH, letteralmente “dissotterrare”, e quindi “portare alla luce”, rimanda anche all’idea di ritrovamento, rappresentando uno dei fil rouge che gli artisti hanno seguito durante l'allestimento, scoprendo via via le raccolte del museo e mescolandole con i propri interventi, che a loro volta il visitatore dovrà lentamente rintracciare. L’assenza di una reale separazione tra il piano storico e quello contemporaneo consentirà un approccio non razionale, di disorientamento e inabissamento, fondato sulla seduzione, sull’attenzione e su un tempo aperto. Nel corso della mostra è prevista inoltre la pubblicazione di un catalogo con testo critico di Helga Marsala.
Consapevoli che “non esiste luce della conoscenza senza l'ignota oscurità”, Eron e Andreco si concentrano su ciò che è celato, sull'oscuro, il magico, il misterioso, indagandone gli aspetti scientifici e poetici. Affascinati dal reperto archeologico che deve ancora essere dissotterrato, dalla storia che sta dietro alla realizzazione di un dipinto, dal significato dell'oggetto simbolico e più in generale dalla strada per la conoscenza, disseminano così le loro opere lungo i tre piani del museo, fra le teche e le pareti, ricercando una forte armonia e una mimesi possibile tra spazi e presenze. È così che lo spettatore, da una condizione di osservazione passiva, si ritroverà a varcare una soglia sensibile, divenendo anch’egli esploratore e ricercatore.
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