Annalisa Pirovano. Le bellezze del potere

Annalisa Pirovano. Le bellezze del potere, First Gallery, Roma
Dal 14 September 2012 al 6 October 2012
Roma
Luogo: First Gallery
Indirizzo: via Margutta 14
Orari: da martedì a sabato 11-19
Curatori: Silvia Bottani
Telefono per informazioni: +39 06 3230673
E-Mail info: info@firstgallery.it
Sito ufficiale: http://www.firstgallery.it
Gli spazi della First Gallery sono lieti di ospitare la prima personale romana di Annalisa Pirovano, presentando il nuovo ciclo pittorico dedicato al tema del potere.
Nata nel 1978 a Erba, già finalista del Premio Cairo, Pirovano esordisce con una pittura figurativa segnata da una tensione iperealista, fotografia allucinata di antropologie urbane. La produzione successiva si ammanta di atmosfere livide e il colore cede il passo alla monocromia, funzionale alla costruzione di claustrofobici interni domestici e perturbanti scene familiari, come in I vicini non fanno rumore e Polvere.
In occasione della mostra, l'artista presenta tredici tele di grande e medio formato inerenti ai nuovi cicli dei Segretari e di Susanna e i vecchioni. Perseguendo la sua personale indagine pittorica attraverso una rigorosa rinuncia al colore, l'artista affronta il delicato tema del Potere attraverso la rappresentazione di giovani dalla bellezza intatta, raffigurati all'interno di istituzioni religiose o in interni privati. Sono scene dove incombe la presenza di un'entità inafferrabile, disincarnata eppure reale. Un Potere soverchiante, che in queste opere si cela nelle ombre dense e di cui è possibile percepire la presenza gelida e pervasiva, che trova eco nelle visioni dell'ultimo Pasolini, nelle tesi rivoluzionarie di Wilhelm Reich o nell'opera imprescindibile di Foucault e Klossowski.
Cariche di atmosfere tese e di richiami simbolici, di rimandi letterari ed echi musicali, i dipinti di Annalisa Pirovano illustrano l'evoluzione di una forma pittorica che muove dal dato reale verso una dimensione simbolica, depurandosi dalle scorie della cronaca e di un realismo immediato, di facile approccio. Distillando con misura citazioni e rimandi, le tele dell'artista risultano stratificate ma mai ridondanti, percorse da tensioni interne ed espressione di una reale urgenza comunicativa che si concretizza in una pittura colta ma profondamente aperta allo spettatore.
Nata nel 1978 a Erba, già finalista del Premio Cairo, Pirovano esordisce con una pittura figurativa segnata da una tensione iperealista, fotografia allucinata di antropologie urbane. La produzione successiva si ammanta di atmosfere livide e il colore cede il passo alla monocromia, funzionale alla costruzione di claustrofobici interni domestici e perturbanti scene familiari, come in I vicini non fanno rumore e Polvere.
In occasione della mostra, l'artista presenta tredici tele di grande e medio formato inerenti ai nuovi cicli dei Segretari e di Susanna e i vecchioni. Perseguendo la sua personale indagine pittorica attraverso una rigorosa rinuncia al colore, l'artista affronta il delicato tema del Potere attraverso la rappresentazione di giovani dalla bellezza intatta, raffigurati all'interno di istituzioni religiose o in interni privati. Sono scene dove incombe la presenza di un'entità inafferrabile, disincarnata eppure reale. Un Potere soverchiante, che in queste opere si cela nelle ombre dense e di cui è possibile percepire la presenza gelida e pervasiva, che trova eco nelle visioni dell'ultimo Pasolini, nelle tesi rivoluzionarie di Wilhelm Reich o nell'opera imprescindibile di Foucault e Klossowski.
Cariche di atmosfere tese e di richiami simbolici, di rimandi letterari ed echi musicali, i dipinti di Annalisa Pirovano illustrano l'evoluzione di una forma pittorica che muove dal dato reale verso una dimensione simbolica, depurandosi dalle scorie della cronaca e di un realismo immediato, di facile approccio. Distillando con misura citazioni e rimandi, le tele dell'artista risultano stratificate ma mai ridondanti, percorse da tensioni interne ed espressione di una reale urgenza comunicativa che si concretizza in una pittura colta ma profondamente aperta allo spettatore.
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