EntreNous_02. Il tesoro di atreo garden project_2015
Dal 21 Settembre 2015 al 07 Novembre 2015
Roma
Luogo: z2o Sara Zanin Gallery
Indirizzo: via della Vetrina 21
Orari: da martedì a sabato 12:00 - 19:00 (o su appuntamento)
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 704 522 61
E-Mail info: info@z2ogalleria.it
Sito ufficiale: http://z2ogalleria.it
z2o Sara Zanin Gallery è lieta di presentare EntreNous_02 il tesoro di atreo garden project_2015 con MICHELE GUIDO e HIDETOSHI NAGASAWA.
Il tesoro di atreo garden project_2015 è la seconda di un ciclo di mostre che vede coinvolti artisti di differenti generazioni all’interno di uno spazio condiviso. Il progetto espositivo sollecita un’attenta disamina delle consonanze e dissonanze di pratiche, poetiche e linguaggi, condizione favorevole al disvelamento non solo di possibili affinità ma, e soprattutto, della specificità e unicità di ogni singolo percorso artistico presentato.
Il rapporto tra natura e architettura è governato dalla capacità dell’intelletto umano di rielaborare il reale attraverso il filtro dei sensi e di riportarload una ragione scientifica, sia essa logica, matematica o geometrica. In questo modo la complessità dell’infinitamente grande viene apparentemente misurata e contenuta in uno spazio piano o tridimensionale dominato da linee prospettiche e da rapporti matematici che producono nell’uomo l’illusione di comprendere e controllare l’intero universo sensibile.
Permane, dietro ad ogni vacua illusione, la consapevolezza che la natura conserva un segreto che sfugge ad ogni logica o legge, che si lascia contemplare in un affascinante alone di misteriosità.
Accostarsi all’universo sensibile significa predisporsi ad accogliere anche questo grado di indeterminatezza per renderlo generativo e fecondo. La sospensione, la contemplazione e la meditazione sono aspetti complementari al processo scientifico e al calcolo matematico che permettono di accostarsi il più possibile all’universo naturale.
E’ in questa precipua fase di contemplazione che interviene la ricerca artistica di Michele Guido e Hidetoshi Nagasawa, nel crocevia tra le rotte della natura e le divagazioni dell’architettura si disegnano i confini di una zona d’ombra che riesce a carpire, attraverso l’arte, il lato più misterioso del reale.
Gli artisti abbandonano la pretesa di ridurre lo spazio ad una ragione-visione esclusivamente scientifica, accolgono quel grado di poeticità ed emotività per tradurlo nell’incipit e modus operandi di una ricerca artistica che si accosta alla natura in una prassi più mimetica che interpretativa, liberata da qualsivoglia pregiudizio intellettuale.
Michele Guido sembra ricercare nella natura i messaggi e i codici nascosti che consentono di operare all’interno dell’universo sensibile. In questo modo la sicura percezione spaziale controllata e governata da una prospettiva rinascimentale viene a ricongiungersi al rapimento poetico dell’elemento naturale che conserva un suo grado di misteriosità.
Le nervature di una foglia dettanoil disegno prospettico della galleria di Palazzo Spadadel Borromini e gli elementi del litostrato, nella loro presentazione senza alterazione prospettica, diventano le aiuole di un giardino ideale. La costruzione del giardino è custodita, come traccia, all’interno del singolo elemento naturale.La foglia, silente testimone di tutto lo studio, è l’elemento vegetale che conserva un preciso piano di rappresentazione del mondo. In questa prospettiva l’uomo deve, ancora una volta, appellarsi ad un ipersenso che gli consente di decodificare il piano che la natura ha in serbo. All’ascolto e interpretazione del messaggio segue un’operazione di analogia resa possibile attraverso lo strumento che l’uomo ha creato per leggere il reale ovvero la prospettiva.
Hidetoshi Nagasawa travalica le categorie artistiche in una prassi che si accosta all’architettura, crea spazi da esperire più mentalmente che fisicamente, gioca con strutture geometriche elementari che sembrano levitare nello spazio, sfida la gravitazione e la comune percezione, genera vuoti che sembrano recare forma e densità nonostante la leggerezza e la trasparenza.
L’opera è costruita dalla sintesi di opposti: forma/vuoto, pesantezza/levità, aspetti direttamente ricavati dall’universo sensibile che non si escludono ma si fondono.La sospensione, nucleo centrale delle sue ricerche, permette di raccordare il mondo reale all’invisibile-possibile, chiedendo ai sensi di acutizzarsi per poter coglierneanche l’aspetto più magico ed emotivo.
