Adriana Pignataro e Anna Maria Polidori. Bianco e Nero

Adriana Pignataro e Anna Maria Polidori. Bianco e Nero, Complesso Monumentale di Sant’Andrea al Quirinale - Teatro dei Dioscuri, Roma

 

Dal 13 Ottobre 2014 al 26 Ottobre 2014

Roma

Luogo: Complesso Monumentale di Sant’Andrea al Quirinale - Teatro dei Dioscuri

Indirizzo: via Piacenza 1

Orari: da lunedì a sabato 10-13 / 14,30-18

Enti promotori:

  • Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 06 47826087

E-Mail info: mlc.comunicazione@gmail.com


Lunedì 13 Ottobre all’interno del prestigioso Complesso Monumentale di Sant’Andrea al Quirinale, Teatro dei Dioscuri inaugura la doppia personale “Bianco e Nero” delle artiste Adriana Pignataro e Anna Maria Polidori. 
L’esposizione realizzata con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, prevede l’esposizione di opere delle artiste Anna Maria Polidori e Adriana Pignataro. Nella mostra BIANCO E NERO, vengono coinvolti i due termini contrapposti del bianco e del nero a dimostrazione del superamento del conflitto attraverso l’ARTE proponendo un risultato (opera d’arte), che rappresenta l’armoniosa complementarità della visione bianco-nero. Il bianco ed il nero rappresentano per eccellenza la contrapposizione. In mostra gli ultimi lavori delle due artiste romane: Adriana Pignataro pittrice, e Anna Maria Polidori scultrice, che in questa occasione, presentano al pubblico romano, libri d’arte effettuati in vari materiali (legno, carta, colore, oro ecc.) pannelli a parete di colore nero a tecnica mista e sinuose sculture di bianca pietra leccese di varie dimensioni. Nel suo testo in catalogo il Prof. Claudio Strinati scrive: ”E’ molto bello e suggestivo il tema di fondo che le due artiste Pignataro e Polidori “associate” in questa interessante e insolita impresa estetica, hanno individuato e sviluppato in un insieme organico e, nello stesso tempo, estremamente libero e coinvolgente. 
E’ l’idea del passaggio fatale e necessario dal criterio della contrapposizione (il bianco e il nero opposti apparentemente inconciliabili) a quello contemperamento e del necessario equilibrio che genera e consegue una dimensione di autentica e raggiunta armonia tra ciò che si manifesta come opposto e come tale sulle prime incompatibile, e che si scopre poi essere invece compatibilissimo e proprio per quello stesso motivo che aveva fatto pensare a una impossibilità di conciliazione. Le due artiste, comunque, hanno stili e conseguono risultati diversi, quindi non si tratta di una omologazione forzata ma al contrario di un confronto organico e consequenziale in cui ciascuna resta se stessa ma attraverso una condivisione di intenti che si concretizza in opere dotate di una personalità e una presenza spiccatamente individuale e ben circoscrivibile nei suoi peculiari aspetti. 
La Pignataro è tutta orientata verso una dimensione astraente dove il tema dell’equilibrio è determinante come presupposto generale della sua poetica. Risente forse della civiltà del “collage” trasfigurata in una pittura fatta di frammenti, campiture, volumi, spazi che sembrano ereditare il grande filone della “pop” italiana ma con un respiro invero vastissimo che congloba tante diverse esperienze in uno stile e in un sistema di organizzazione dell’immagine in cui il fattore del dualismo è costantemente presente nell’idea di una contrapposizione che è di fatto fratellanza. La Polidori crede per l’appunto (e sia pure da un angolo di visuale di assoluta modernità) in questo tipo di articolazione degli strumenti creativi e dello spazio. I materiali che utilizza sono al contempo simboli di leggerezza e trasparenza ma anche di peso e gravare della materia stessa, come nel caso del perspex da lei molto apprezzato e soprattutto della prediletta pietra leccese in cui l’artista individua l’essenza stessa della sua arte. Anna Maria Polidori imprime alle sue immagini il movimento incessante, lo scatto che la materia assume liberandosi dal suo stesso peso. Una contrapposizione netta, dunque, ma compresente negli stessi fattori costitutivi, armoniosamente fatti dell’uno e dell’altro elemento. 
Una mostra d’arte, dunque, ma anche di riflessione, di meditazione e di nobili aspirazioni depositate nelle nostre menti ma necessitanti proprio della suggestione estetica per emergere pienamente alla luce della coscienza”. 

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