Ajnos. Neverland
Dal 22 Novembre 2023 al 14 Gennaio 2024
Roma
Luogo: SpazioCima
Indirizzo: Via Ombrone 9
Orari: da mercoledì a sabato 15.30-19:00. Apertura domenicale dal 3 dicembre. Chiusure straordinarie sabato 23 dicembre, domenica 31, 6 e 7 gennaio
Curatori: Roberta Cima
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.spaziocima.it
“La mostra si ispira alla figura di Peter Pan, l’eterno bambino, che scappa dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti. È un viaggio nel tempo sospeso di Peter in un luogo metafisico, uno spazio che ognuno di noi conserva dentro di se, che troppo spesso però dimentica”, dichiara l’artista
GLI ANNIVERSARI - A settant'anni dal debutto cinematografico italiano del grande classico dell'animazione Disney, "Le avventure di Peter Pan" (16 dicembre 1953), e alla vigilia del centenario del “Peter Pan”, diretto da Herbert Brenon (1924), entrambi i film basati sull'opera teatrale “Peter e Wendy” di J. M. Barrie, l'Isola che non c'è e i suoi immortali protagonisti tornano a far sognare piccoli e grandi.
LA MOSTRA - Proprio "Neverland", infatti, è il titolo della nuova mostra, a cura di Roberta Cima e con il testo critico di Antonio E.M. Giordano, della galleria romana SpazioCima, che ospiterà da mercoledì 22 novembre (vernissage ore 18:00) a domenica 14 gennaio, le opere dell’artista Ajnos, che attinge al repertorio letterario e cinematografico del magico universo ruotante attorno al personaggio del bambino Peter, che fugge dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti. Circa 20 le opere in mostra, principalmente con tecnica olio e collage su tela. Ingresso libero.
LE PAROLE DELL’ARTISTA – “La mostra si ispira alla figura di Peter Pan, l’eterno bambino, che scappa dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti – dichiara Ajnos - È un viaggio nel tempo sospeso di Peter in un luogo metafisico, uno spazio che ognuno di noi conserva dentro di se, che troppo spesso però dimentica. Peter è cristallizzato in quel particolare momento della giovinezza in cui germoglia il desiderio di evasione dalla famiglia. È completamente proteso verso la libertà. In lui abitano spensieratezza e turbamento e questo avvicendarsi degli opposti non risparmia nessuno dei personaggi sull’isola che non c’è”.
IL TEMPO CHE NON ESISTE E I NON LUOGHI - “Di primo acchito le venti tele sembrerebbero ritrarre Peter, Wendy, la fata Campanellino, Capitan Uncino, il Coccodrillo ‘Tic – tac’ (che minaccia la vita di Uncino), i bambini perduti sull’Isola che non c’è, mascherati da procioni o da volpe, Spugna il pirata (con la mappa del tesoro), la polvere di fata (per volare nell’oscurità blu della notte), ‘Giglio tigrato’ (principessa pellerossa) – spiega Antonio E.M. Giordano nel suo testo critico - Ad un esame più attento invece capiamo che Ajnos non rappresenta i reali personaggi del racconto di Barrie bensì bambini non ancora adolescenti, intenti a giocare o a sognare di farlo, indossando i costumi dei protagonisti di Neverland. Sono sorpresi a giocare al “tempo che non esiste” con i vecchi giochi dimenticati in soffitta o in cantina dalle loro mamme e papà. Ciascuno di essi è immerso in un ‘non luogo’ nel proprio spazio isolato e non si incontrano mai (ad eccezione dei bambini perduti gemelli, da considerare come un singolo)”.
Sonja Fersini è nata a Zurigo, ma oggi vive e lavora nel Salento, in Puglia. Rientrata in Italia nel 1983, a 13 anni ha scoperto l’opera di Michelangelo Buonarroti e da lì si è appassionata alla storia dell’arte. Ha conseguito il diploma artistico, studiato disegno e progettazione per l’architettura e l’arredamento ed in seguito lavorato presso studi di progettazione. Nel 2015 ha intrapreso la professione di Visagista e Truccatrice, sviluppando una forte sensibilità ed empatia nei confronti del femminile, con particolare attenzione al volto. Correggendo continuamente inestetismi e imperfezioni con il make-up, ha iniziato a lavorare sul processo contrario in pittura, enfatizzando proprio questi aspetti. Asimmetrie, imperfezioni, lineamenti affilati, occhi giganteschi, languidi e tormentati sono diventati tratti somatici comuni nei volti delle sue donne-bambine. Negli ultimi anni la sua esplorazione artistica si sta muovendo nel mondo dell’infanzia alla scoperta del legame ancestrale tra la vita reale e le fiabe.