Ogni suo lavoro è influenzato dalla natura di questa ricerca, il lato più nascosto e misterioso cogliendolo attraverso pure e semplici astrazioni geometriche che sembrano riecheggiare le strutture elementari degli organismi viventi. Dietro ad ogni equilibrio impossibile si nasconde un preciso calcolo matematico che viene unito a delle sensazioni, ogni composizione è governata dai numeri come lo è la natura.
Il catalogo verrà presentato in occasione del finissage della mostra con un testo a cura di Laura Cherubini.
Il tesoro di atreo garden project_2015 è la seconda di un ciclo di mostre che vede coinvolti artisti di differenti generazioni all’interno di uno spazio condiviso. Il progetto espositivo sollecita un’attenta disamina delle consonanze e dissonanze di pratiche, poetiche e linguaggi, condizione favorevole al disvelamento non solo di possibili affinità ma, e soprattutto, della specificità e unicità di ogni singolo percorso artistico presentato.
Il rapporto tra natura e architettura è governato dalla capacità dell’intelletto umano di rielaborare il reale attraverso il filtro dei sensi e di riportarload una ragione scientifica, sia essa logica, matematica o geometrica. In questo modo la complessità dell’infinitamente grande viene apparentemente misurata e contenuta in uno spazio piano o tridimensionale dominato da linee prospettiche e da rapporti matematici che producono nell’uomo l’illusione di comprendere e controllare l’intero universo sensibile.
Permane, dietro ad ogni vacua illusione, la consapevolezza che la natura conserva un segreto che sfugge ad ogni logica o legge, che si lascia contemplare in un affascinante alone di misteriosità.
Accostarsi all’universo sensibile significa predisporsi ad accogliere anche questo grado di indeterminatezza per renderlo generativo e fecondo. La sospensione, la contemplazione e la meditazione sono aspetti complementari al processo scientifico e al calcolo matematico che permettono di accostarsi il più possibile all’universo naturale.
E’ in questa precipua fase di contemplazione che interviene la ricerca artistica di Michele Guido e Hidetoshi Nagasawa, nel crocevia tra le rotte della natura e le divagazioni dell’architettura si disegnano i confini di una zona d’ombra che riesce a carpire, attraverso l’arte, il lato più misterioso del reale.
Gli artisti abbandonano la pretesa di ridurre lo spazio ad una ragione-visione esclusivamente scientifica, accolgono quel grado di poeticità ed emotività per tradurlo nell’incipit e modus operandi di una ricerca artistica che si accosta alla natura in una prassi più mimetica che interpretativa, liberata da qualsivoglia pregiudizio intellettuale.
Michele Guido sembra ricercare nella natura i messaggi e i codici nascosti che consentono di operare all’interno dell’universo sensibile. In questo modo la sicura percezione spaziale controllata e governata da una prospettiva rinascimentale viene a ricongiungersi al rapimento poetico dell’elemento naturale che conserva un suo grado di misteriosità.
Le nervature di una foglia dettanoil disegno prospettico della galleria di Palazzo Spadadel Borromini e gli elementi del litostrato, nella loro presentazione senza alterazione prospettica, diventano le aiuole di un giardino ideale. La costruzione del giardino è custodita, come traccia, all’interno del singolo elemento naturale.La foglia, silente testimone di tutto lo studio, è l’elemento vegetale che conserva un preciso piano di rappresentazione del mondo. In questa prospettiva l’uomo deve, ancora una volta, appellarsi ad un ipersenso che gli consente di decodificare il piano che la natura ha in serbo. All’ascolto e interpretazione del messaggio segue un’operazione di analogia resa possibile attraverso lo strumento che l’uomo ha creato per leggere il reale ovvero la prospettiva.
Hidetoshi Nagasawa travalica le categorie artistiche in una prassi che si accosta all’architettura, crea spazi da esperire più mentalmente che fisicamente, gioca con strutture geometriche elementari che sembrano levitare nello spazio, sfida la gravitazione e la comune percezione, genera vuoti che sembrano recare forma e densità nonostante la leggerezza e la trasparenza.
L’opera è costruita dalla sintesi di opposti: forma/vuoto, pesantezza/levità, aspetti direttamente ricavati dall’universo sensibile che non si escludono ma si fondono.La sospensione, nucleo centrale delle sue ricerche, permette di raccordare il mondo reale all’invisibile-possibile, chiedendo ai sensi di acutizzarsi per poter coglierneanche l’aspetto più magico ed emotivo.
Ogni suo lavoro è influenzato dalla natura di questa ricerca, il lato più nascosto e misterioso cogliendolo attraverso pure e semplici astrazioni geometriche che sembrano riecheggiare le strutture elementari degli organismi viventi. Dietro ad ogni equilibrio impossibile si nasconde un preciso calcolo matematico che viene unito a delle sensazioni, ogni composizione è governata dai numeri come lo è la natura.
Il catalogo verrà presentato in occasione del finissage della mostra con un testo a cura di Laura Cherubini.
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