Bruno Canova. La memoria di chi non dimentica

Bruno Canova, tavola per il libro 'L'arte della guerra', 1972
Dal 15 December 2013 al 26 January 2014
Roma
Luogo: Musei di Villa Torlonia - Casino dei Principi
Indirizzo: via Nomentana 70
Orari: da martedì a domenica 9-19
Curatori: Maurizio Calvesi
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura
- Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: intero € 8.50, ridotto € 6.50; residenti € 7.50/ € 5.50
Telefono per informazioni: +39 06 0608
E-Mail info: g.gnetti@zetema.it
Sito ufficiale: http://www.museivillatorlonia.it
La mostra presenta la figura di Bruno Canova, che nel suo ciclo "L'arte della guerra" ha realizzato opere di grande intensità, di bruciante forza comunicativa e di raffinata qualità costruttiva dedicate ai drammatici fatti storici della seconda guerra mondiale, agli eventi e alle scelte politiche che li hanno determinati.
Il ciclo è stato realizzato tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta, ma portato avanti fino alla scomparsa dell’artista, che ha scelto di usare il linguaggio delle arti visive per contribuire al grande mosaico collettivo della memoria, alla volontà e alla necessità di continuare a trasmettere alle generazioni future il ricordo degli orrori delle dittature, della guerra, la memoria tragica della Shoah e della cancellazione violenta di tutti gli avversari del regime nazista. Per dare la sua testimonianza sulla tragedia in cui è stato coinvolto e sulle atrocità a cui è sopravvissuto, Canova, internato nel 1944 come partigiano in un lager tedesco, ha dato vita a un progetto complesso, da cui è un nato un libro del 1972 e una mostra itinerante che ha toccato moltissime città italiane per più di quindici anni, dove hanno un’importanza particolare le opere dedicate alle Leggi Razziali, alla persecuzione degli ebrei e alla Shoah. In questi lavori Canova unisce la sua formazione di avanguardia (legata alla grafica di Albe Steiner, Max Huber e alla fotografia di Luigi Veronesi) a una personale rielaborazione del collage futurista e dadaista e alla sua vocazione iconica di disegnatore e pittore. Questi lavori, frutto di lunghe ricerche storiche, utilizzano manifesti, ritagli di giornale e documenti originali inseriti nel corpo dell’opera, elementi verbovisivi, campiture quasi informali, disegni e parti dipinte. Il risultato è di grande forza espressiva e di dolente partecipazione, legata indubbiamente alla sua esperienza diretta, dove i simboli non restano sospesi come fredde evocazioni ma diventano elementi strutturali della potenza drammatica di opere colme di una intensa e sofferta capacità di testimoniare ed evocare fatti e cose talmente spaventosi da giungere alla soglia dell’indicibile.
Il ciclo è stato realizzato tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta, ma portato avanti fino alla scomparsa dell’artista, che ha scelto di usare il linguaggio delle arti visive per contribuire al grande mosaico collettivo della memoria, alla volontà e alla necessità di continuare a trasmettere alle generazioni future il ricordo degli orrori delle dittature, della guerra, la memoria tragica della Shoah e della cancellazione violenta di tutti gli avversari del regime nazista. Per dare la sua testimonianza sulla tragedia in cui è stato coinvolto e sulle atrocità a cui è sopravvissuto, Canova, internato nel 1944 come partigiano in un lager tedesco, ha dato vita a un progetto complesso, da cui è un nato un libro del 1972 e una mostra itinerante che ha toccato moltissime città italiane per più di quindici anni, dove hanno un’importanza particolare le opere dedicate alle Leggi Razziali, alla persecuzione degli ebrei e alla Shoah. In questi lavori Canova unisce la sua formazione di avanguardia (legata alla grafica di Albe Steiner, Max Huber e alla fotografia di Luigi Veronesi) a una personale rielaborazione del collage futurista e dadaista e alla sua vocazione iconica di disegnatore e pittore. Questi lavori, frutto di lunghe ricerche storiche, utilizzano manifesti, ritagli di giornale e documenti originali inseriti nel corpo dell’opera, elementi verbovisivi, campiture quasi informali, disegni e parti dipinte. Il risultato è di grande forza espressiva e di dolente partecipazione, legata indubbiamente alla sua esperienza diretta, dove i simboli non restano sospesi come fredde evocazioni ma diventano elementi strutturali della potenza drammatica di opere colme di una intensa e sofferta capacità di testimoniare ed evocare fatti e cose talmente spaventosi da giungere alla soglia dell’indicibile.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI

-
Dal 12 September 2025 al 11 January 2026 Torino | Palazzo Falletti di Barolo
BRUNO BARBEY. Gli Italiani
-
Dal 10 September 2025 al 11 January 2026 Vercelli | Chiesa di S. Marco – Spazio ARCA
Guttuso, De Pisis, Fontana… L’Espressionismo Italiano
-
Dal 6 September 2025 al 25 January 2026 Roma | Museo Storico della Fanteria
Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure
-
Dal 6 September 2025 al 11 January 2026 Livorno | Villa Mimbelli
Giovanni Fattori. Una rivoluzione in pittura
-
Dal 21 August 2025 al 21 September 2025 Bologna | Palazzo Pallavicini
Jack Vettriano
-
Dal 7 August 2025 al 9 November 2025 Pesaro | Musei Civici di Palazzo Mosca
Nino Caffè. Tra naturalismo e satira