GLI ANNIVERSARI - A settant'anni dal debutto cinematografico italiano del grande classico dell'animazione Disney, "Le avventure di Peter Pan" (16 dicembre 1953), e alla vigilia del centenario del “Peter Pan”, diretto da Herbert Brenon (1924), entrambi i film basati sull'opera teatrale “Peter e Wendy” di J. M. Barrie, l'Isola che non c'è e i suoi immortali protagonisti tornano a far sognare piccoli e grandi.
LA MOSTRA - Proprio "Neverland", infatti, è il titolo della nuova mostra, a cura di Roberta Cima e con il testo critico di Antonio E.M. Giordano, della galleria romana SpazioCima, che ospiterà da mercoledì 22 novembre (vernissage ore 18:00) a domenica 14 gennaio, le opere dell’artista Ajnos, che attinge al repertorio letterario e cinematografico del magico universo ruotante attorno al personaggio del bambino Peter, che fugge dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti. Circa 20 le opere in mostra, principalmente con tecnica olio e collage su tela. Ingresso libero.
LE PAROLE DELL’ARTISTA – “La mostra si ispira alla figura di Peter Pan, l’eterno bambino, che scappa dal tempo e dalle responsabilità del diventare adulti – dichiara Ajnos - È un viaggio nel tempo sospeso di Peter in un luogo metafisico, uno spazio che ognuno di noi conserva dentro di se, che troppo spesso però dimentica. Peter è cristallizzato in quel particolare momento della giovinezza in cui germoglia il desiderio di evasione dalla famiglia. È completamente proteso verso la libertà. In lui abitano spensieratezza e turbamento e questo avvicendarsi degli opposti non risparmia nessuno dei personaggi sull’isola che non c’è”.
IL TEMPO CHE NON ESISTE E I NON LUOGHI - “Di primo acchito le venti tele sembrerebbero ritrarre Peter, Wendy, la fata Campanellino, Capitan Uncino, il Coccodrillo ‘Tic – tac’ (che minaccia la vita di Uncino), i bambini perduti sull’Isola che non c’è, mascherati da procioni o da volpe, Spugna il pirata (con la mappa del tesoro), la polvere di fata (per volare nell’oscurità blu della notte), ‘Giglio tigrato’ (principessa pellerossa) – spiega Antonio E.M. Giordano nel suo testo critico - Ad un esame più attento invece capiamo che Ajnos non rappresenta i reali personaggi del racconto di Barrie bensì bambini non ancora adolescenti, intenti a giocare o a sognare di farlo, indossando i costumi dei protagonisti di Neverland. Sono sorpresi a giocare al “tempo che non esiste” con i vecchi giochi dimenticati in soffitta o in cantina dalle loro mamme e papà. Ciascuno di essi è immerso in un ‘non luogo’ nel proprio spazio isolato e non si incontrano mai (ad eccezione dei bambini perduti gemelli, da considerare come un singolo)”.
Sonja Fersini è nata a Zurigo, ma oggi vive e lavora nel Salento, in Puglia. Rientrata in Italia nel 1983, a 13 anni ha scoperto l’opera di Michelangelo Buonarroti e da lì si è appassionata alla storia dell’arte. Ha conseguito il diploma artistico, studiato disegno e progettazione per l’architettura e l’arredamento ed in seguito lavorato presso studi di progettazione. Nel 2015 ha intrapreso la professione di Visagista e Truccatrice, sviluppando una forte sensibilità ed empatia nei confronti del femminile, con particolare attenzione al volto. Correggendo continuamente inestetismi e imperfezioni con il make-up, ha iniziato a lavorare sul processo contrario in pittura, enfatizzando proprio questi aspetti. Asimmetrie, imperfezioni, lineamenti affilati, occhi giganteschi, languidi e tormentati sono diventati tratti somatici comuni nei volti delle sue donne-bambine. Negli ultimi anni la sua esplorazione artistica si sta muovendo nel mondo dell’infanzia alla scoperta del legame ancestrale tra la vita reale e le fiabe.
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